La Spezia manifesta contro SeaFuture 2025, la fiera delle armi navali
Sabato 27 settembre La Spezia vedrà scendere in piazza una manifestazione di
protesta contro SeaFuture 2025, un evento di caratura internazionale dedicato
agli armamenti e alle tecnologie belliche navali. L’appuntamento, lanciato dal
coordinamento “Riconvertiamo SeaFuture” è convocato a piazza Brin, alle 15.30.
Sponsorizzato dalle aziende leader della produzione bellica, tra cui Leonardo,
Fincantieri, MBDA, Elettronica Group, Intermarine e sostenuta dalla Marina
Militare italiana, SeaFuture ospiterà oltre 150 delegazioni militari da tutto il
mondo comprese quelle di regimi autoritari e Paesi coinvolti in guerre. Non si
parlerà di pace ma di guerra elettronica, cyber-difesa, produzione e vendita di
armamenti, compresi i cosiddetti “dual use” ovvero tecnologie civili facilmente
convertibili all’uso militare.
Nel pieno di un’escalation bellica globale e del genocidio del popolo
palestinese, sotto gli occhi del mondo intero, La Spezia si appresta ad
accogliere un evento che normalizza e celebra il mercato delle armi, una scelta
che appare in netto contrasto con l’articolo 11 della Costituzione italiana che
sancisce il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali. Inoltre, la legge 185/1990 vieta espressamente l’esportazione di
armi italiane verso Paesi in guerra, responsabili di violazioni dei diritti
umani o che minacciano la pace. Eppure, oggi è sempre più ignorata e aggirata:
componenti e armamenti italiani finiscono in scenari di conflitto e repressione,
spesso in violazione diretta di questa normativa.
Gravissimo il coinvolgimento delle scuole del territorio, chiamate a partecipare
con progetti, visite, competizioni e attività PCTO che coinvolgono le ragazze e
i ragazzi delle scuole della provincia. Questa partecipazione rischia di
militarizzare la scuola e distorcerne i percorsi formativi degli studenti
esponendoli a un messaggio implicito che legittima il conflitto armato e
l’industria bellica.
L’evento arriva in un momento in cui l’Unione Europea vara piani di riarmo da
centinaia di miliardi di euro e la NATO chiede ai Paesi membri di destinare il
5% del PIL alle spese militari, mentre mancano risorse per sanità, scuola e
ambiente.
Tutto questo sta succedendo in una città che ha un arsenale ancora da
bonificare, un litorale precluso alla popolazione perché occupato dalla Marina
Militare che sottrae di fatto l’accesso al mare ai suoi stessi abitanti, una
città che rischia di diventare un emblema di guerra e di morte con la presenza
crescente di fabbriche di armi e di organizzazione di eventi come SeaFuture.
> Contro tutto questo si chiede la riconversione di SeaFuture in una fiera
> civile orientata alla sostenibilità e all’innovazione.
La fine del coinvolgimento delle scuole in eventi a carattere bellico. Lo stop
alla cooperazione militare con Israele e sanzioni per le violazioni dei diritti
umani. La demilitarizzazione della Spezia con la riconversione dell’industria
bellica e degli spazi militari a uso sociale.
Vogliamo un futuro di pace, di giustizia e solidarietà internazionale.
L’immagine di copertina è di Naval surface warriors (Flickr)
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