Il Muro della Libertà: l’arte che libera. Da Santa Maria Capua Vetere un messaggio di bellezza e riscatto
C’è un muro che non separa, ma unisce. Non chiude, ma apre. È il Muro della
Libertà , la grande opera realizzata dall’artista Alessandro Ciambrone sulle
pareti esterne del carcere “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere ,
entrata nel Guinness World Records come il più grande murale al mondo realizzato
da un solo artista .
Una superficie di 5.441,93 metri quadri , lunga circa 715 metri e alta 5,6 metri
, che si stende come un racconto di luce e di speranza intorno a un luogo un
tempo segnato dal dolore.
Colori, frasi, simboli e volti danno vita a un’opera corale in cui trovano
spazio le parole di Premi Nobel, scrittori, cantanti e testimonianze di
nonviolenza , da Mandela a Martin Luther King.
Dedicato a Papa Francesco , il murale è un inno alla pace, alla fratellanza e al
diritto di rinascere. Alla sua realizzazione hanno partecipato , studenti e
dieci mecenati , con il sostegno della direttrice Donatella Filomena Rotundo ,
della provveditrice regionale Lucia Castellano e del Dipartimento
dell’Amministrazione Penitenziaria .
L’inaugurazione, alla presenza del sottosegretario alla Giustizia Andrea
Delmastro Delle Vedove , ha rappresentato un momento di condivisione autentica
tra istituzioni, cittadini e mondo dell’arte.
Per completare l’opera, Ciambrone ha vissuto per cinquanta giorni all’interno
del carcere, in un appartamento messo a disposizione dalla polizia
penitenziaria.
Ha dipinto giorno e notte, lavorando con alcuni detenuti in regime di
semilibertà e con studenti provenienti dalle scuole della provincia di Caserta e
di Napoli.
Quel muro, che per decenni aveva rappresentato la distanza, è diventato un
simbolo di incontro e di umanità condivisa. “Ho realizzato un sogno – racconta
l’artista – e ci sono riuscito perché ho trovato una direttrice capace di
visione, un’amministrazione coraggiosa e una comunità che ha creduto nella
bellezza come possibilità di redenzione.”
> “Il Muro della Libertà è più di un primato mondiale: è un atto di fede nella
> dignità umana.
> Dedicato a Papa Francesco, che ha posato lo sguardo misericordioso sugli
> ultimi, l’opera di Ciambrone fa vibrare la voce del Vangelo nel linguaggio dei
> colori.
> Come in un canto di Giotto e in un sogno di Arturo Bustos, la materia si fa
> spirito e il muro, da confine, diventa orizzonte.”
> (Vittorio Russo, consulente culturale del murale)
La storia di questa impresa è raccontata nel docufilm “Libero dentro” , diretto
da Giuseppe Alessio Nuzzo , presentato in anteprima il 17 ottobre 2025 presso
l’aulario della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi
Vanvitelli” .
Il film mostra il percorso umano e artistico di Ciambrone, il lavoro silenzioso
di chi ha creduto nel progetto e la partecipazione corale di detenuti, docenti e
studenti.
Tra questi, anche il Liceo Scientifico “Arturo Labriola” di Napoli , con la
#Labrioband e il #Labrioteatro , che hanno portato musica e parole davanti al
muro, nel segno della libertà e della rinascita.
“È stato toccante per me e per i miei ragazzi – racconta un docente – sapere di
aver partecipato a qualcosa che restituisce speranza attraverso la bellezza.”
Il Muro della Libertà non è solo un’opera d’arte, ma il punto di partenza di una
trasformazione più ampia.
Negli ultimi anni, sotto la direzione di Donatella Rotundo , il carcere di Santa
Maria Capua Vetere è diventato un vero e proprio laboratorio sociale, dove arte,
formazione e lavoro si intrecciano per restituire dignità a chi ha sbagliato.
Sono nati una sartoria interna , che collabora con i marchi Isaia e Marinella
per la produzione di camicie e cravatte; una pasticceria sociale legata alla
campagna contro la violenza di genere “Un bacio si dà in due, uno schiaffo no” ;
un orto idroponico che fornirà materie prime per il futuro ristorante aperto al
pubblico all’interno del carcere; e un canile comunale dove lavorano detenuti
formati dalla Regione Campania.
Sono progetti che parlano di un’altra idea di giustizia, in cui la pena diventa
percorso e la libertà un cammino possibile.
Ciambrone ha voluto che nel murale trovassero spazio anche riferimenti
all’attualità: sezioni dedicate all’Ucraina e alla Striscia di Gaza, come monito
e richiamo alla pace.
“Abbiamo superato un record che durava da vent’anni – ha spiegato – ma la vera
conquista è aver unito mondi diversi: i detenuti, gli studenti, gli
imprenditori, le istituzioni. La libertà nasce quando l’arte incontra la
fiducia.”
Oggi, dove un tempo c’erano le tracce della violenza, scorrono i colori della
speranza.
Là dove il muro segnava un confine, ora racconta il diritto di ogni persona ad
essere libera dentro .
In un mondo che continua a costruire muri per dividere, quello di Santa Maria
Capua Vetere è un muro che unisce.
E ci ricorda, con la forza silenziosa dell’arte, che la bellezza può ancora
salvare l’uomo.
Lucia Montanaro