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Roma moderna. Due secoli di storia urbanistica
di Italo Insolera e Paolo Berdini Einaudi, 2024 Ritorna in un'edizione nuova e ampiamente aggiornata, sia nel testo sia nell'apparato iconografico, il classico di Italo Insolera Roma moderna, uscito per la prima volta nel 1962. Non si tratta di un saggio puramente tecnico, ma di un'opera che ricostruisce le vicende e le condizioni economiche, sociali, culturali e politiche che hanno determinato lo sviluppo urbanistico di Roma a partire dall'occupazione francese del 1809 fino a oggi (scheda editoriale). 
Dopo la gentrificazione. Un quartiere laboratorio dalla crisi economica all’abitare temporaneo
di Alessandro Barile, Barbara Brollo, Sarah Gainsforth e Rossella Marchini DeriveApprodi, 2023 Cosa c’è dopo la gentrificazione? Cosa avviene in un quartiere quando essa entra in crisi e si arresta? Lo studio del quartiere romano di San Lorenzo ci permette di rispondere a questa domanda, che investe molte città italiane e, più in generale, dell’Europa mediterranea. La crisi economica scoppiata nel 2008 ha prodotto anche una crisi dell’urbano, che ha colpito in particolare le zone della città precedentemente "valorizzate". San Lorenzo non è solo un quartiere, ma il simbolo di una certa idea di città. È infatti il quartiere universitario della capitale, ma anche quello dei movimenti e della partecipazione politica. Un quartiere che, proprio a causa dei processi gentrificatori, si è svuotato di abitanti e poi di attività sociali ed è divenuto, come si legge negli annunci delle agenzie immobiliari, "a uso investimento", per cui la casa non è più collegata all’abitare stanziale ma a quello temporaneo.
Roma. La guida ecologica, sostenibile e solidale
a cura di Sara Bruno e Ylenia Sina Altreconomia, 2023 Una guida realizzata in collaborazione con le associazioni e le persone che promuovono i territori e la cultura come bene comune, all’insegna del turismo sostenibile e dell’accessibilità. Roma è una città che sembra condannata a restare all’ombra dei simboli che la rendono riconoscibile in tutto il mondo. L’enorme rendita del suo patrimonio artistico è stata cannibalizzata dal turismo di massa che si è appropriato dei monumenti più famosi e dei quartieri più vendibili, accelerando la desertificazione del centro storico e la gentrificazione della prima periferia. È in quell’ombra che associazioni, gruppi informali, musei diffusi impiegano competenze e passione per far conoscere la sterminata ricchezza artistica, storica, sociale e ambientale della città (scheda editoriale). Questa guida è stata scritta anche grazie ai saperi di quelle realtà, mostrando un modo diverso di visitare la Capitale: luoghi da esplorare, storie e memorie tralasciate dalle rotte tradizionali, i centri sociali più attivi, le librerie indipendenti, le piccole associazioni culturali, i teatri off, i ristoranti tipici ed etnici e le soluzioni più economiche. A cura di Sara Bruno e Ylenia Sina, con contributi di Cecilia Ferrara e Luca Peretti, e itinerari scritti con la collaborazione dell’associazione Cubilia, dell’Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros e di quello della Via Latina, delle associazioni Alleanza Prenestina e Aefula e della sociologa urbana Irene Ranaldi e della storica dell’arte Maria Elisa Massetti. Prefazione di Tomaso Montanari. Itinerari inaspettati: il Foro Boario e quello Olitorio, un tempio scomparso a Campo Marzio, le torri medievali, luoghi dal marchio coloniale, le rotte del Tevere, le tracce della via Latina, divagazioni all’Esquilino, Testaccio, Roma Est e sulla Nomentana, a piedi sui Monti Prenestini. Elenchi di luoghi da visitare: musei non molto inflazionati, anche a cielo aperto, le biblioteche, il trekking fuori porta, i luoghi di culto, angoli poco conosciuti e gli alberi monumentali. L’identità e l’offerta culturale: percorsi sulla Resistenza, ritratti di persone significative, libri, film e canzoni per capire la città di oggi. Una guida che respira la vitalità dell’associazionismo e del volontariato con le iniziative dal basso in difesa dei diritti.
Vivere o morire di rendita. La rendita urbana nel XXI secolo
di Barbara Pizzo Donzelli, 2023 Può una città vivere di rendita? Cosa accade quando l’idea di poter vivere di rendita si diffonde come fosse una possibilità per tutti, anzi, quasi come se non ci fossero alternative? Quando i tipi di rendita, i meccanismi che la producono, i suoi intrecci sembrano moltiplicarsi, divenire dominanti rispetto ad altre forme di produzione di ricchezza e ad altre possibili relazioni sociali? Quali sono le implicazioni dell’inedita espansione delle logiche dei rentier? Nella città del XXI secolo la rendita sta assumendo un peso preponderante; non è un «dato» ma il risultato di scelte, quindi un fatto politico, imprescindibile fattore esplicativo delle trasformazioni urbane: delle logiche che le guidano, degli obiettivi verso cui tendono, degli esiti socio-spaziali che determinano, della qualità dell’ambiente costruito che producono. Ed ecco il caso di Roma: una città disegnata in profondità dalle logiche della rendita, che sempre di più vive delle sue molte rendite (a cominciare da quelle estratte dal suo immenso patrimonio storico e ambientale), in cui si è reso evidente cosa fosse o potesse essere il «capitalismo dei rentier» prima ancora che venisse chiamato con questo nome. Ma Roma non è un’eccezione: al contrario, essa può essere considerata esempio della traiettoria che un numero crescente di città sta seguendo, in Italia e nel mondo. In realtà, non tutti possono vivere di rendita. Le nostre città possono invece morirne (scheda editoriale).