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L'estrattivismo urbano a Roma. Il quartiere di Centocelle tra gentrificazione e rendita
di Luca Brignone LetteraVentidue, 2024 Un paradosso sembra minare l'efficacia dei processi di riqualificazione o rigenerazione nelle aree delle grandi città soggette a processi di marginalizzazione e periferizzazione: nella migliore delle ipotesi gli interventi si traducono in palliativi incapaci di incidere sui problemi strutturali. Nella peggiore, producono un'espulsione degli abitanti storici e meno abbienti acuendo le disuguaglianze che gli interventi stessi si proponevano di risolvere. Il libro, attraverso l'analisi della trasformazione recente del quartiere di Centocelle, problematizza la categoria della gentrificazione, svelando la natura profonda, radicata ed insidiosa del carattere estrattivo che contraddistingue i modelli di sviluppo urbano dominanti (leggi il libro). 
Roma. O dell'insostenibile modernità
di Enzo Scandurra DeriveApprodi, 2024 La questione romana, mai risolta, è al centro di questi saggi, scritti tra il 2013 e il 2023. Diverse amministrazioni si sono alternate alla guida della Capitale, cadendo senza suscitare alcuna nostalgia e senza riuscire a dare risposta ai mali della città: rifiuti, trasporti urbani, metropolitane, edilizia pubblica, accoglienza dei migranti, disuguaglianze, povertà. Si sono evocati progetti di modernizzazione per colmare il gap rispetto ai modelli urbani globali, da Milano a Barcellona e Dubai, dando per scontato che la "città eterna" fosse in ritardo e dunque bisognosa di grandi opere e megaeventi. Ma Roma moderna lo è di fatto, basta osservare la sua storia, i suoi gioielli di archeologia, i paesaggi dell’Agro romano. Il popolo romano, dotato di ironia e cinismo bonario, lo ha capito da tempo e ha così bocciato queste aspirazioni al nuovismo. I testi di Enzo Scandurra narrano pezzi di questa storia.
Vivere o morire di rendita. La rendita urbana nel XXI secolo
di Barbara Pizzo Donzelli, 2023 Può una città vivere di rendita? Cosa accade quando l’idea di poter vivere di rendita si diffonde come fosse una possibilità per tutti, anzi, quasi come se non ci fossero alternative? Quando i tipi di rendita, i meccanismi che la producono, i suoi intrecci sembrano moltiplicarsi, divenire dominanti rispetto ad altre forme di produzione di ricchezza e ad altre possibili relazioni sociali? Quali sono le implicazioni dell’inedita espansione delle logiche dei rentier? Nella città del XXI secolo la rendita sta assumendo un peso preponderante; non è un «dato» ma il risultato di scelte, quindi un fatto politico, imprescindibile fattore esplicativo delle trasformazioni urbane: delle logiche che le guidano, degli obiettivi verso cui tendono, degli esiti socio-spaziali che determinano, della qualità dell’ambiente costruito che producono. Ed ecco il caso di Roma: una città disegnata in profondità dalle logiche della rendita, che sempre di più vive delle sue molte rendite (a cominciare da quelle estratte dal suo immenso patrimonio storico e ambientale), in cui si è reso evidente cosa fosse o potesse essere il «capitalismo dei rentier» prima ancora che venisse chiamato con questo nome. Ma Roma non è un’eccezione: al contrario, essa può essere considerata esempio della traiettoria che un numero crescente di città sta seguendo, in Italia e nel mondo. In realtà, non tutti possono vivere di rendita. Le nostre città possono invece morirne (scheda editoriale).