Sicilia, piattaforma di guerra nel Mediterraneo
La Sicilia storicamente è stata una terra di importanza cruciale per il
controllo del Mediterraneo e delle aree limitrofe. Già dall’antichità chi
esercitava il dominio sull’isola aveva la possibilità di controllare le vie di
traffico, sia civile che militare, fra oriente, occidente e costa settentrionale
dell’Africa.
Di importanza fondamentale è stato il ruolo della Sicilia nel secondo conflitto
mondiale, con la sua appendice nell’isola di Pantelleria. La Sicilia
fu un’importante base militare, sia per l’Aeronautica militare italiana che per
la Luftwaffe tedesca. La presenza sul suolo siciliano di 19 aeroporti e 12 campi
di fortuna militari (Birgi, Milo, Chinisia, Gerbini, Trapani, Boccadifalco,
Comiso, Catania, Pantelleria….) ha caratterizzato gran parte della guerra nel
Canale di Sicilia, condizionando i trasporti, gli approvvigionamenti e i
rifornimenti civili e militari fra l’Europa e l’Africa.
Dai suoi numerosi aeroporti decollavano gli aerei che bombardavano Malta, la
Tunisia e scortavano i convogli dei rifornimenti per il fronte dell’Africa
settentrionale. Per questo motivo, fin dal dicembre 1941 la presenza di comandi
e reparti della Luftwaffe tra Catania e Ragusa e nel Trapanese fu alta.
Durante la Seconda guerra mondiale le città della Sicilia furono soggette a
pesanti e ripetuti attacchi aerei contro i quali non erano adeguatamente
protette. Fu soprattutto Palermo a subire attacchi pesanti per un lungo periodo
di tempo: oltre al porto, l’obiettivo primario delle incursioni, anche il centro
storico fu colpito più volte, causando gravi danni a numerosi e importanti
monumenti ed edifici storici.
Ancora oggi la posizione strategica della Sicilia ci porta a dover affrontare il
grave problema che assegna alla nostra isola il ruolo di base strategicamente
pericolosa per fini bellici, un’isola che serve militarmente agli altri,
soprattutto trampolino di lancio per i raid aerei verso la Libia e i Paesi
vicini.
È davvero pesante la situazione che si vive nell’isola, a causa dell’eccessiva
proliferazione di installazioni militari statunitensi, diventata fuori
controllo, tanto che la Sicilia può essere ormai definita la portaerei americana
nel Mediterraneo.
Sigonella, Augusta e Trapani costituiscono i punti focali di tutte le più
importanti esercitazioni terrestri e aeronavali.
Non sappiamo, inoltre, se in queste basi esistano depositi di ordigni atomici,
ma è nota la presenza dei droni Global Hawks a Sigonella, dei sottomarini
nucleari USA ad Augusta, mentre non è facile sapere l’uso che si fa del sistema
di comunicazione MUOS dentro la base americana di Niscemi.
La base Nato più importante e strategica è la Naval Air Station di Sigonella. Si
trova nella piana di Catania e da qui opera la componente aerea della Marina
statunitense: si tratta del principale hub per le operazioni americane nel
Mediterraneo. La Base aerea di Sigonella è adiacente e dipendente da una base
dell’Aeronautica Militare Italiana (sede del 41° Stormo AntiSom). La base si
compone di due sezioni (NAS I e II) a circa 16 km ad ovest della città di
Catania ed a 39 km a sud del vulcano Etna.
La base di Sigonella ospita, inoltre, la Naval Air Station Sigonella (abbreviata
in NAS Sigonella o NASSIG) della Aviazione di marina statunitense, è utilizzata
anche per operazioni della NATO ed è sede del “Comando Alliance Ground
Surveillance” (NAGSF). Ospita anche assetti di Eunavfor Med Irini.
Sigonella è la principale base terrestre della US Navy nel Mediterraneo
centrale, hub logistico e operativo per la Sesta Flotta e per le operazioni
NATO. Ospita il programma Alliance Ground Surveillance e droni Global Hawk.
La base militare di Sigonella è, dunque, un hub strategico per tutte le
operazioni militari statunitensi nel Mediterraneo, essa supporta tutte le
operazioni della Sesta Flotta americana nel Mediterraneo. Inoltre, Sigonella
ospita la Joint Tactical Ground Station (JTAGS), un sistema di ricezione e
trasmissione satellitare per prevedere e governare il lancio di missili
balistici.
Il Comando NATO Alliance Ground Surveillance (AGS), è strettamente collegato al
MUOS (Mobile User Objective System), sistema satellitare avanzato localizzato
all’interno della sughereta di Niscemi, utilizzato dalle forze armate
statunitensi nel Mediterraneo. Il MUOS fornisce servizi indispensabili di
comunicazione a banda larga per le forze armate statunitensi e NATO e
rappresenta un importante assetto strategico per le forze armate statunitensi
nel Mediterraneo.
Dalla Sicilia gli Americani guidano i Droni e le operazioni militari in Ucraina,
in Medio Oriente e nel Mediterraneo, dalla Sicilia arriva un supporto
fondamentale a tutte le azioni di guerra e di morte degli USA e dei loro
alleati.
La Base di Sigonella e il MUOS rendono la Sicilia bersaglio strategico per le
forze che si oppongono alla follia sanguinaria di Israele, follia sostenuta da
America e Unione Europea.
Oltre Sigonella e Niscemi c’è la base navale di Augusta (Sr) approdo e supporto
logistico per la Marina USA. La base navale di Augusta e quella di Messina sono
inserite nel programma di ammodernamento per adattarle agli standard delle
flotte della NATO.
Altri due aeroporti militari sono quello di Pantelleria e quello di
Trapani-Birgi. L’aeroporto dell’isola di Pantelleria assume grande importanza
strategica per la sua posizione al centro del canale di Sicilia, esso è sede di
un Distaccamento aeroportuale dell’Aeronautica Militare alle dipendenze del 37°
stormo di Trapani-Birgi.
L’aeroporto di Trapani-Birgi, situato tra Misiliscemi e Marsala, è la sede del
37° stormo. Birgi è stato usato già nel 1999 e nel 2011 per scopi bellici. Nel
1999 da Birgi partivano i bombardieri per colpire la Serbia durante la guerra
del Kosovo, in modo analogo è stato usato nel 2011 per bombardare la Libia
durate la guerra contro il regime della Jamahiriya Araba Rivoluzionaria con
l’operazione Odyssey Dawn. Oggi il 37° stormo è dotato dei moderni Eurofighter
Typhoon, secondi solo ai nuovi F35. Birgi entro il 2028 verrà trasformato in
un polo di addestramento globale della NATO per i caccia bombardieri F-35. La
struttura, secondo quanto annunciato, diventerà il più grande centro al mondo
insieme a quello già operativo in Arizona, rappresentando un nodo strategico per
l’Alleanza Atlantica nel Mediterraneo.
A queste basi già operative possiamo aggiungere anche la dismessa base
missilistica di Comiso (Rg), oggi aeroporto civile, che in brevissimo tempo
potrebbe essere riconvertito in base militare.
Comiso, Sigonella, Birgi, Niscemi sono stati e rimangono obiettivi principali
del movimento antimilitarista siciliano, italiano e internazionale.
Per una Sicilia libera dalle servitù militari la chiusura delle basi militari in
Sicilia, e il loro smantellamento, è uno degli obiettivi strategici del
movimento contro il Riarmo, contro le guerre, contro il crescente militarismo.
Renato Franzitta