Documentario su Colt e Wesson trasmesso più volte, mamma Rai e la nuova didattica delle armi
Una persona che segue il lavoro dell’Osservatorio contro la militarizzazione
delle scuole e delle università ci ha scritto che il canale tv Rai Scuola manda
in onda, da tempo e spesso nel corso delle ore pomeridiane, un documentario
sull’ascesa economica di Colt e Wesson, due inventori il cui prodotto non ha
nulla a che fare, o non dovrebbe avere nulla a che fare, con la scuola e la
didattica. Questo documentario è stato trasmesso domenica 5 ottobre alle 15:20 e
sarà trasmesso di nuovo la sera di sabato 11 ottobre alle ore 21:00. Solo
nell’ultima settimana è stato trasmesso due volte!
Ringraziamo chi ci ha scritto per farcelo notare.
Colt e Wesson sono state due figure cardine della invenzione e produzione di
armi da fuoco in USA. Se vogliamo essere più precisi le prime due firme a
contendersi il monopolio statunitense sulle armi da fuoco dal lontano 1840,
prima con la guerra di confine tra USA e Messico poi con la guerra civile
americana tra Nord e Sud.
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
consideriamo dubbia la sistematicità con la quale viene trasmesso questo
documentario su un canale dedicato alla divulgazione e all’approfondimento
culturale per ragazzi/e in età scolare. La narrazione romanzata della vita dei
due imprenditori, la cura per i costumi storici, la palette cromatica, le
musiche di sottofondo confezionano una esperienza immersiva e romanticizzata
dell’Ottocento industriale. I veri protagonisti del documentario sono il
revolver che viene perfezionato modello dopo modello in modo da diventare l’arma
più leggera e letale in circolazione. L’arma che permette di vincere qualunque
avversario non ne abbia un’altra uguale in mano. Si accenna ai brevetti delle
armi a tamburo, prima a 5 poi a 6 colpi, all’invenzione della cartuccia. La
possibile curiosità del pubblico sui dettagli, la passione per la meccanica
viene soddisfatta.
Colt e Wesson sono simboli del Far West e dell’esercito statunitense. I due
marchi sono stati centrali nella vendita di armi nella I e II Guerra Mondiale,
nella Guerra di Corea, nel Vietnam e nella Guerra del Golfo. Grazie a fumetti e
film western le pistole Colt e Smith&Wesson sono dei veri simboli nella cultura
pop, al pari di cappelli da cowboy, selle ornate e giacche con frange. Una
strategia di soft power che qui in Italia stanno tentando anche la Polizia di
Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza per avvicinare con fumetti e
graphic novel le nuove generazioni. Ne abbiamo scritto qui e qui.
Il documentario su Colt e Wesson si chiude dicendo che con la fine della guerra
civile americana i soldati tornarono alle loro case con la propria arma, così si
è diffuso l’uso di avere un’arma privata e un vero pensiero ideologico a favore.
Cogliamo l’occasione per ricordare che proposito di armi, gli USA sono il Paese
con più armi pro-capite al mondo, ci sono in circolazione più armi leggere che
persone: in media 120 pezzi ogni 100 abitanti. Metà delle armi è concentrata
nelle mani di solo il 3% della popolazione: una piccola minoranza possiede veri
e propri arsenali. (fonte Geopop)
Un altro dato terrificante: la violenza armata è oggi la prima causa di morte
tra i minori statunitensi.
Stando a una inchiesta del Washington Post pubblicata a fine 2023, sta crescendo
il numero di armi portate dai ragazzi negli ambienti scolastici. Nell’anno
scolastico 2022-2023 almeno 1.150 pistole sono state sequestrate nelle scuole
primarie e secondarie statunitensi, in media più di sei armi al giorno. […] Le
pistole sono state scoperte praticamente ovunque: negli zaini, negli armadietti,
nei bidoni dell’immondizia, nei bagni, nelle auto, nelle tasche, nelle borse,
dietro le cinture e nascoste sopra i pannelli del soffitto dei bagni. Dal
massacro di Columbine del 1999, ci sono state oltre 400 sparatorie nelle scuole
statunitensi.
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università si
oppone radicalmente alla produzione di armi, e all’opinione che la capacità
armata possa portare benessere e tranquillità dentro o fuori un territorio.
Chiunque si occupi di formazione, compresi i media che di formazione vogliono
occuparsi, dovrebbero interiorizzare questo principio.