Sciopero per Gaza: Forlì c’èForlì c’è!
Era questo uno dei cartelloni mostrati da un gruppo di studenti allo sciopero di
venerdì 3 ottobre 2025 indetto dalla Cgil e da altre sigle sindacali e sostenuto
da molti partiti e da molte realtà associative.
Sciopero indetto per esprimere solidarietà alla Global Sumud Flotilla e chiedere
al governo di intervenire su Israele a tutela dei volontari, evitando di essere
pavidi nei confronti del governo israeliano e oltraggiosi nei confronti dei 500
attivisti che in 50 imbarcazioni si erano dirette verso Gaza per portare aiuti
umanitari e contrastare il genocidio attuato da Israele e dal suo esercito nei
confronti della popolazione palestinese.
Il Centro Pace di Forlì è fra le associazioni che non solo hanno aderito allo
sciopero, ma che sono anche intervenute alla fine di una meravigliosa, pacifica
e nonviolenta manifestazione che ha coinvolto circa 4.000 persone, fra cui
tantissimi giovani.
Abbiamo sottolineato alcune cose:
1. i “like” sono importanti nei social per indirizzare e sostenere un’idea, ma
più importanti sono i CORPI, cioè la presenza fisica delle persone che si
ritrovano e si mettono insieme per chiedere cambiamenti, giustizia e pace;
2. nel 1992 circa 500 persone ruppero l’assedio di Sarajevo nella guerra
fratricida della ex-Jugoslavia. Ieri come oggi c’era chi derideva queste
persone che però riuscirono per un giorno a rompere quell’assedio, a portare
aiuti, ad impedire il crepitio delle armi e a dimostrare che la società
civile molte volte è più avanti e più determinata di governi spesso
vergognosamente complici ed interessati che guerre e distruzioni non si
fermino.
Quella iniziativa permise tra l’altro la nascita di una legge in Italia che
sosteneva e proteggeva chi disertava e chi esprimeva obiezione di coscienza alla
guerra, anche il Parlamento Europeo allora sostenne i disertori e gli obiettori
di coscienza. Alla fine della guerra poi uno dei principali fautori di quella
guerra, Slobodan Milosevic, fu portato difronte alla Corte Penale
Internazionale.
Trovate voi la differenza con la situazione odierna;
1. in Europa si sta ritornando a pensare la guerra come una opzione possibile
per risolvere i conflitti. Lo si evidenzia anche dal folle piano di riarmo
chiamato Re-Arm Europe che vale 800 miliardi di euro e dal fatto che molti
Paesi fra cui l’Italia hanno ceduto al ricatto degli USA di portare le spese
militari al 5% del proprio PIL. Significa per l’Italia altri 100 miliardi
di euro da spendere in armi e soldati quando questo “traguardo” sarà
raggiunto. Ciò comporterà inesorabilmente tagli drastici all’educazione,
all’Università, alla ricerca, all’innovazione, alla sanità, allo stato
sociale, alla lotta al cambiamento climatico (di cui infatti non si parla
più). E questo pur in presenza di possibili alternative, una di queste sono
i Corpi Civili di Pace Europei, da un’idea di Alexander Langer votata ed
approvata 30 anni fa. Da allora, nonostante studi di fattibilità, ulteriori
pronunciamenti favorevoli del Parlamento Europeo NON UN EURO è stato speso
per attuarli. Si vuole la pace e si finanzia la guerra, questa è l’amara
constatazione;
2. infine è importante che soprattutto i giovani siano coscienti di un
pezzettino di potere che hanno nelle loro mani: questo pezzettino di potere
si chiama DIRITTO DI VOTO. Questo diritto è stato ottenuto con la lotta
contro il nazifascismo e con la Resistenza e, ricordiamo, che solo dal 1946
il diritto di voto in Italia è esercitato anche dalle donne. Allora non
buttiamo alle ortiche questo diritto che ancora in Italia possiamo
esercitare liberamente: andiamo, andate a votare quando si vota il Sindaco
della città, quando si vota il Presidente della Regione, quando si vota il
governo del proprio Paese. Non farlo ci priva di uno strumento di
cambiamento e consegna il potere a chi magari sostiene che a Gaza non ci sia
un genocidio, che Israele sta solo esercitando il proprio diritto di difesa
e che “il diritto internazionale è importante, ma fino ad un certo punto”.
Raffaele Barbiero, del Centro Pace di Forlì
Redazione Romagna