L’utilità di esserci
Volti, sorrisi e canti in un corteo che attraversa Napoli, senza dimenticare
l’orrore di Gaza.
A cosa servono le manifestazioni? Non fermano i carri armati, non cambiano in un
giorno le decisioni di un governo. Ma hanno un’utilità precisa: dire ad alta
voce da che parte stiamo.
In piazza non c’era il governo, c’era il popolo. Migliaia di persone hanno
attraversato Napoli da Piazza Garibaldi fino a Piazza Municipio, passando per
Corso Umberto, l’Università, Piazza Borsa. Io ho scattato queste fotografie
lungo il cammino, ma il corteo sarebbe continuato ancora per ore, come un fiume
che non si arresta.
Nei volti c’era bellezza: sorrisi, canzoni, bandiere che si intrecciavano al
vento. Eppure quella musica non cancellava l’orrore che ci raggiungeva da Gaza.
Forse qualcuno di noi si è sentito persino fuori luogo, e tuttavia voleva
esserci.
Perché esserci significa non diventare ciò che altri vorrebbero, ma affermare la
propria coscienza. È un bisogno personale e insieme collettivo. È dire che non
tutti gli italiani si riconoscono nelle scelte del governo. È testimoniare che
la pace non è un’utopia astratta, ma un orizzonte che si difende con la
presenza, con la voce, con i corpi in strada.
Le fotografie che seguono raccontano questo: il volto di una città che, pur nel
dolore, ha scelto di non restare in silenzio.
Lucia Montanaro