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Palermo, movimento pro-Pal in corteo condanna il blocco navale sionista
Manifestazione spontanea blocca il traffico in centro dopo l’intercettazione delle navi della Freedom Flotilla e della Thousand Madleens. “Di nuovo in strada – recita uno dei tanti commenti pubblicati sui social – per rompere le complicità con l’economia di guerra e per mandare a casa tutti i governi alleati del sionismo, che tagliano le spese sociali per dirottarli alle spese militari”_   Dopo l’ennesimo atto di pirateria consumato dalla marina militare sionista, messo a segno con l’assalto compiuto – nelle prime ore dell’alba nella giornata di ieri – ai danni della nave Conscience, la principale della Freedom flotilla coalition, insieme ad altre otto imbarcazioni della spedizione Thousand Madleens, il movimento panormita si è ritrovato in serata ancora in piazza a manifestare, dapprima con un presidio davanti la sede della Prefettura, per denunciare l’assordante silenzio di cui è complice il governo italiano: di fronte a  “questa politica che si macchia di crimini contro l’umanità – si scrive in un altro post FB – non possiamo stare a guardare. La nostra risposta deve essere la continuazione della mobilitazione popolare, nelle piazze e davanti ai palazzi del potere”. Ricordiamo che l’operazione d’attacco è scattata attorno alle 4.00 del mattino, a 120 miglia nautiche circa dalle coste palestinesi. Quindi il blocco navale sarebbe avvenuto in acque internazionali, benché Israele considera la zona sottoposta alla sua giurisdizione: ben otto navi della marina militare appoggiate da una squadriglia di elicotteri hanno avuto ragione delle barche della missione umanitaria transnazionale (22 paesi coinvolti fra cui l’Italia con sei partecipanti) che trasportavano, oltre le 18 tonnellate di aiuti umanitari per Gaza, un nutrito numero di personale sanitario medico-infermieristico, nonché giornalisti e attivisti, per un totale complessivo di 250 persone, trascinati verso il porto di Ashdod e che ora rischiano le stesse sorti della Global Simud Flotilla. La gran massa di giovani palermitani, che ha animato successivamente il corteo spontaneo e pacifico, protestavano contro l’inerzia, se non la complicità passiva del governo-Meloni, di fronte alla ennesimo violazioni  del diritto internazionale che ha visto attaccare impunemente in acque internazionali una missione umanitaria e disarmata: “Non condanna, non agisce. Si limita a ‘seguire la situazione’ e a parlare di ‘assistenza consolare’, come se si trattasse di uno smarrimento bagaglio e non di un sequestro di persona”. Per la cronaca bisogna dire che in questi giorni – così come hanno ripreso tutti i mass media – è stata presentata (sostenuta da più di 35mila cittadini) formale denuncia innanzi alla CPI – Corte Penale Internazionale avverso il governo italiano (primo ministro e i ministri della difesa e degli esteri), unitamente all’AD della Leonardo Spa, Roberto Cingolani. La base su cui poggia l’azione legale internazionale è l’articolo 15 dello Statuto di Roma, il trattato costitutivo della succennata CPI, con il quale si permette agli stati membri, alle agenzie ONU, alle organizzazioni internazionali e non governative, e alle cosidette «fonte affidabile» (ritenute tali dalla Corte), “di presentare deposizioni in cui viene chiesto al procuratore generale di indagare su una questione (anche una che la Corte sta già prendendo in considerazione)”. Ad avviso dei proponenti dell’azione legale, così come hanno sottolineato diverse testate: « il governo italiano lo avrebbe fatto dando sostegno politico al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, non esprimendosi contro le sue politiche e legittimando il blocco navale imposto da Israele». Inoltre è stata segnalata la mancata tutela dei nostri cittadini e degli stessi attivisti internazionali, impegnati nella missione della Flotilla. Toni Casano