Trump minaccia ripresa di test nucleari, un passo indietro pericoloso e inaccettabile. L’Italia lo condanni
La Rete Italiana Pace e Disarmo, partner della Campagna Internazionale per
l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017), condanna
con forza le recenti dichiarazioni del Presidente statunitense Donald Trump, che
sui social media ha annunciato di aver “dato istruzioni al Dipartimento della
Guerra di iniziare a testare le armi nucleari alla pari di Russia e Cina”.
Si tratta di un’affermazione gravissima, oltre che ambigua: né la Russia né la
Cina – così come tutte le potenze nucleari, USA compresi – stanno oggi
effettuando test nucleari, ma soltanto prove sui sistemi di consegna e lancio di
tali ordigni. Non è dunque chiaro cosa intenda realmente il Presidente Trump, ma
è chiaro invece come ogni eventuale ritorno ai test concretizzerebbe un passo
indietro pericoloso, irresponsabile e inaccettabile.
Testare un’arma nucleare significa in definitiva usarla: le esplosioni
“sperimentali” non sono banali e innocue prove scientifiche, ma veri e propri
atti di violenza contro persone e ambiente con conseguenze devastanti e
durature. Tra di esse: contaminazione radioattiva, malattie, malformazioni,
traumi collettivi, distruzione di ecosistemi. Le comunità che in passato hanno
subito gli effetti dei test nucleari continuano ancora oggi a pagarne il
prezzo. Ripetere quei crimini sarebbe moralmente e politicamente indifendibile.
Storicamente i test sono serviti non solo a perfezionare la capacità distruttiva
delle testate, ma anche a inviare segnali di forza e “postura minacciosa” a
potenziali avversari: un linguaggio di intimidazione e paura che potrebbe
riporta l’intera umanità sull’orlo dell’abisso di una mutua distruzione
completa. L’annuncio di Trump dimostra quanto sia fragile la sicurezza globale e
quanto si confermi al contrario urgente l’eliminazione definitiva delle armi
nucleari. Finché esisteranno, la minaccia del loro uso — anche in ambito di
prova — resterà reale. La loro abolizione resta l’unica vera garanzia contro una
catastrofe futura.
Questa dichiarazione infiammatoria giunge in un contesto di crescente escalation
nucleare: la Corea del Nord ha annunciato nuovi test missilistici in
concomitanza con la visita di Trump nella regione; la NATO ha recentemente
condotto le proprie esercitazioni annuali che simulano l’impiego di armi
nucleari (operazione Steadfast Noon); la Russia ha effettuato manovre e
dimostrazioni delle proprie capacità missilistiche strategiche. E gli stessi
Stati Uniti stanno già testando i sistemi di consegna nucleare, inclusi i
meccanismi di comando e controllo e tutti i componenti della cosiddetta “triade
nucleare” (aerea, terrestre e marina). In tale scenario, l’annuncio di Trump
rischia di innescare una nuova corsa agli armamenti e di vanificare decenni di
sforzi diplomatici per il disarmo. È importante ricordare che il Presidente USA
ha parlato di “Dipartimento della Guerra”, ma la responsabilità dei test
nucleari statunitensi non appartiene a quel dicastero bensì al Dipartimento
dell’Energia: un’ulteriore prova della confusione e della pericolosità del
messaggio lanciato.
Non va poi dimenticato come lo stesso Trump, sin dal suo secondo insediamento,
aveva riconosciuto la pericolosità delle armi nucleari e la necessità di
ridurle. Le sue parole attuali smentiscono quelle promesse e si aggiungono
alla modernizzazione e all’espansione in corso dell’arsenale nucleare USA, un
progetto miliardario che allontana il mondo da ogni prospettiva di pace e
sicurezza sostenibile.
A fronte di tutto questo, l’Italia non può rimanere in silenzio. Nel corso della
recente Audizione parlamentare della campagna Italia Ripensaci, la Rete Italiana
Pace e Disarmo ha ribadito la necessità di una scelta chiara, quella del disarmo
nucleare globale, in coerenza con i principi della nostra Costituzione e con la
tradizione diplomatica del Paese: “Non possiamo arrenderci al rischio
esistenziale di una guerra nucleare. L’Italia deve scegliere da che parte stare:
dalla parte della vita, del diritto internazionale e della Pace”. Il nostro
Paese sostiene da sempre il Trattato sulla messa al bando totale dei test
nucleari (CTBT), considerandolo uno strumento cruciale per la sicurezza
internazionale e proprio per tale motivo dovrebbe oggi esprimere con forza,
insieme ai partner europei, ferma condanna e chiara contrarietà all’ipotesi di
ripresa dei test da parte degli Stati Uniti, anche in virtù del fatto che armi
nucleari statunitensi sono ancora dislocate sul nostro territorio.
Se davvero vogliamo costruire sicurezza e stabilità, dobbiamo imboccare la
strada del disarmo, del dialogo e della cooperazione multilaterale. Rete
Italiana Pace e Disarmo rinnova il suo appello al governo e al Parlamento
italiani: è tempo di aderire al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari
(TPAN) come già fatto dalla maggioranza degli Stati del mondo, sostenendo con
decisione ogni percorso verso un mondo libero da armi nucleari.
Rete Italiana Pace e Disarmo