Liber* di dissentire, protestare e costruire. A Padova il meeting di Educare alle differenze
Il prossimo fine settimana a Padova si terrà l’undicesima edizione di Educare
alle Differenze, il più grande meeting nazionale dal basso dedicato alla
prevenzione delle violenze di genere a scuola. L’evento, per la prima volta in
Veneto, si terrà come sempre in una scuola pubblica, nel Liceo Concetto
Marchesi. Quest’anno la rete – composta da 15 associazioni fondatrici e da
migliaia di insegnanti, attivist* e realtà territoriali – ha scelto un titolo
che non è solo uno slogan, ma un posizionamento politico: “Liber* di
dissentire”.
> Dissentire, oggi, significa molto di più che difendere un progetto educativo:
> significa opporsi a una trasformazione autoritaria che sta cambiando nel
> profondo la natura della scuola pubblica italiana.
Negli ultimi due anni, sotto la direzione di Giuseppe Valditara, il ministero
dell’Istruzione e del Merito ha costruito una strategia coerente, fatta di
riforme, linee guida, decreti e provvedimenti che insieme disegnano una
traiettoria precisa: piegare la scuola al mercato, diffondere la propaganda
familista, reprimere e censurare chi dissente. Le logiche del mercato entrano a
gamba tesa nella scuola con le Indicazioni Nazionali e con le Linee Guida per
l’Educazione civica, che vogliono trasformare le persone studenti in
soggettività obbedienti e forza lavoro flessibile; la propaganda dei ProVita e
Famiglia entra attraverso strumenti come il DDL sul consenso informato, che
assegna a* genitor* un vero e proprio potere di veto su progetti educativi
riguardanti affettività, corpi, generi, parità e prevenzione della violenza; la
censura e la repressione del dissenso continua sotto gli occhi di tutte e tutti,
con docenti sospes* tramite procedimenti disciplinari accelerati, studenti
penalizzat* attraverso la riforma del voto in condotta, manganellat* o
denunciat* per aver protestato contro le morti in alternanza scuola-lavoro o per
aver manifestato solidarietà al popolo palestinese.
> Il risultato è una scuola che diffonde paura: paura di sbagliare, di parlare,
> di nominare i corpi e le differenze, di portare in classe temi considerati
> scomodi. Una paura che produce autocensura tra insegnanti e dirigenti,
> spingendo a evitare qualsiasi contenuto che possa essere contestato.
Negli ultimi due anni la rete Educare alle Differenze ha raccolto decine di
segnalazioni: docenti convocat* dai dirigenti per aver proposto progetti su
affettività e parità, sospensioni e contestazioni disciplinari per aver parlato
di diritti LGBTQIA+, persino intimidazioni durante le lezioni. Questi episodi
non sono eccezioni o “casi isolati”: sono la manifestazione concreta di una
volontà politica di ridurre la libertà di insegnamento, delegittimare chi educa
e rendere la scuola uno spazio apparentemente neutro, ma in realtà profondamente
controllato. In questo modello, l’insegnante “buon*” è quell* che tace, che non
prende posizione, che non apre discussioni complesse su corpi, generi,
relazioni, violenza, consenso.
È in questa cornice che nasce il lungo lavoro sull’autotutela che la Rete porta
avanti da più di un anno, e che ha dato vita a “L’educazione sessuo-affettiva
non è un gioco. Vademecum di supporto e autotutela per insegnanti e
associazioni”, che sarà presentato ufficialmente durante il meeting di Padova,
disponibile in cartaceo e gratuitamente online da sabato sera su
www.educarealledifferenze.it . Non è un semplice manuale tecnico, ma uno
strumento politico e pratico pensato per chi lavora nella scuola e si trova ogni
giorno a fare i conti con intimidazioni, sospensioni, pressioni e campagne di
discredito. Nasce dall’ascolto di decine di testimonianze di insegnanti e
associazioni che hanno visto i propri progetti boicottati o censurati, e dalla
necessità di non lasciare nessun* sol* davanti a procedimenti disciplinari o a
un clima di paura.
*
Il Vademecum si articola in tre livelli. Il primo è giuridico e normativo:
spiega che la scuola ha già oggi un quadro legislativo che tutela la libertà di
insegnamento, riconosce il valore educativo di percorsi dedicati alla
prevenzione della violenza e sostiene il lavoro sulle relazioni e sul consenso.
Il secondo è pratico e difensivo: offre strategie per affrontare situazioni di
attacco, dai reclami dell* genitor* alle convocazioni da parte de* dirigenti,
fino ai procedimenti disciplinari accelerati introdotti dal governo. Fornisce
esempi di risposte, modulistica, riferimenti sindacali e legali, per dare a ogni
insegnante la possibilità di reagire senza sentirsi isolat*. Il terzo livello è
collettivo e politico: propone modalità per costruire reti di solidarietà tra
docenti, associazioni e territori, perché nessuna difesa individuale può essere
sufficiente se non viene accompagnata da una mobilitazione collettiva.
> Questo Vademecum non serve solo a proteggersi, ma a rivendicare la legittimità
> di parlare di affettività, corpi, parità e prevenzione della violenza a
> scuola.
È uno strumento per dire che questi percorsi non sono un’aggiunta opzionale, ma
parte integrante della missione educativa pubblica. Diffonderlo significa non
solo dare strumenti di difesa, ma anche rilanciare una visione politica della
scuola, in cui la libertà di insegnamento sia la condizione per una comunità
educante viva e plurale.
Il titolo scelto per quest’edizione, “Liber* di dissentire”, parla proprio a
questa condizione: a chi, ogni giorno, si trova a fare i conti con una scuola
che rischia di diventare un luogo di controllo e sorveglianza, e che può essere
liberata solo attraverso la pratica collettiva della libertà. Dissentire, oggi,
significa non solo rifiutare la paura, ma creare alternative concrete: costruire
dal basso progetti educativi che parlino di consenso, corpi, desideri, parità,
anche quando le istituzioni cercano di censurarli; e collegare la scuola alle
lotte sociali e internazionali, come stanno facendo in questi mesi l* studenti
che manifestano per la giustizia climatica e per la Palestina, contro ogni forma
di apartheid e colonialismo.
di Educare alle Differenze
Il meeting di Padova non sarà soltanto un momento di denuncia, ma soprattutto
uno spazio di organizzazione e di resistenza: due giorni di laboratori,
plenarie, autoformazione e scambio di pratiche, per dimostrare che esiste una
comunità educante viva e diffusa in tutto il Paese. Proprio da qui lanceremo
anche la mappatura nazionale di Educare alle Differenze, uno strumento che
servirà a rendere visibili le tante esperienze di educazione sessuo-affettiva e
prevenzione delle violenze che già esistono in Italia, spesso in forma
frammentata o invisibile. Non partiamo da zero: ogni giorno, in molte scuole,
insegnanti, associazioni e territori portano avanti un lavoro prezioso, che
merita di essere riconosciuto, collegato, raccontato. Da Padova parte un
messaggio chiaro: l’educazione sessuo-affettiva non si cancella, la libertà di
insegnamento non si svende, il futuro della scuola si costruisce insieme, dal
basso.
L’immagine di copertina è di Giuditta Pellegrini
SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS
Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps
Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per
sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le
redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno
L'articolo Liber* di dissentire, protestare e costruire. A Padova il meeting di
Educare alle differenze proviene da DINAMOpress.