Milazzo in piazza per la Palestina: una mobilitazione ampia e trasversale
Sabato 5 luglio, Milazzo ha visto una significativa partecipazione alla
manifestazione “La Palestina è compito nostro”, con un corteo partito da Piazza
Roma alle 19. L’evento ha riunito un vasto fronte di realtà associative, sociali
e politiche, segnando una forte adesione popolare e dimostrando l’ampio consenso
attorno alla causa palestinese.
Durante il corteo, i partecipanti hanno avanzato richieste chiare al Governo
italiano, esortando un’azione diplomatica immediata per ottenere un cessate il
fuoco e sottolineando il rispetto del diritto umano internazionale e la fine
dell’occupazione di Gaza e Cisgiordania. È stata richiesta la rimozione del
blocco che impedisce l’accesso a beni essenziali nella Striscia di Gaza,
evidenziando l’urgenza di cibo, acqua e medicine per la popolazione, in
particolare per donne e bambini.
I manifestanti hanno sollecitato un intervento sui rapporti commerciali tra
l’Unione Europea e Israele, chiedendo l’interruzione della vendita di armi e la
sospensione del Trattato di Associazione. È stata proposta anche la possibilità
di boicottare le imprese operanti nei territori occupati, con l’intento di
rafforzare la giustizia sociale ed economica.
Inoltre, durante la manifestazione è stata ribadita l’esigenza di porre fine
alle politiche segregazioniste e all’apartheid nei confronti dei Palestinesi,
nonché di garantire il ritorno dei profughi secondo le risoluzioni ONU. È stato
richiesto anche un impegno da parte delle amministrazioni locali affinché
interrompano i rapporti con Israele, con particolare riferimento all’Università
di Messina e al suo accordo di partenariato con la Hebrew University di Tel
Aviv.
Critiche all’ipocrisia politica
A chiusura della manifestazione, un esponente del Collettivo Malerba ha
denunciato l’”ipocrisia” di alcuni leader europei, citando in particolare le
dichiarazioni del cancelliere tedesco Merz, che avrebbe definito Israele come
“chi fa il lavoro sporco per noi”. Un’affermazione che ha suscitato forti
critiche tra i manifestanti, interpretata come un’ammissione di doppiezza nelle
politiche internazionali.
Cultura e continuità della lotta
L’evento si è rivelato un importante tassello di un ampio percorso di
sensibilizzazione che, nel corso dei mesi, ha abbracciato proiezioni di
documentari, dibattiti e iniziative culturali. Queste attività non solo hanno
fornito un contesto informativo, ma hanno anche catturato e riflesso il profondo
sentimento di chi è stanco di un sistema che perpetua ingiustizie e sofferenze.
L’energia e la determinazione di unire le voci in un appello corale si fanno
sentire, testimoniando una mobilitazione collettiva che desidera cambiare le
cose e promuovere la giustizia.
La mobilitazione di Milazzo si unisce così a un movimento più ampio, che da mesi
chiede giustizia e interventi concreti dalla politica italiana ed europea. Una
voce che grida e non si spezza e che, attraverso la protesta e la cultura,
continua a chiedere libertà e diritti per la Palestina.
Redazione Sicilia