Tag - Pietro Rosenwirth

Pietro Rosenwirth nella grotta Norma Cossetto: prima discesa speleologica accessibile in Friuli Venezia Giulia riuscita con successo
Trieste, 18 ottobre 2025 – Il triestino Pietro Rosenwirth, persona con disabilità motoria, ha portato a termine con successo una complessa discesa nella grotta Norma Cossetto, situata sul Carso triestino. L’impresa, realizzata con il supporto di una squadra di 12 speleologi del Club Alpinistico Triestino (CAT) coordinati da Clarissa Brun, membro del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), rappresenta la prima operazione di questo genere mai portata a termine nella regione Friuli Venezia Giulia. L’accesso alla cavità è stato già di per sé impegnativo: il tratto boschivo che conduce al pozzo d’ingresso, sconnesso e privo di sentiero, ha richiesto il trasporto di Rosenwirth a braccia, con numerose soste per permettere alla squadra di gestire le difficoltà di deambulazione e affaticamento e garantire la massima sicurezza. L’intera operazione è stata impostata come un vero e proprio recupero organizzato di un infortunato lieve all’interno di una grotta, seguendo le tecniche normalmente adottate dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico. Per affrontare la prima verticale, situata subito dopo l’ingresso, è stata utilizzata la tecnica del paranco, sia in discesa (calata) che in risalita (recupero), con due corde: una per demoltiplicare il carico e una di sicurezza. Nel successivo pozzo verticale di circa cinque metri nel vuoto, la squadra ha impiegato la tecnica del contrappeso, nella quale un operatore utilizza il proprio peso per bilanciare il carico da sollevare sulla corda. Anche in questo caso, Rosenwirth era assicurato a due corde indipendenti: una di carico e una di sicurezza. Lungo il piano inclinato che conduce alla caverna terminale, è stata predisposta una teleferica con una corda guida portante e una corda di sicurezza, permettendo a Rosenwirth di progredire sospeso e controllato in ogni fase. Durante tutta la discesa, Pietro è stato accompagnato costantemente da cinque operatori, che ne garantivano la stabilità e la sicurezza attraverso l’uso di un imbrago speciale adatto alle sue esigenze fisiche. La grotta Norma Cossetto, situata nei pressi di Sgonico, si apre a quota 350 m s.l.m. e presenta uno sviluppo complessivo di circa 95 metri, con un dislivello negativo di 52 metri. L’ambiente interno, caratterizzato da temperature di circa 12 °C e umidità prossima al 100%, è tipico delle cavità carsiche triestine. La progressione è avvenuta interamente su corde statiche con ancoraggi multipli in acciaio inox e frazionamenti intermedi. L’intera operazione — discesa, permanenza e risalita — si è svolta nell’arco di oltre cinque ore, senza inconvenienti tecnici. Raggiunta la sala terminale, ricca di concrezioni e suggestive colate calcitiche, Rosenwirth ha letto alcuni brani di Silo, suo riferimento spirituale, condividendo con i compagni un momento di intensa partecipazione e riflessione. A rendere l’atmosfera ancora più emozionante è stato l’intervento musicale di Sergio Dolce, che ha fatto risuonare una grande colata calcitica come un vero e proprio organo naturale, amplificando la magia del luogo. Il rientro in superficie si è svolto in piena sicurezza e in un clima di entusiasmo condiviso. La giornata si è conclusa con una cena conviviale in una tipica osmiza triestina, occasione per festeggiare il successo dell’impresa e la coesione del gruppo. L’esperienza è stata documentata dal regista e cineoperatore Paolo Forti che ha realizzato un breve documentario, e verrà presentata dallo stesso Rosenwirth e dal Club Alpinistico Triestino durante il prossimo Convegno Nazionale di Speleologia in programma a Volta Mantovana a fine ottobre, dove saranno illustrate nel dettaglio le fasi preparatorie e le tecniche operative adottate. Con questa discesa, Rosenwirth — già noto per i suoi lunghi viaggi in trike attraverso l’Europa con l’associazione “Viaggiare per un sogno: oltre le barriere” — aggiunge una nuova, straordinaria tappa al proprio percorso umano. “E’ con profonda gratitudine nei confronti degli speleologi del CAT che ho affrontato questa prova” – ha detto Pietro Rosenwirth a operazioni concluse – “mi hanno aiutato ad abbattere una barriera estremamente fortificata in me: l’affidarmi completamente e consapevolmente a loro. E’ stata una delle esperienze più intense e significative che io abbia mai sperimentato”. Un risultato che dimostra come determinazione, competenza e spirito di squadra possano superare ogni barriera, aprendo nuove prospettive per l’esplorazione speleologica inclusiva in Friuli Venezia Giulia. Le immagini dell’impresa a cura di Paolo Forti, Sergio Dolce e Riccardo Kriscjak e le interviste realizzate una volta giunti sul fondo sono disponibili a questo link: https://www.swisstransfer.com/d/6c58fc94-1aee-4c92-a830-5d4ad2f6a72e CLUB ALPINISTICO TRIESTINO APS Redazione Friuli Venezia Giulia
Dal viaggio in trike alle profondità del Carso: la nuova sfida di Pietro Rosenwirth
Trieste ha dato i natali a molte figure originali e coraggiose, ma poche come Pietro Rosenwirth hanno saputo trasformare la propria esperienza di vita in un messaggio universale di inclusione e libertà. Affetto da gravi problemi motori fin dalla nascita — artrogriposi congenita, artriti, osteoporosi e altre complicazioni — Rosenwirth avrebbe potuto lasciarsi travolgere dalle difficoltà. Invece ha scelto di costruire la sua vita su un principio diverso: dimostrare che la disabilità non coincide con l’impossibilità di sognare, viaggiare e vivere in autonomia. Presidente dell’associazione umanista “Viaggiare per un sogno: oltre le barriere”, Rosenwirth ha reso il movimento la sua missione, con l’obiettivo di abbattere non soltanto le barriere architettoniche, ma soprattutto quelle culturali e mentali. Dalla sua città ha intrapreso viaggi che a molti sarebbero sembrati impossibili, affrontati a bordo di uno scooter-trike adattato alle sue esigenze. Tra il 2011 e il 2014, per esempio, ha percorso quasi cinquantamila chilometri toccando diverse capitali europee come Vienna, Praga, Monaco e Zurigo, Amsterdam, Berlino, Parigi, Lisbona, ma anche Barcellona, Valencia, Santiago de Compostela, Roma, Atene, Salonicco e perfino Ankara e Istambul. Ogni tappa era al tempo stesso una conquista personale e un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’accessibilità. Le difficoltà non sono mancate: problemi tecnici con il mezzo, tratti di strada impervi come i lunghi tratti di pavé, barriere architettoniche che in molte città europee ancora oggi rendono difficile o impossibile la circolazione alle persone con disabilità. Eppure, accanto agli ostacoli, Rosenwirth ha sempre trovato sostegno e solidarietà: cittadini pronti ad aiutarlo, motociclisti che lo hanno accolto lungo il percorso, associazioni e consolati che hanno dato visibilità al suo progetto. Questo spirito di condivisione ha reso i suoi viaggi non solo un’impresa personale, ma un’esperienza collettiva. La sua voce, a Trieste e oltre i confini italiani, è diventata simbolo di dignità e autodeterminazione. Per Rosenwirth viaggiare non significa semplicemente spostarsi nello spazio, ma abbattere i muri invisibili che spesso segregano le persone disabili. È un modo per ribadire che la libertà di muoversi e di partecipare alla vita sociale appartiene a tutti, indipendentemente dalle condizioni fisiche. E oggi la sua storia è pronta ad arricchirsi di un nuovo capitolo straordinario. Con l’aiuto del Club Alpinistico Triestino, che metterà a disposizione attrezzature speciali e l’esperienza di speleologi formati anche nel soccorso, Rosenwirth si prepara ad affrontare una sfida senza precedenti in regione: essere il primo disabile a scendere in una grotta tecnica su corda. La cavità prescelta è la Norma Cossetto, sul Carso triestino, un ambiente complesso e affascinante che metterà alla prova non solo le capacità tecniche, ma soprattutto la forza d’animo e lo spirito di squadra. La Norma Cossetto è una delle cavità ad andamento verticale tra le più belle del Carso triestino per le sue caratteristiche morfologiche. L’ingresso si apre presso una traccia di sentiero a lato di un solco torrentizio asciutto e immette immediatamente in un pozzo che richiede l’utilizzo di corde e di manovre di progressione verticale tipiche della speleologia avanzata. La discesa si sviluppa lungo un sistema di pozzi concatenati. L’ambiente, aspro e suggestivo, alterna tratti verticali a zone concrezionate di grande bellezza. Affrontare questa grotta significa confrontarsi con tutte le difficoltà della progressione su corda: manovre di calata e risalita, gestione degli ancoraggi e sicurezza costante del gruppo. Per Rosenwirth sarà necessario l’impiego di attrezzature specifiche, adattamenti tecnici e la presenza di un team di supporto altamente qualificato, capace di garantire ogni fase della discesa e della risalita. In questi giorni una squadra di speleologi del CAT è impegnata nelle esercitazioni in previsione della nuova impresa. La discesa nella Norma Cossetto, prevista per il mese di ottobre, non rappresenta soltanto una sfida sportiva, ma un gesto dal forte valore simbolico. Entrare in un mondo sotterraneo, ostile e complesso come quello ipogeo, e farlo nelle condizioni di Rosenwirth, significa dimostrare che le barriere più difficili da abbattere non sono quelle di roccia, ma quelle della mente. L’iniziativa del Club Alpinistico Triestino, che ha deciso di affiancarlo con competenza e passione, è la prova concreta che inclusione e collaborazione possono trasformare i limiti in opportunità straordinarie. L’impatto del suo impegno va ben oltre le testimonianze personali: ha contribuito a porre con forza il tema dell’accessibilità nelle agende delle istituzioni, a stimolare riflessioni nelle comunità locali, a incoraggiare altre persone con disabilità a non rassegnarsi. Trieste, città di confine e di intrecci culturali, si ritrova così in lui un simbolo vivente della possibilità di trasformare i limiti in opportunità, i sogni in viaggi reali e le barriere in ponti verso una società più giusta e inclusiva. CLUB ALPINISTICO TRIESTINO APS Redazione Friuli Venezia Giulia