MSF denuncia le atrocità di massa a El Fasher (Sudan) e lancia un appello urgente per il rispetto dei civili
396 feriti e oltre 700 persone curate da MSF in quattro giorni
Medici Senza Frontiere (MSF) denuncia le orrende atrocità e le uccisioni di
massa, sia indiscriminate sia mirate a determinati gruppi etnici, che hanno
raggiunto l’apice questa settimana all’interno e nei dintorni di El Fasher. MSF
ribadisce il timore che un gran numero di persone siano in grave pericolo e che
le Forze di Supporto Rapido (RSF) e i loro alleati impediscano loro di
raggiungere aree più sicure, come Tawila dove MSF è operativa.
“Tra il 26 e il 29 ottobre, abbiamo ricevuto 396 feriti e curato oltre 700 nuovi
arrivati da El Fasher in un pronto soccorso dedicato dell’ospedale. Le lesioni
principali sono ferite da arma da fuoco, fratture e lesioni dovute a percosse e
torture. Alcuni hanno ferite infette o lesioni dovute a interventi chirurgici
eseguiti a El Fasher in condizioni disperate senza praticamente accesso a
forniture mediche e farmaci. Le persone arrivate e sopravvissute a Tawila hanno
urgente bisogno di cure mediche e nutrizionali, assistenza psicosociale, riparo,
acqua e assistenza umanitaria” afferma la dott.ssa Livia Tampellini,
vicecoordinatrice delle emergenze di MSF.
I team di MSF a Tawila erano pronti a gestire un afflusso di massa di sfollati e
feriti dopo la caduta di El Fasher, capitale dello stato del Nord Darfur a 60
chilometri di distanza, il 26 ottobre scorso, dopo 17 mesi di assedio e pesanti
attacchi. Negli ultimi mesi, ondate di persone sono fuggite a Tawila dopo ogni
inasprimento delle violenze a El Fasher, che, secondo le Nazioni Unite, ospitava
ancora 260.000 abitanti alla fine di agosto. Tuttavia, negli ultimi cinque
giorni poco più di cinquemila persone sono riuscite a raggiungere Tawila,
secondo agenzie umanitarie in loco che parlano di massacri, persone bloccate e
sottoposte a torture, rapimenti a scopo di riscatto, violenze sessuali ed
esecuzioni sommarie a El Fasher, nelle città vicine e lungo le vie di fuga.
“I numeri degli arrivi non quadrano, mentre crescono le testimonianze di
atrocità su larga scala. Dove sono tutte le persone scomparse che sono
sopravvissute a mesi di carestia e violenza a El Fasher?” si chiede Michel
Olivier Lacharité, responsabile delle emergenze di MSF.
“In base a ciò che riferiscono i pazienti, la risposta più probabile, anche se
spaventosa, è che vengono uccisi, bloccati e inseguiti mentre cercano di
fuggire. Chiediamo urgentemente alle RSF e ai gruppi armati alleati di
risparmiare i civili e consentire loro di mettersi in salvo. Esortiamo inoltre
tutte le parti diplomatiche coinvolte, compreso il “Quad” che include Stati
Uniti, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, a usare la loro influenza
per fermare questo bagno di sangue” aggiunge Lacharité di MSF.
Tra il 26 e il 28 ottobre, i nuovi arrivi da El Fasher, principalmente donne,
bambini e anziani con livelli catastrofici di malnutrizione, sono stati portati
via in camion. Altri, comprese le vittime di colpi di arma da fuoco, viaggiavano
a piedi, nascondendosi durante il giorno e camminando di notte per evitare
uomini armati sulle strade principali.
Tra le persone arrivate il 27 ottobre, 70 bambini con meno di cinque anni erano
gravemente malnutriti e il 57% di loro affetto da malnutrizione acuta grave. Il
giorno successivo, il team di MSF ha effettuato uno screening su 120 uomini
arrivati da El Fasher, il 20% dei quali affetto da malnutrizione acuta grave.
Questi scioccanti indicatori evidenziano l’assoluta agonia sopportata dalle
persone a El Fasher e nei campi circostanti. Più di un anno fa l’area è stata
dichiarata zona colpita da carestia e da allora è stata esclusa dall’accesso al
cibo e a beni di prima necessità, con persone che arrivano a nutrirsi di mangime
animale per sopravvivere.
Diversi testimoni oculari hanno raccontato a MSF che un gruppo di 500 civili e
soldati delle Forze Armate Sudanesi e delle Forze Congiunte, hanno provato a
fuggire il 26 ottobre ma sono stati uccisi o catturati dalle RSF e dai loro
alleati. I sopravvissuti denunciano che le persone sono state separate per
sesso, età o identità etnica percepita e molte sono rimaste in attesa di un
riscatto, per somme che vanno dai 5 ai 30 milioni di sterline sudanesi (da 7.000
a 43.000 euro). Un sopravvissuto ha detto di aver pagato 24 milioni di sterline
sudanesi (34.000 euro) ai suoi rapitori per salvarsi la vita e fuggire. Un altro
ha riportato scene estremamente raccapriccianti di combattenti che schiacciavano
con i loro veicoli diversi prigionieri.
MSF ha allestito un centro sanitario all’ingresso di Tawila, potenziando le cure
di emergenza, le cure chirurgiche e altri servizi medici presso l’ospedale. La
maggior parte del personale sudanese di MSF a Tawila ha parenti uccisi a El
Fasher durante la settimana. Gli sfollati già presenti nella città vanno
incontro ai nuovi arrivati nella speranza di riconoscere un volto familiare tra
le persone affamate e traumatizzate o in cerca di notizie dei loro parenti
scomparsi.
Non c’è più tempo da perdere per aiutare gli altri sopravvissuti: è necessario
che possano spostarsi in aree più sicure e ricevere assistenza salvavita.
Medecins sans Frontieres