Le mani della Destra sulla Scuola: l’assemblea di USB del 1 novembre a sostegno del Cestes, dei diritti costituzionali, della libertà di espressione
Non c’è voluto neanche troppo tempo per arrivare alla diretta repressione del
dissenso. L’occasione è arrivata subito.
È bastato che quel risveglio etico, politico, culturale – che gli scioperi del
22 settembre e del 3 ottobre avevano manifestato con forza, che la
manifestazione per la Palestina aveva rappresentato come un enorme fiume nella
città di Roma – iniziasse a darsi nei luoghi della formazione degli strumenti di
organizzazione, di elaborazione, di ragionamento collettivo, di collegamento al
mondo studentesco, di ripudio della guerra, del riarmo e del genocidio
Palestinese.
Tutti temi del corso di formazione che il Cestes, il nostro centro studi,
insieme a tanti altri soggetti tra i quali l’Osservatorio contro la
militarizzazione delle scuole e delle università, aveva organizzato per il 4
Novembre, data diventata da un anno “Giornata dell’unità nazionale e delle forze
armate”, definendo in termini di patriottismo in divisa quella che rimane la
data di chiusura della tragedia e del massacro della Prima Guerra mondiale.
Con un dispositivo che sarà oggetto di valutazione in sede legale, il Mim ha
impedito lo svolgimento del corso, intimando il ritiro dalla piattaforma del
format che come sempre avevamo costruito tenendo conto dei parametri molto
prescrittivi della formazione scolastica.
Il punto è che di certi temi non si deve parlare, che la normalizzazione deve
avvenire in tempi brevi, che l’anestesia della scuola e della società italiana
devono continuare senza disturbo.
È un provvedimento censorio, autoritario, illiberale e sostanzialmente fascista,
quello contro il quale va lanciata una campagna di solidarietà in prima istanza
per il Cestes e per il suo trentennale e meritorio lavoro culturale e formativo,
e poi per la libertà di insegnamento, di espressione che in anticipo sul DDL
Gasparri nelle stanze di viale Trastevere pensano già di potere impedire,
facendo scempio di diversi articoli della nostra Costituzione.
Il masso potrebbe però ricadergli in testa, dare ancora più spinta alle
proteste, spingere sempre di più su una politicizzazione del mondo delle scuole
che diventa a questo punto per noi un obiettivo prioritario, da perseguire forti
di una organizzazione in crescita e in grado di portare la solidarietà del mondo
del lavoro alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola colpiti così nel vivo:
dai porti agli aeroporti, dalle industrie ai lavoratori braccianti, dal
precariato diffuso e dal mondo del lavoro sottopagato a tutto il mondo dei
pubblici dipendenti, oggi non siamo in presenza di un volgo disperso ma di un
nuovo blocco sociale e politico che si riconosce. Questa la forza e lo spirito
da portare in questa battaglia, senza confinarla alla scuola ma facendola
diventare una battaglia di cultura, libertà, civiltà e futuro per la nostra
società.
Non ci fermeremo, non ci fermeranno. L’assemblea di USB di oggi rafforza la
nostra lotta e ci dice che siamo in grado di sostenere questa partita decisiva
per il futuro del nostro Paese.
Assemblea nazionale delegate e delegati USB: la
diretta https://www.youtube.com/live/8_zBWHJE7_Y?si=3475VVqGRtAG5Gqw
Link al comunicato per condivisione:
Assemblea nazionale delegate e delegati USB: la diretta
Unione Sindacale di Base