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Petro espelle diplomatici israeliani per protestare contro l’attacco alla Flotilla
Il presidente colombiano, Gustavo Petro, ha chiesto l’espulsione del corpo diplomatico israeliano dalla Colombia, dopo l’arresto di due cittadine colombiane in acque internazionali, Manuela Bedoya e Luna Barreto, che stavano svolgendo attività umanitarie a favore della popolazione di Gaza, a bordo della Flottiglia Globale Sumud. Lo ha reso noto l’ufficio della Presidenza attraverso un comunicato stampa pubblicato martedì. Inoltre, il capo dello Stato ha indicato sul social network X che il “Ministero degli Esteri deve presentare tutte le richieste del caso […]” e ha fatto un appello ai giuristi e agli esperti internazionali affinché si mettano al servizio del Paese. > Si es cierta está información, hay un nuevo crimen internacional de Netanyahu. > > Han sido detenidas en aguas internacionales dos ciudadanas colombianas que > estaban en actividades de solidaridad humana con Palestina > > Cancillería debe hacer todas las demandas respectivas, incluso… > > — Gustavo Petro (@petrogustavo) October 1, 2025 Petro ha anche annunciato che presenterà la relativa denuncia del Trattato di libero scambio tra Colombia e Israele, che cesserà dunque di avere validità. Ver más: la declaración oficial Al momento si attendono notizie delle cittadine colombiane trattenute durante le operazioni umanitarie. Redacción Colombia
Greenpeace condanna l’abbordaggio alla Global Sumud Flotilla: “Grave violazione del diritto internazionale”
Greenpeace condanna fermamente l’azione del governo Netanyahu contro una missione umanitaria e pacifica di portata storica, nata in risposta all’inazione della comunità internazionale al genocidio in corso a Gaza. “L’abbordaggio delle forze armate israeliane contro la Global Sumud Flotilla è una grave violazione del diritto internazionale e un’offesa alla solidarietà civile”, dichiara Chiara Campione, direttrice esecutiva di Greenpeace Italia. “Il blocco di Gaza imposto da Israele è illegale e disumano. Giorgia Meloni e gli altri leader mondiali non hanno adempiuto al loro obbligo di difendere il diritto dei propri cittadini a rompere l’assedio e a portare aiuti alla popolazione palestinese stremata da due anni di bombe e carestia”. “Per quasi due anni, il blocco degli aiuti via terra e via mare imposto da Israele ha intrappolato i palestinesi in condizioni che l’ONU ha descritto come catastrofiche, fino a causare una carestia”, continua Campione. “La Global Sumud Flotilla è un’ancora di salvezza e un simbolo di speranza in azione. Doveva essere protetta, non lasciata da sola a 150 miglia da Gaza come ha fatto la Marina Militare italiana, abbandonando attiviste e attivisti in balia delle azioni illegali di un governo che in questi anni si è macchiato di una lunga lista di crimini contro l’umanità. Oggi invece di fermare il genocidio si è deciso di fermare la Flotilla”. “È tempo di porre fine al genocidio di Gaza. Le persone si stanno mobilitando laddove i governi hanno deciso di voltarsi dall’altra parte. Tutti gli occhi devono ora essere puntati su Gaza. Non dobbiamo distogliere lo sguardo dalle sofferenze dei suoi abitanti”. Greenpeace chiede: * Un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente per porre fine all’attacco contro i civili e l’ambiente; * Il rilascio di tutti gli ostaggi da parte di Hamas; * Il rilascio da parte di Israele di tutti i palestinesi detenuti illegalmente; * L’imposizione di sanzioni mirate verso Israele e di un embargo totale sulle armi, imposto dalla comunità internazionale; * La distribuzione senza ostacoli degli aiuti da parte delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie; * La fine dell’occupazione illegale della Palestina. Ufficio Stampa di Greenpeace Italia: 340 5718019 Greenpeace Italia