La CRUI elegge un presidente filogovernativo (come sempre)
Laura Ramaciotti, rettrice dell’Università di Ferrara, è stata eletta presidente
della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Ha vinto sconfiggendo la
candidata Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università di Firenze. Secondo la
Repubblica ha vinto la “candidata gradita al governo”. Come d’altra parte è
sempre accaduto.
Può essere utile ricordare al lettore che la candidata gradita al governo ha
avuto per mentore il prof. Patrizio Bianchi, già rettore di Ferrara e
indimenticabile ministro dell’istruzione del governo Draghi. Sopra potete vedere
la foto in cui l’allieva incorona emerito il maestro.
A congratularsi con la rettrice non è solo la deputata Schifone di Fratelli
d’Italia dalle pagine de La voce del Patriota.
Molte ore prima di lei si era congratulato su Facebook Stefano Bonaccini,
parlamentare europeo e presidente del PD:
Questa nomina pare dunque l’ennesimo segnale della impressionante continuità con
cui i governi di ogni colore (con la parentesi del governo giallo-verde) hanno
gestito le politiche universitarie e dell’istruzione.
Non pensiamo di fare perciò una previsione azzardata se diciamo che la nuova
presidente CRUI lascerà in fondo all’ultimo cassetto i propositi che aveva
condiviso con il suo dipartimento quando ne era direttrice. Nel 2019 il
Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, da poco
incoronato Dipartimento di eccellenza, votò un documento in cui metteva sotto
accusa la valutazione ANVUR e proponeva il suo abbandono (lo pubblicammo qua).
Quella presa di posizione, già dimenticata da Rettrice, sarà l’ultimo dei suoi
pensieri da presidente CRUI.
D’altra parte, la benedizione di Fratelli d’Italia suggerisce che i propositi di
riforma della valutazione ANVUR, faranno la stessa fine dei propositi di
abolizione dell’INVALSI. Promesse buone per la campagna elettorale che si
infrangono quando si realizza che se si è al governo si può usare la valutazione
per giustificare qualsiasi obiettivo si desideri perseguire.
Chiudiamo con il commento di Tomaso Montanari, rettore della Università per
stranieri di Siena:
Ieri la Crui, la Conferenza dei rettori, ha eletto una nuova presidente. Niente
di personale, ma non era la mia scelta. Un partito (il partito perno del
governo, Fratelli d’Italia) ha pesantemente condizionato questa elezione, e
infatti oggi saluta questa elezione con un entusiastico “a noi!”. Una presidenza
“gradita al governo” è proprio l’ultima cosa che serviva all’università
italiana, che dovrà combattere per la propria autonomia. Dalla commissione
presieduta da Galli della Loggia stanno per uscire proposte di riforma che
vedono il governo controllare direttamente i Cda degli atenei: un passo verso
l’Ungheria. Uno scenario di fronte al quale la promessa di una proroga del
mandato elettorale dei rettori attuali è un tristissimo piatto di lenticchie,
privato e avvelenato. Nella sua prima intervista la presidente ha detto che non
servono più fondi: un caro prezzo per il sistema universitario meno finanziato
dell’Ocse. Siano avvisati i precari: chi guida il sistema universitario non
vuole crescita. Ma è una antica tradizione italiana: votare per chi promette i
favori del potere, non per chi potrebbe lottare per i diritti. Si aprono tempi
duri, spero che la parte cosciente di sé dell’università italiana sappia
reagire.