3 ottobre: XII Giornata della Memoria e dell’Accoglienza
Il 3 ottobre di 12 anni fa si consumava il naufragio di Lampedusa. Furono 368 le
vittime, tante tra loro ancora quelle senza nome. Dal 2016 questo giorno è
riconosciuto come Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza.
Oggi celebriamo il 3 ottobre facendo memoria e ricordando come coloro che
fuggono da guerre e persecuzioni non dovrebbero trovarsi nelle condizioni di
essere soccorsi ma accolti. Per questo il Centro Astalli continua a chiedere che
siano priorità per le istituzioni nazionali ed europee: attivare vie legali per
garantire accesso alla protezione e sconfiggere così il traffico di migranti;
accogliere dignitosamente, attraverso progettualità diffuse volte a una reale
inclusione, le persone richiedenti asilo e rifugiate sul territorio italiano,
secondo le leggi nazionali e internazionali, garantendo a tutti maggiori diritti
e non alimentando odio e conflittualità.
Celebriamo il 3 ottobre eliminando i discorsi di odio, razzismo e xenofobia.
Dopo quella tragica notte sono continuate a morire migliaia di persone davanti
alle coste del Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa per
chiedere asilo. Uomini, donne e bambini, “morti di frontiera” che toccano la
nostra attenzione per tempi sempre più brevi. Tragedie che rimangono tali in un
generalizzato atteggiamento di complice indifferenza piuttosto che agire
affinché non si ripetano mai più. Mentre, sempre più spesso, chi si mette in
viaggio in cerca di una vita degna diventa vittima di una vera e propria
colpevolizzazione, se non addirittura di criminalizzazione.
Oggi celebriamo il 3 ottobre ricordando che fare memoria è un atto dovuto, ma se
non diviene atto di responsabilità è vano. Molte delle politiche adottate da
quel tragico giorno ad oggi vanno invece in una direzione che preoccupa, perché
non di rado in aperta violazione dei diritti umani e delle principali
convenzioni in materia di asilo. Occorre un’assunzione sostanziale di
responsabilità da parte di tutti gli Stati dell’Unione Europea, che metta fine
ad avvilenti contrattazioni in cui i diritti e la dignità di ciascuna persona
migrante – compresi anche famiglie con bambini e minori stranieri non
accompagnati – non sembrano avere alcun valore.
Celebriamo il 3 ottobre ricordando che fare memoria dei morti vuole dire anche
rispettare la dignità e i diritti dei vivi. È necessario agire in fretta per
ricostruire un mondo pacificato e solidale, dove le minacce, le violenze, la
guerra e la distruzione lascino il passo alla concordia, al rispetto dei diritti
umani universali e al dialogo. È impegno comune e quotidiano fare in modo che
questo domani sia prossimo.
Sottolinea p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “Oggi celebriamo il
3 ottobre mentre continuano a infuriare guerre che costringono migliaia di
persone a fuggire e non blocchiamo, ipocritamente, il traffico di armi. Oggi
celebriamo il 3 ottobre mentre migliaia di persone non riescono a lasciare la
propria terra, teatro di morte, e non le si aiuta neppure “a casa loro”,
impedendo che aiuti umanitari arrivino a destinazione. Oggi, 3 ottobre, dobbiamo
fare memoria perché non si ceda alla logica dell’indifferenza globale”.
Centro Astalli per l’assistenza agli immigrati ODV
Redazione Italia