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Il discorso di Franco Castrezzati prima dello scoppio della bomba
Il 14 ottobre 2025 è deceduto Franco Castrezzati, sindacalista bresciano che stava parlando nel momento dell’esplosione della bomba in Piazza Loggia, a Brescia, il 28 maggio 1974. Castrezzati è stato un volto fondamentale dell’antifascismo militante e divenne la voce simbolo della strage di piazza Loggia. Franco Castrezzati aveva compiuto 99 anni lo scorso 21 aprile. Nato a Cellatica nel 1926, partigiano con le Fiamme Verdi in Valle Camonica, iniziò il suo impegno sindacale nel 1948 nella Libera Cgil. Dopo la nascita della CISL nel 1950 fu prima operatore della Fim e poi dell’ufficio formazione. Nel 1958 venne eletto segretario generale dei metalmeccanici CISL , incarico che ricoprì per vent’anni; dal 1965 al 1972 fece parte anche della Segreteria nazionale della categoria. Dal 1978 al 1981 fu Segretario generale dell’Unione Sindacale Provinciale CISL di Brescia.  Ecco il discorso che Franco Castrezzati recitò dal palco prima che, alle 10.12, la bomba, esplodesse provocando 8 morti e 102 feriti. «Amici e compagni lavoratori, studenti. Siamo in piazza perché, in questi ultimi tempi, una serie di attentati di marca fascista ha posto la nostra città e la nostra città provincia all’attenzione preoccupata di tutte le forze antifasciste. E le preoccupazioni sono tante più acute ove si tenga conto che la macchina difensiva delle istituzioni democratiche della repubblica sia messa in moto solo dopo che alcune fortuite circostanze hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione eversiva ampiamente finanziata e dotata di mezzi micidiali sufficienti comunque a creare il terrore e sbandamento. Il drammatico episodio di Piazza Mercato ha imposto un colpo di acceleratore nelle indagini sulle trame nere. Sono così venuti alla luce uomini di primo piano, già legati alla Repubblica di Salò che hanno rapporti con gli attentatori di Piazza Fontana e del direttissimo Torino-Roma, con il disciolto gruppo di ordine nuovo risolto poi sotto la sigla di Ordine Nero, con le squadracce d’azione Mussolini e con il Movimento d’Azione Rivoluzionaria, con le organizzazioni “La Rosa dei Venti” e “Riscossa” e con lo stesso Movimento Sociale Italiano. Si scopre così un fortino alla periferia della città, una sorta di campo di addestramento messo a disposizione dall’ingegnere di Collebeato, ufficialmente povero in canna, ma in realtà accasato una villa principesca. Vengono pure alla luce bombe, ami, tritolo, esplosivi di ogni genere, perfino cannoncini, anche se rudimentali. Qualcosa di più di quanto non sappiano mettere insieme quattro ragazzini esaltati dalla droga di ideologie assurde, ai quali viene cinicamente affidata l’esecuzione di attentati che spesso falliscono e si ritorcono come boomerang contro gli inesperti bombardieri. Ci troviamo di fronte a trame intessute segretamente da chi ha mezzi ed obiettivi precisi. Si vogliono, cioè, sovvertire le istituzioni democratiche della nostra Repubblica nate dalla Resistenza. A questo fine si strumentalizzano i giovani, le loro menti vengono imbottite di droga che sconvolge ogni valore universalmente accolto. Così si attenta alla vita umana che è un diritto naturale, si innescano ordigni esplosivi contro le sedi di partiti, di sindacati, di cooperative col proposito di intimidire. Il propellente per queste imprese banditesche è ancora una volta l’ideologia fascista. All’insegna del nazionalismo e del razzismo, la Repubblica di Salò ha intruppato nelle brigate nere giovani, spesso ancora adolescenti, inviandoli alla carneficina mentre deliranti e farneticanti urlavano slogan insensati. Oggi ancora si insiste su questa strada approfittando dell’inesperienza; ed è così che i mandanti, i finanziatori dell’eversione possono seminare distruzione e morte senza scoprirsi, possono camuffare le loro trame con tinte diverse da quella nera, come avvenuto per l’attentato di Piazza Fontana o del treno Torino-Roma, oppure, come avviene in ogni parte del mondo quando si vogliono soffocare le aspirazioni di progresso, di giustizia e di democrazia dei popoli. i titoli dei giornali dell’immediato dopoguerra mettevano ripetutamente in evidenza che a pagare per le colpe, per i misfatti, per i crimini del Fascismo erano normalmente i meno responsabili. Gli stracci così venivano definiti punto ed è a me che sembra che la storia si ripeta e cioè che anche oggi si scavi, non si scavi in profondità, che non si affondi il bisturi risanatore fino alla radice del male. La nostra Costituzione, voi lo sapete, vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista; eppure il movimento sociale italiano vive e vegeta. Almirante, che con i suoi lugubri proclami in difesa degli ideali nefasti della Repubblica Sociale Italiana ordiva fucilazioni e ordinava spietate repressioni, oggi ha la possibilità di mostrarsi sui teleschermi come capo di un partito che è difficile collocare nell’arco antifascista e perciò costituzionale. A Milano» [scoppio della bomba – ore 10,12]   https://www.bresciaoggi.it/territorio-bresciano/brescia/il-discorso-di-franco-castrezzati-prima-dello-scoppio-della-bomba-1.12818696? https://www.giornaledibrescia.it/cronaca/addio-franco-castrezzati-voce-simbolo-strage-piazza-loggia-qmfz9q61 https://www.bresciaoggi.it/territorio-bresciano/brescia/e-morto-franco-castrezzati-sua-la-voce-dal-palco-quando-scoppio-la-bomba-in-piazza-loggia-1.12818676 Redazione Sebino Franciacorta