Notte strana
Notte strana, a due facce opposte, quella del consueto presidio pro Palestina a
Milano del 31 novembre, la notte di Halloween.
Salgo di corsa i gradini della metro e subito mi immergo in un’atmosfera dark di
streghe e maghi, così come vuole questa tradizione tanto misteriosa quanto
scenografica e commerciale, trapiantata da noi così recentemente. C’è voglia di
divertimento… e poi ci siamo noi, coi nostri cartelli e la nostra voglia e
determinazione di esserci per negare quell’osceno “la guerra è finita, baby”
sibilato a denti stretti dal passante che mi passa accanto. No: la “guerra” non
è finita e la pace non è mai esistita, la tregua inevitabilmente saltata. Non vi
è pace quando chi commette un genocidio rimane impunito, quando un territorio è
occupato e i coloni continuano ad avanzare indisturbati, quando ogni giorno si
annoverano morti innocenti…
Mi piace osservare la gente e le loro reazioni e immaginarne i pensieri. Ripenso
al clima da Malleus Maleficarum e alle orrende parole su Francesca Albanese
pronunciate qualche giorno fa da Danny Danon, il sinistro rappresentante di
Israhell all’ONU e in fondo vedere tutte queste streghe mi rassicura. “Non
torneranno a bruciarci” penso sorridendo.
I due filoni differenti di persone sembrano oggi ancora più marcati: gli
indifferenti sfilano veloci e io sono compiaciuta quando scorgo un timido
accenno di sguardo con la coda dell’occhio – non siamo forse qui per questo: per
scuotere gli indifferenti? – e poi ci sono gli altri. Quelli che ci stazionano
di fronte leggendo con diligenza e partecipazione tutti i cartelli, talvolta
commuovendosi. Quanti abbracci e pianti ho raccolto ed accolto in questi mesi.
Ricordo bene il primo uomo che si avvicinò dicendomi “sono palestinese, mia
sorella è morta così come i miei tre nipoti”. Distolse lo sguardo per non
mostrare le lacrime e ci abbracciammo. Mi tolse il sonno quella notte, quello
sguardo disperato!
La giornata è finita, ripongo il cartello ed arrivano loro: una deliziosa
piccola famiglia palestinese che regala rose rosse. Una graziosa guizzante
ragazza me ne porge una. Il tempo di un nuovo abbraccio e di un sorriso grato e
corroborante. Quanto si riceve ogni giorno!
Anna Farina
Redazione Milano