A Vicenza una Scuola Permanente per Corpi Civili di Pace
Il sito istituzionale del Comune di Vicenza riporta le dichiarazioni di alcuni
tra i principali protagonisti del momento, storico per la città e non solo,
dell’inaugurazione del Parco per la Pace. Un parco, nelle parole del sindaco
Giacomo Possamai, «nato quindici anni fa da una grande mobilitazione civica,
dalla capacità della città di reagire, da un impegno collettivo contro la
militarizzazione. Oggi che dopo tanti anni arriviamo ad aprirlo, è importante
che quel testimone venga raccolto, che quel significato venga preservato, perché
questo parco, che è insieme straordinaria infrastruttura verde e pensiero
collettivo sulla pace, rappresenta una delle più grandi opportunità per il
futuro della nostra città. Una storia da continuare a scrivere insieme:
amministratori, associazioni e cittadini». La storia del parco è nota ed
esemplare, una lotta sociale di grande impatto e di portata locale e nazionale,
al tempo stesso contro la militarizzazione del territorio e per la liberazione
di spazi civici di fruizione collettiva, un caso esemplare, appunto, di
democrazia negli spazi e attraverso gli spazi.
Al 2004 risale la richiesta statunitense di ampliare la base militare di
Vicenza; al 2006, dopo la valutazione del progetto da parte del Comitato misto
paritetico regionale, la notizia diventa finalmente di pubblico dominio e scatta
la mobilitazione dei cittadini e delle cittadine di Vicenza; dal 2007 il
presidio permanente No Dal Molin e l’insieme delle realtà civiche e associative
del territorio inaugurano una vera e propria mobilitazione permanente contro la
base e per liberare, con finalità sociale, gli spazi destinati all’ampliamento
della base stessa; si susseguono eventi e mobilitazioni, la manifestazione del
17 febbraio 2007 (centocinquantamila persone), i festival No dal Molin del 2007,
2008 e 2009, l’occupazione simbolica della Basilica Palladiana (marzo 2007),
della Prefettura (gennaio 2008) e dell’area dell’aeroporto civile (gennaio
2009).
Nella consultazione popolare autogestita del 5 ottobre 2008, dei 25 mila votanti
(quasi il 30% degli aventi diritto al voto nel Comune di Vicenza), la quasi
totalità (il 95%) si esprime contro la realizzazione della nuova base militare
statunitense. Una mobilitazione di grande impatto e di lunga durata che registra
una svolta il 7 luglio 2011: la creazione di un’area verde a est della base e
una serie di altre opere civili. Non si tratta di una pura e semplice
“compensazione”, bensì di una vittoria della lotta contro la base Usa, contro la
guerra e contro la militarizzazione, il primo passo di quello che finalmente è
stato inaugurato come “Parco per la Pace”.
Come hanno sottolineato gli attivisti e le attiviste, infatti, il Parco per la
Pace è molto più di uno spazio verde. E’ rigenerazione urbana, memoria
collettiva e futuro sostenibile, uno spazio finalmente restituito alla città,
con la partecipazione attiva a vario titolo di circa quaranta tra gruppi,
organizzazioni e associazioni, con tre grandi vocazioni: pace, nonviolenza,
socialità, sport per tutti e per tutte, ambiente, sostenibilità, natura.
Proprio nel quadro della sua vocazione alla pace, memore delle lunghe lotte
democratiche e antimilitariste che hanno portato alla liberazione degli spazi
della ex base, è stato organizzato, nelle giornate della inaugurazione degli
scorsi 27 e 28 settembre, un laboratorio dedicato alla realizzazione, in questi
spazi, di una Scuola Permanente per Corpi Civili di Pace, attraverso tre
momenti, a cura delle associazioni SiAmo Vicenza e Mir Vicenza: un laboratorio
di tecniche di azione diretta nonviolenta, per costruire risposte alla violenza
diretta, culturale e strutturale, all’ingiustizia e alla guerra, riprendendo in
questo le lezioni dei grandi pionieri della ricerca-azione per la pace, a
partire da Johan Galtung e, in Italia, Alberto L’Abate; un laboratorio
progettuale per una Scuola per Corpi Civili di Pace a Vicenza; un incontro
divulgativo sui temi della soluzione creativa e nonviolenta dei conflitti con
testimonianze ed esperienze concrete in aree di conflitto e guerra.
Si tratta della prosecuzione e dello sviluppo di una vera e propria memoria di
lotta e di impegno contro la guerra e per la pace. Dal 3 al 5 giugno 2011
Vicenza ha ospitato infatti il Convegno internazionale sulla prevenzione
nonviolenta dei conflitti armati e la formazione dei Corpi Civili di Pace,
promosso dall’Assessorato alla Pace del Comune di Vicenza insieme con
l’Associazione IPRI Rete CCP (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace – Rete
Corpi Civili di Pace), in collaborazione con il Centro diritti umani
dell’Università di Padova e la Rete Transcend, che ha visto il 5 giugno la
lectio magistralis di Galtung e il 4 giugno il Seminario di studio dedicato alla
realizzazione a Vicenza di un Centro per la previsione e la prevenzione dei
conflitti armati e per la formazione di Corpi Civili di Pace. Dal 17 al 19
aprile 2015 sempre a Vicenza si è svolta la Rassegna ColtiViamoci, dedicata a
principi e buone prassi sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti. Dal
livello locale al livello internazionale, e in più momenti, sino ad oggi, si
sono svolte attività e iniziative legate ai temi, propri dei CCP, della
prevenzione della violenza, della proposta costruttiva e della trasformazione
positiva dei conflitti. Non meno importanti le pubblicazioni legate a queste
sperimentazioni, dagli studi di fattibilità
(reteccp.org/biblioteca/disp/dispccp.html) agli Atti del Convegno
(reteccp.org/biblioteca/libri/prevenzione.html).
D’altra parte, come ricordava Alberto L’Abate, “quello che è sicuro è che se le
Nazioni Unite avessero a disposizione un corpo internazionale di pace, ben
preparato alla nonviolenza, il loro ruolo nella prevenzione dei conflitti e
nella loro risoluzione nonviolenta, come richiesto dall’Agenda per la Pace e
dallo stesso Segretario Generale, sarebbe molto maggiore ed efficace di quanto
sia attualmente” (reteccp.org/biblioteca/nonvio/labate/maremoto1.html).
Occorrono cioè strumenti autonomi di società civile di lotta contro la guerra e
costruzione della pace. Nelle guerre e nella spirale delle grandi violazioni che
caratterizzano il nostro tempo, un monito più urgente e attuale che mai.
Alcuni riferimenti:
Gianmarco Pisa, Corpi civili di pace. Esistono? Chi sono? Cosa fanno?, ebook:
https://www.librerie.coop/libri/9788899050207-corpi-civili-di-pace-multimage
Nanni Salio, La difesa popolare nonviolenta, online:
https://www.reteccp.org/biblioteca/nonvio/vari/salio2.html”>https://www.reteccp.org/biblioteca/nonvio/vari/salio2.html
Francesco Tullio, Le Organizzazioni Non Governative e la trasformazione dei
conflitti. Le operazioni di pace nelle crisi internazionali. Analisi,
esperienze, prospettive, Edizioni Associate/Editrice Internazionale, Roma 2002,
con una presentazione online:
https://www.pacedifesa.org/2005/04/26/le-ong-e-la-trasformazione-dei-conflitti
Antonino Drago, Difesa popolare nonviolenta. Premesse teoriche, principi
politici e nuovi scenari, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2006; una recensione di
Enrico Peyretti è disponibile online:
https://www.peacelink.it/pace/a/21848.html
Alberto L’Abate, Giovani e Pace. Ricerche e formazione per un futuro meno
violento, n. e. Multimage, Firenze, 2025:
https://multimage.org/libri/giovani-e-pace
Gianmarco Pisa