L’esternalizzazione delle frontiere e il concetto di paesi terzo sicuro: un’analisi del protocollo Italia-Albania
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Università di Bologna
Dipartimento di scienze statistiche “Paolo Fortunati” – Stat
Corso di laurea in sviluppo e cooperazione internazionale
L’ESTERNALIZZAZIONE DELLE FRONTIERE E IL CONCETTO DI PAESI TERZO SICURO:
UN’ANALISI DEL PROTOCOLLO ITALIA-ALBANIA
Tesi di Giulia Ferrari (2024/2025)
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INTRODUZIONE
I fenomeni migratori rappresentano una delle sfide più complesse e controverse
che l’Unione europea sta affrontando ormai da tempo.
Negli ultimi decenni, la gestione dei flussi di persone in cerca di protezione
si è progressivamente unita alla necessità politica di controllo delle
frontiere, generando politiche securitarie che hanno spesso portato a tensioni
tra tutela dei diritti umani e le politiche di contenimento stesso.
È in questo contesto che si è sviluppata la pratica, sempre più diffusa,
dell’esternalizzazione delle frontiere, intesa come il trasferimento presso
Paesi terzi di funzioni e responsabilità nella gestione del controllo migratorio
e delle procedure di asilo.
Questa strategia, ad oggi ampiamente diffusa tra gli Stati membri e parte
integrante della governance europea, alimenta il dibattito tanto a livello
politico quanto in dottrina. L’Italia, come conseguenza della sua posizione
geografica, è spesso stata laboratorio di sperimentazioni in materia.
La scelta di dedicare questo lavoro al tema delle migrazioni, e quindi anche dei
diritti, non deriva soltanto dall’attualità dello stesso. Esso nasce soprattutto
dall’esperienza di tirocinio svolta lo scorso anno a Corinto, in Grecia, presso
un community center rivolto alle persone in movimento residenti presso il centro
governativo di transito della città.
Lì ho potuto osservare da vicino le difficoltà concrete che derivano
dall’applicazione delle politiche migratorie e di asilo, e ho compreso quanto le
decisioni giuridiche e politiche abbiano un impatto sulla vita delle persone. Da
qui la crescita della mia consapevolezza: il diritto non è mai neutro, ma si
misura quotidianamente con la dignità umana e le esperienze delle persone
coinvolte.
Questo è quello che mi ha orientata nella mia ricerca, svoltasi attraverso una
prospettiva multilivello che ha combinato l’analisi normativa e
giurisprudenziale ad un approccio comparato e critico.
La tesi si propone dunque di indagare l’evoluzione delle politiche europee in
materia di migrazione ed asilo, con focus particolare sul processo di
esternalizzazione delle frontiere e sull’istituto dei Paesi terzi sicuri,
elementi necessari per la successiva analisi del case study individuato: il
Protocollo Italia-Albania firmato il 6 novembre 2023.
Il lavoro si articola in tre capitoli.
Nel primo capitolo si ripercorre l’evoluzione del diritto dell’Unione europea in
materia di migrazioni e asilo, dalla nascita dello spazio Schengen nel 1985 fino
alle riforme più recenti, come il Nuovo Patto su Migrazione e Asilo, approvato
nel 2024 e i cui atti derivati entreranno in vigore nel 2026, passando per
alcuni dei momenti più importanti come l’istituzione del sistema Dublino.
Il secondo capitolo affronta poi i concetti di esternalizzazione delle frontiere
e di Paese terzo sicuro, entrambi strumenti fondamentali per comprendere la
direzione presa dalle politiche europee degli ultimi decenni. All’interno del
capitolo si dedica poi una sezione all’analisi di uno dei maggiori accordi di
esternalizzazione siglati dall’Unione europea: l’accordo UE-Turchia del 2016.
Infine, il terzo capitolo è dedicato all’analisi giuridica del Protocollo
sottoscritto tra Italia e Albania, esaminandone la genesi, i contenuti e le
criticità presentate, in accordo con i principi sanciti dal diritto nazionale,
europeo ed internazionale.
L’obiettivo della mia tesi non si limita ad una mera ricostruzione del complesso
piano giuridico all’interno del quale queste politiche vengono promosse, ma
invita piuttosto ad una riflessione critica sul significato e sulle conseguenze
di tali scelte e cercando di restituire la reale portata del fenomeno
migratorio, pur mantenendo come punto saldo la certezza del diritto.