MOVIMENTO DI LIBERAZIONE CURDO: “RITIRIAMO LE NOSTRE UNITA’ MILITARI DALLA TURCHIA. ORA ANKARA COMPIA I SUOI PASSI”
Nuova, storica mossa del Movimento di liberazione del Kurdistan; “ritiriamo le
nostre unità combattenti dal territorio dello Stato turco. Siamo impegnati a
rispettare le risoluzioni del XII Congresso (quello di maggio 2025, con lo
scioglimento del PKK nelle forme attuali, ndRodu) e decisi a metterle in
pratica. Affinché queste risoluzioni possano essere attuate, è necessario
adottare determinati approcci legali e politici e rispettare le necessità del
processo.”
In una conferenza stampa a Qandil, quartier generale sulle montagne del
Kurdistan iracheno, un gruppo di combattenti delle Forze di Difesa del Popolo
(le HPG) e delle Unità Femminili Libere (YJA Star), ha fisicamente lasciato il
territorio dello Stato turco e si è attestato, in attesa di nuovi sviluppi,
nelle aree controllate dalla guerriglia sulle montagne del nord-Iraq.
A comunicare il ritiro la voce di Sabri Ok, del comitato esecutivo del KCK
(Unione delle comunità del Kurdistan), in conferenza stampa di Qandil. Al suo
fianco c’erano 25 guerrigliere-i, tra cui Vejîn Dersîm, delle YJA Star (Unità
femminili libere) e Devrîm Palu, del Consiglio di Comando delle HPG, giunti dal
Kurdistan turco a quello iracheno.
Il Movimento di liberazione del Kurdistan ha quindi annunciato di “aver avviato
il processo di ritiro di tutte le forze di guerriglia dalla Turchia alle Zone di
Difesa di Medya (Kurdistan iracheno), al fine di far avanzare il processo di
Pace e Società Democratica alla seconda fase. La dichiarazione di domenica 26
ottobre sottolinea la necessità di adottare senza indugio approcci politici e
legali e invitiamo l’intera popolazione a mobilitarsi” in tal senso.
La mossa di Qandil rappresenta una nuova ricaduta pratica e politica che segue
“L’appello per la pace e per una società democratica” diffuso a febbraio da,
Abdullah Ocalan, tutt’ora rinchiuso dallo Stato turco nell’isola-carcere di
Imrali. Un appello a cui è seguito, a maggio, il 12esimo congresso del PKK,
quello dello scioglimento, inteso come “non una fine, ma un nuovo inizio”,
secondo le parole di Duran Kalkan, membro del Comitato esecutivo del PKK.
Come leggere la mossa di Qandil dentro l’attuale quadro del Movimento di
liberazione curdo? E quali sono le risposte interne al Movimento e quelle
esterne (ossia dello Stato turco) di fronte all’Appello di Ocalan?
Radio Onda d’Urto ne ha parlato con redattori-trici della nostra emittente, che
attualmente si trovano inviate-i in Rojava, la Siria del Nord e dell’Est,
territori sotto il controllo dell’Amministrazione autonoma rivoluzionaria,
ispirata dai principi del confederalismo democratico elaborato da Ocalan.
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