No al militarismo, no all’economia di guerra
Stop Rearm Now
Una folle corsa al riarmo attraversa l’Italia, l’Europa e il Mondo intero.
Occorre mettersi in mezzo, inceppare gli ingranaggi, lottare contro il
militarismo e l’industria bellica.
Le armi italiane prodotte in primo luogo dal colosso industriale Leonardo spa
(ex Finmeccanica) sono presenti in tutti i teatri di guerra. In tanti angoli del
Pianeta, a cominciare dalla Palestina (ma anche in Ucraina, Sudan, Congo, Sahel,
Myanmar, ecc) muoiono donne, uomini, bambine e bambini, massacrati da prodotti
bellici prodotti a due passi delle nostre case.
Le guerre non sono lontane, bloccarle, incepparle dipende da noi. Esporsi in
prima persona è una scelta morale e politica ineludibile.
Il massacro del popolo palestinese a Gaza ha scosso le coscienze di centinaia di
migliaia di persone che hanno invaso le piazze, bloccato nodi stradali, porti e
aeroporti, occupato università e centri direzionali per chiedere a gran voce la
fine del genocidio di un popolo innocente, per denunciare la complicità del
governo italiano con lo stato stragista sionista.
La finta pace imposta da Trump, il progetto di trasformare Gaza in un
protettorato gestito da compagnie affaristiche occidentali, non ha risolto il
problema palestinese ma anzi lo sta aggravando.
Ma mentre l’attenzione mediatica è concentrata, giustamente, sulla Palestina, i
venti di guerra spirano violentemente in Europa. Acuto è il confronto militare
ai confini orientali tra la NATO e la Federazione Russa. L’Italia è in prima
fila in Estonia, in Romania, nel Mar Nero. Il pericolo di un coinvolgimento
diretto del nostro Paese in una guerra è più che concreto.
In questo quadro il Governo ha aumentato la spesa militare sino al 5% del PIL
arrivando a 61 miliardi di euro annui, tolti a sanità, scuola, stato sociale.
Anche il Governo Regionale siciliano si appresta a dirottare 280 milioni verso
infrastrutture militari. I nostri soldi che dovevano servire per sanità, scuola
e trasporti serviranno per infrastrutture della difesa e in particolare per
ristrutturare in senso militare gli aeroporti di Birgi, Comiso, Fontanarossa.
Occorre cambiare registro, occorre che i fondi stanziati per gli armamenti
siano destinati alla sanità, alla scuola, ai trasporti, alla lotta alla povertà.
La nostra città è in prima fila nella costruzione di strumenti bellici. I
Cantieri Navali di Palermo non devono più costruire e ristrutturare mezzi
nautici da guerra. Bisogna fermare la produzione della Leonardo spa che alla
Guadagna produce sistemi elettronici usati in tutte le guerre e che provocano la
morte, la mutilazione di tanti innocenti, unita alla distruzione a alla
devastazione delle città e dei territori.
La Fincantieri, la Leonardo spa devono essere trasformate e ristrutturate da
fabbriche belliche e di morte in industrie di pace e di benessere.
Siamo convinti che le guerre sono il frutto dello scontro fra interessi
capitalisti e che i popoli che subiscono le guerre sono le vittime sacrificali.
Per questa ragione siamo solidali con tutti i disertori, i renitenti, i
sabotatori di ogni guerra.
Vogliamo un Mondo di libere e liberi ed uguali, un Mondo senza frontiere né
eserciti. Solo la mobilitazione popolare e la solidarietà internazionalista
possono porre fine a tutte le guerre.
Da oggi ci diamo appuntamento per il 4 novembre, che per noi è la giornata
dell’antimilitarismo e per il disarmo. Il 4 novembre non c’è niente da
festeggiare, è una giornata di lutto nel ricordo dei milioni di giovani mandati
alla morte da vertici militari vigliacchi in quel lontano tragico conflitto
mondiale.
Oggi come ieri: disertori di tutte le guerre, partigiani sempre!
Il prossimo incontro organizzativo, al laboratorio A. Ballarò, è fissato per
lunedì 20 ottobre alle 17.30.
Assemblea No Guerra – Stop ReArm Europe
Redazione Palermo