EireneFest Unisa. L’Università degli Studi di Salerno dedica quattro giorni intensi alla cultura della nonviolenza
Inizia lunedì 29 settembre 2025 e prosegue fino al tardo pomeriggio di giovedì 2
ottobre, Giornata Internazionale della Nonviolenza, EireneFest Unisa
(https://www.eirenefest.it/universita-di-salerno/), la prima edizione locale di
EireneFest – Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza organizzata in una
università italiana.
Il festival si svolgerà nelle aule, nel teatro e nel centro bibliotecario
dell’Università di Salerno, presso il campus di Fisciano, e si svilupperà in
orari diurni, in modo da facilitare la partecipazione della comunità
studentesca. Ci saranno probabilmente anche dei momenti conviviali negli spazi
esterni del campus, che ben si prestano alle conversazioni spontanee nate
intorno a argomenti di comune interesse.
Il festival sarà aperto da un incontro sulla comunicazione nonviolenta: qualcosa
di cui si sente un enorme bisogno, anche sul piano giornalistico; e poi da una
conferenza stampa alla quale parteciperanno, insieme alle autorità accademiche,
gli ospiti della giornata, tra i quali Olivier Turquet, coordinatore nazionale
di EireneFest, e naturalmente gli organizzatori dell’edizione UniSA: la prof.ssa
Valentina Ripa, che ha coordinato l’iniziativa, i proff. Francesco Schiaffo,
Rossana Palladino e Anna Cavaliere, che ne sono stati promotori insieme a lei
con il Dipartimento di Scienze Giuridiche, il prof. Davide Monaco, del
Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, che ha coordinato una “call”
interna dalla quale è derivata una serie di iniziative, la direttrice del Centro
Bibliotecario di Ateneo, che ospita le mostre e alcuni degli incontri, e vari
docenti anche del Dipartimento di Scienze Politiche, che ha aderito a sua volta
all’iniziativa, del Dipartimento di Scienze Aziendali Management & Innovation
System, che partecipa in particolare attraverso il prof. Alfonso Amendola e le
sue Open Class, e di altri Dipartimenti dell’Università di Salerno; nonché, e
assolutamente non ultimi, i dottori di ricerca, i dottorandi e le studentesse
che hanno preso parte ai lavori nella fase organizzativa, rispondendo alla
“call” aperta a tutte e tutti, e hanno promosso con entusiasmo il festival
presso colleghi e amici e presso le associazioni del territorio.
Sono state allestite delle mostre: una piccola rassegna di libri della
nonviolenza organizzata dalla Biblioteca di Area Umanistica e un’esposizione
fotografica e cinematografica sul tema delle sparizioni forzate, una delle
pratiche più disumane che purtroppo continua a essere diffusa in vari luoghi. Si
rifletterà su quello nella prospettiva umanizzante del movimento per i diritti
umani che si è sviluppato in Argentina (Paese dal quale si è diffusa in tutto il
mondo la parola desaparecido) già durante la dittatura, con pratiche comunitarie
nonviolente tese ad avere verità e giustizia e a costruire una società
democratica ispirata ai diritti; e lo si farà guardando a un altro luogo, dove
la rivendicazione di diritti, compreso quello alla verità, è ancora osteggiato.
Le fotografie e il film Bîr, di Veysi Altay, avvicineranno il pubblico al popolo
curdo e alla richiesta di verità per i desaparecidos curdo-turchi. Ma la grande
sorpresa del festival al riguardo sarà la presenza di Julio Santucho, che
porterà il mediometraggio di sua figlia Florencia e di Rodrigo Vázquez-Salessi
sul “recupero” (per usare il lessico delle madri e nonne di Plaza de Mayo), di
Daniel Santucho Navajas, partorito da sua madre Cristina in un centro
clandestino, “appropriato” da una famiglia vicina al regime dittatoriale e
venuto a conoscenza della sua vera identità solo nel 2023, quando suo padre
Juilo – di una famiglia di cui si parlerà, così come del lavoro per i diritti
umani attraverso il cinema – e i suoi fratelli hanno potuto avere, grazie
all’instancabile lavoro delle Abuelas de Plaza de Mayo, la gioia insostituibile
di incontrarlo e iniziare un percorso di vita insieme a lui.
Si prosegue sempre lunedì con il Tribunale Permanente dei Popoli, con una
proiezione fotografica di Mario Laporta sulla vita quotidiana in vari
“territorio ostili” del mondo e con la presentazione, con il protagonista e
coautore, di un libro sul lavoro di operatore umanitario svolto da Gennaro
Giudetti, il quale negli scorsi mesi è tra i pochi cooperanti internazionali ad
avere operato a Gaza. Insieme a lui e a Angela Mona, di Un Ponte Per, si
discuterà con Anna Motta e Pino Paciolla, il cui figlio Mario avrebbe avuto
diritto a maggiori tutele quando operava in Colombia nell’ambito di una missione
ONU nella quale purtroppo ha perso la vita violentemente; e si proseguirà dunque
sul diritto alla verità ricordando una persona che, come continuano a fare
Gennaro e tanti altri, ha speso la sua vita per migliorare le condizioni altrui.
Si prosegue martedì 30 aprendo la giornata con l’Atlante delle Guerre e dei
Conflitti nel Mondo e proseguendo con una tavola rotonda nella quale giuristi
esperti (M. Nino, M. Fasciglione, M. Pace, L. Saltalamacchia) parleranno delle
responsabilità condivise da Stati e imprese nelle violazioni dei diritti umani e
ambientali, poi con una tavola rotonda di Eritrea democratica che aiuterà a
capire anche il motivo per i quali in tanti cercano di fuggire dalla dittatura
che funesta quel Paese da decenni e sono purtroppo ostacolati dalle leggi
restrittive europee.
Si proseguirà sulla stessa línea con Riccardo Noury, portavoce nazionale di
Amnesty International, e Antonio Marchesi, professore presso l’Università di
Teramo che è stato presidente della stessa ONG, i quali presenteranno il loro
libro sui Genocidi.
Nel frattempo presso il DiSPaC quella mattina il prof. Monaco e la prof.ssa
Calloni avranno condotto un workshop di filosofía e pratiche della nonviolenza e
nel pomeriggio, dopo l’incontro sui genocidi del passato e attuali, la prof.ssa
Annamaria Sapienza con la compagnia teatrale Putéca Celidònia parleranno della
diffusione della cultura della pace nel teatro sociale e di comunità.
Ed è presso il Teatro di Ateneo che si aprirà la giornata di mercoledì 1, con
una lezione-concerto sull’America degli anni ’60 nelle canzoni di Simon &
Garfunkel, poi il film Tides (Maree), del regista e poeta dei diritti umani
Alessandro Negrini, sul conflitto in Irlanda del Nord e i sogni che si cerca di
rendere realtà, e infine con due performance teatrali: Brecht in Palestina, di
A. de Goyzueta in base al Galileo di Brecht e a scritti di Bifo e di bell hooks
e con le musiche di F. Elvetico, e la lettura di “Parole di pace e libertà”, una
selezione operata da Valentina Acca che leggerà accompagnata da G. Fontanella.
Si prosegue poi in aula con un incontro sul cinema per costruire la pace curato
da Mariangela Palmieri in collaborazione con Filmidea Unisa, Linea d’Ombra
Festival e Fitzcarraldo Cineclub, e Nicolás López-Pérez, uno dei promotori del
festival, coordinerà una lettura collettiva – con voci anche dall’Algeria e
dall’Ucraina – di poesía scritta in tempi di guerra, in Palestina e in Ucraina.
Giovedì 2 ottobre la Giornata Internazionale della Nonviolenza sarà aperta da un
incontro sull’obiezione di coscienza intorno al libro e insieme a una persona
che per non svolgere il servizio militare è stato in carcere a Gaeta nei primi
anni ’70, e si proseguirà con un incontro di eccezione: sarà infatti ospite
dell’università di Salerno padre Alex Zanotelli, figura esemplare delle pratiche
della nonviolenza attiva e della diffusione, attraverso l’esempio e il
magistero, di questa cultura presso persone agnostiche e di ogni religione.
In seguito con i proff. Daraio e Schiaffo e gli ospiti Ferrari e Esposito ci si
soffermerà su ciò che si vorrebbe in una società maggiormente civilizzata:
misure per chi commette crimini tese soprattutto alla reintegrazione sociale.
Si proseguirà con le azioni artistiche del Teatro dell’Oppresso, la pratica
mediante la quale Augusto Boal creò, sulla base della Pedagogia di Paulo Freire,
questo strumento di coscientizzazione volto alla trasformazione delle relazioni
di potere tra Oppresso e Oppressore, e lo si farà con la compagnia U Buntu e a
Capo.
Come degna conclusione di giornate intense e nelle quali i dibattiti
proseguiranno dopo i vari incontri in locandina, studentesse e studenti
dell’Ateneo, coordinati da Cristiana Pia Iadicicco, hanno organizzato una tavola
rotonda intitolata “Spazi di resistenza”, alla quale, rispondendo alla parte
della “call” su Femminismo intersezionale, abilismo, violenza di genere,
grassofobia, antispecismo che senza di loro sarebbe rimasta quasi inascoltata,
hanno invitato ospiti che porteranno contributi interessanti e innovativi.
Come sempre, l’ingresso è libero e gratuito e si auspica un’ampia
partecipazione. I libri del Festival (e anche altri libri di alcuni dei relatori
del Festival, come p. Alex Zanotelli) non saranno venduti in sede ma nelle
librerie del territorio e sono stati resi disponibili da almeno due di queste:
la Libreria Paoline e Imagine’s Book, site entrambe a Salerno.
Programma completo
https://www.eirenefest.it/2025/09/27/programma-universita-di-salerno-2025/
Redazione Italia