Ponte sullo Stretto e rispetto della Costituzione
“La mancata registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPESS
riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della
giurisdizione sulle scelte del governo e del Parlamento. Ma non ci fermeranno,
le riforme della giustizia e della Corte dei Conti saranno la risposta.”
(Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri).
“La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una
scelta politica più che un sereno giudizio tecnico.” (Matteo Salvini,
Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti)
“Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida
quali siano le opere strategiche da realizzare. Quella sul Ponte dello Stretto
da parte della Corte dei Conti, è una decisione che mi lascia esterrefatto.”
(Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli
Esteri).
“In Italia, ma anche in altri Paesi, assistiamo ad un processo di
‘giurisdizionalizzazione’, ovvero di attribuzione alla magistratura di compiti e
censure tipiche della politica. È un problema che andrà risolto con animo freddo
e pacato, un problema serio che non riguarda soltanto l’Italia.” (Carlo Nordio,
Ministro della Giustizia).
Sono queste le reazioni dei principali esponenti del governo alla mancata
registrazione di una Delibera relativa alla costruzione di un “Collegamento
Stabile tra la Sicilia e la Calabria” da parte della Corte dei Conti.
A fronte di queste dichiarazioni, sorge spontanea una domanda: si può giurare
sulla Costituzione senza conoscerne il contenuto? Anzitutto occorre precisare
che nella Carta costituzionale la Corte dei Conti fa parte degli Organi
ausiliari, cioè una delle articolazioni del governo (Titolo III) e non della
magistratura (Titolo IV).
Nell’art. 100 della Costituzione si legge: “Il Consiglio di Stato è organo di
consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia
nell’amministrazione. La Corte dei Conti esercita il controllo preventivo di
legittimità sugli atti del governo, e anche quello successivo sulla gestione del
bilancio dello Stato. Partecipa, nei casi e nelle forme stabilite dalla legge,
al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce
in via ordinaria. Riferisce direttamente alle Camere sul risultato del riscontro
eseguito. La legge assicura l’indipendenza dei due Istituti e dei loro
componenti di fronte al governo.”
Insomma, la Corte dei Conti non ha invaso alcun campo: ha semplicemente assolto
al proprio dovere. Di conseguenza, tutte le dichiarazioni riportate degli
esponenti del governo sono evidentemente fuori luogo o senza senso. Assai grave
è la risposta vendicativa della Presidente del Consiglio, che preannuncia anche
una riforma della Corte dei Conti. Se il risultato non è gradito, si cambiano le
regole del gioco…
Va segnalata, in controtendenza, la pacata e rispettosa dichiarazione di
Federico Basile, sindaco di Messina sostenuto da una coalizione di centrodestra:
“Ho letto adesso la notizia che la Corte dei Conti ha dato uno stop al progetto
del ponte sullo Stretto, ma devo approfondire meglio. Come sempre comunque
accetteremo e rispetteremo le decisioni dei magistrati contabili”.
Vengono in mente le parole di Piero Calamandrei: “Per far vivere una democrazia
non basta la ragione codificata nelle norme di una Costituzione democratica, ma
occorre, dietro di esse, la vigile e operosa presenza del costume democratico
che voglia e sappia tradurla, giorno per giorno, in concreta, ragionata e
ragionevole realtà.”
Rocco Artifoni