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La Contro COP Anarchica a Belém
I movimenti anarchici dell’Amazzonia organizzano una Contro-COP autonoma e senza figure istituzionali, a differenza della Cúpula dos Povos, conclusasi domenica, giudicata troppo vicina al governo Lula. Abbiamo intervistato due compagni del CCLA (Centro de Cultura Libertária da Amazônia) per i quali la COP30 si configura come un grande palcoscenico per lo Stato borghese e le multinazionali, marcata dalla forte presenza di lobbisti del petrolio e del settore minerario. Riflette una disputa interna alla borghesia globale: da un lato chi vuole mantenere l’economia dei combustibili fossili, dall’altro chi promuove la transizione energetica basata sull’estrazione di terre rare e sulla finanziarizzazione della natura, come il mercato del carbonio. Entrambi i fronti mirano a trasformare l’Amazzonia in laboratorio del capitalismo verde. Inoltre, la presenza di ministri come Marina Silva (Ministra dell'Ambiente) e Sônia Guajajara (Ministra dei Popoli Indigeni), di Guilherme Boulos (Ministro della Segreteria Generale) e di André Corrêa do Lago (Presidente della Cop30) durante la Cúpula dos Povos avrebbe neutralizzato le spinte più radicali.  La Contro-COP anarchica propone dibattiti, assemblee e iniziative internazionaliste ispirate all’ecologia sociale di Murray Bookchin, sostenendo che non esiste sostenibilità senza rompere con capitalismo, patriarcato e razzismo strutturale. Parallelamente, evidenziano altre lotte territoriali, come la Marcha da Periferia, che denuncia genocidio del popolo nero, avanzata delle milizie fasciste e gentrificazione accelerata dai lavori per la COP. Nella regione del Baixo Tapajós collaborano inoltre ai processi di autodermarcazione delle terre indigene, considerati strumenti essenziali di autodifesa comunitaria. Per i militanti, l’anarchismo resta una tradizione viva nella lotta sociale contemporanea e rappresenta una proposta concreta per un futuro basato su autonomia, mutualismo e buen vivir.   Per maggiori info:  https://cclamazonia.noblogs.org/
[Da Roma a Bangkok] Le popolazioni anarchiche dell'Asia
In Asia c'è un'enorme catena di montagne che attraversa l'Asia, dal nord-est dell'India sino al Vietnam, una ragione che si chiama Zomia, che rappresenta una zona di fuga dove si esercitano forme di vita collettiva, costruite per non essere governate. Partendo da questa prospettiva, analizzata anche attraverso il libro dell'antropologo e politologo James C. Scott "L'arte di non essere governati", pubblicato in italiano nel 2009, riflettiamo su anarchia, margine, linee di sviluppo storico e intersezionalità delle lotte.