La parola della settimana. Paraculo
(disegno di ottoeffe)
“Chiediamo che venga ritirato l’invito a partecipare alla Mostra di
Venezia a Gerard Butler, Gal Gadot e a qualunque artista e celebrità che
sostenga pubblicamente e attivamente il genocidio. E che invece quello spazio
venga messo a disposizione di una nostra delegazione che sfili sul red carpet
con la bandiera palestinese”. (venice for palestine, 25 agosto 2025)
Gal Gadot, l’attrice israeliana famosa per il ruolo di Wonder Woman, ha svolto
due anni di leva militare obbligatoria nell’esercito del proprio paese, con la
mansione di istruttore atletico nella Idf, le forze di difesa israeliane, dopo
essere risultata tra i primi del suo corso d’addestramento. […] Nel 2007, al
mensile Maxim, Gadot descriveva così la sua attività quotidiana nell’esercito:
“Insegnavo ginnastica e calistenics; ai soldati piacevo perché li mantenevo in
forma”. […] In una cover story per Glamour: “Devo dire che nessun paese dovrebbe
aver bisogno di un esercito; ma ad ogni modo, per essere un vero israeliano,
devi servire lo Stato, e restituirgli quello che ti ha dato. Per due o tre anni,
non pensi a te stessa, rinunci alla tua libertà, ma impari la disciplina e il
rispetto”. (cinemaserietv.it)
(foto da cufi.org)
Una serata di gala con celebrità raccoglie trentotto milioni di dollari per
l’Idf a Los Angeles. Tra gli ospiti presenti c’erano Julie Bowen, Gerard Butler,
Robert De Niro, Joanna Krupa e Arnold Schwarzenegger. L’evento è stato
presieduto dall’imprenditore e magnate dei media Haim Saban e da sua moglie
Cheryl e ha visto la partecipazione di numerosi personaggi ebrei di spicco. […]
“Siamo lieti di vedere che la fondamentale missione dell’esercito israeliano,
fornire programmi di benessere e istruzione agli eroici uomini e donne dell’IDF,
continua a riscuotere successo nella comunità di Los Angeles”, ha affermato
Saban. (cufi.org / traduzione di -rr)
Almeno sette persone, fra cui cinque bambini che erano in coda per l’acqua, sono
rimaste uccise in un attacco israeliano con droni avvenuto nella zona
di al-Mawasi, nel sud di Gaza, vicino Khan Younis. Lo riferisce Al
Jazeera citando una fonte dell’ospedale Nasser. L’emittente riporta che il
portavoce della Protezione civile di Gaza, Mahmoud Basal, ha pubblicato una foto
dei corpi di cinque bambini, insieme a un’immagine della macchia di sangue nel
luogo in cui sono stati uccisi. “Erano in fila per riempire delle taniche
d’acqua nella zona di al-Mawasi, descritta come ‘sicura’, quando le forze di
occupazione li hanno presi direttamente di mira, trasformando la loro ricerca di
vita in un nuovo massacro”. (il fatto quotidiano, 2 settembre 2025)
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto.
(i nomadi, dio è morto)
“Se mi si invita a riconoscere che è in corso un genocidio la risposta è
assolutamente sì. Questo è uno di quei casi in cui quello che sta succedendo è
evidente, non c’è tanto da stare a discutere. Le testimonianze di istituzioni
assolutamente affidabili sono riscontrabili. Se invece poi si scivola dentro
un’emotività che ti porta a chiedere di censurare o di boicottare, in questo
caso faccio un passo indietro e sono meno propenso, anzi non sono per niente
propenso a censurare nessuno. Soprattutto in un luogo come questo che deve
accogliere chiunque, anche quelli che sostengono le posizioni più scomode e ai
nostri occhi irritanti”. (paolo sorrentino)
Il paraculo è l’opportunista, quello che, specie in maniera occulta, cerca di
volgere una situazione a proprio vantaggio. Il paraculo è levantino, sa navigare
nello scorrere degli eventi, sa compiacere e approfittare per il fine ultimo e
supremo del proprio tornaconto. Forse l’unico connotato che conserva del suo
significato precedente è lo sprezzo – connotato da non disdegnare, nel
qualificare l’opportunista: troppo spesso il furbo scafato ha un profilo
positivo, profilo invece tendenzialmente escluso dal paraculo.
(unaparolaalgiorno.it)
“Mi hanno messo in mezzo. Mi ha chiamato Silvia Scola, la figlia di Ettore
chiedendomi se volevo firmare un appello contro quello che sta accadendo a Gaza,
che va condannato in tutti i modi, nell’ambito della Mostra, manifestando a una
platea ampia la sensibilità del cinema, che non è chiuso nell’indifferenza. E ho
firmato. In un secondo momento i promotori hanno aggiunto i nomi di quei due
attori. Non sono d’accordo nell’escludere gli artisti. Anche all’inizio della
guerra in Ucraina ricordo il boicottaggio verso i tennisti russi. Ma cosa
c’entravano loro? Sono sportivi, non militari né politici. […] Quei due non sono
gente che tira le bombe, sono attori come me”. (carlo verdone)
(credits in nota1)
“Quando ho firmato l’appello non c’era questa richiesta sull’esclusione di
alcuni artisti. Non mi appartiene, non sono d’accordo”. (ferzan ozpetek)
“Sono stato tra i firmatari di un documento che chiedeva di accendere una luce
più forte su una tragedia immane a cui stiamo assistendo. […] Credo che il
risultato al primo giorno di festival sia già ampiamente raggiunto. […] Non
condivido per nulla il boicottaggio di artisti israeliani o di qualsiasi altro
paese a manifestazioni come la Mostra del cinema o come la Biennale arte. Credo
che questi luoghi siano luoghi di accoglienza in cui si invita tutti e poi ci si
confronta e si stabilisce civilmente su che posizione si sta, ma non sono luoghi
di esclusione. Questo aspetto, ci tengo a dirlo, non lo condivido”. (toni
servillo)
“Questo boicottaggio non lo condivido. Però, se entriamo nel merito di chi sono
questi, se hanno compiuto delle cose che in qualche modo acconsentono, sono
favorevoli alla scelta di Netanyahu… Che poi li si debba censurare… la censura è
sempre qualche cosa di inaccettabile, che viene dall’alto, dal potere, che
schiaccia. Io sono fautore della protesta non violenta” (marco bellocchio)
Faccio fa’ le pulizie di casa all’indianino con la go-pro,
almeno vedo se pulisce bene o no.
E con tutti i soldi che ogni mese je do’
magari ce esce n’artro marò! […]
Questo colla vespa nun me vuole fa’ usci’
c’ha pure l’adesivo de Piero Gramscì,
madonna ‘sti qui: che radical chic! […]
Sostanzianzialmente penso solo ai cazzi miei
per ottenere tutto quello che vorrei:
troppe domande fossi in te non ne farei.
(brusco, paraculo)
Il 2020 ha prodotto risultati positivi da parte di attivisti, studenti,
difensori dei diritti civili e legislatori per sostenere il diritto di
boicottare Israele. […] Ci sono state molte azioni dirette, vittorie in
tribunale e appelli a sanzionare Israele per le sue violazioni del diritto
internazionale. […] All’inizio dell’anno, le Nazioni Unite hanno pubblicato il
tanto atteso elenco di società che traggono profitto dai crimini di guerra di
Israele. […] Il rapporto elenca 112 società coinvolte in attività negli
insediamenti come la fornitura di attrezzature e materiali per la costruzione o
la demolizione di case, sorveglianza e sicurezza, trasporto e manutenzione,
inquinamento e scarico di rifiuti e sfruttamento delle risorse naturali,
comprese l’acqua e la terra. Il Bnc ha accolto con favore la pubblicazione del
rapporto, che è avvenuto “nonostante le intimidazioni da parte di Donald Trump e
del governo di estrema destra di Israele”. […] Ad aprile, l’ufficio del
Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo in Giordania ha annunciato che non
rinnoverà il suo contratto con G4S, una società di sicurezza privata con una
lunga storia di coinvolgimento nei crimini di Israele. […] La Corte europea dei
diritti dell’uomo ha sostenuto il diritto di boicottare Israele quando ha
annullato le condanne penali contro undici attivisti per i diritti dei
palestinesi in Francia. Ha stabilito all’unanimità che le condanne contro gli
attivisti per aver invitato gli acquirenti a boicottare le merci israeliane
hanno violato la garanzia di libertà di espressione della Convenzione europea
dei diritti dell’uomo. (continua a leggere!)
POST SCRIPTUM – Ho letto che quando Boris Pasternak consegnò agli emissari di
Giangiacomo Feltrinelli il manoscritto per la pubblicazione italiana ed europea
de Il dottor Živago, avendo saputo che il Pcus stava facendo enormi pressioni
attraverso il Pci, addirittura trattando l’argomento in diverse sedute del
Comitato Centrale del partito sovietico per non farlo pubblicare, Pasternak gli
disse più o meno: «Ecco, questo manoscritto vale anche come invito al mio
funerale».
(a cura di riccrado rosa)
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¹ Fabrizio Bracconeri e Carlo Verdone in: Acqua e sapone, Carlo Verdone (1983)