Relazioni calde e amichevoli in Sicilia. Diario di bordo dalla Global Sumud Flotilla
Le diciassette barche della Global Sumud Flotilla delegazione italiana,
effettuata la tappa di avvicinamento alla rotta verso il mare aperto,
destinazione Gaza, sono in attesa delle ultime operazioni riguardanti i
collegamenti satellitari di alcune barche ferme a Tunisi. La maggior parte
delle barche provenienti da Barcellona sono ancorate in una rada a sud di Cap
Bon, in Tunisia. Nel frattempo questa tappa è utile per ulteriori piccole
riparazioni e perfezionamenti, come quelle della barca sulla quale navigo, che
ha dovuto sostituire o meglio riparare la vecchia membrana di un WC marino: una
missione alquanto complicata perché qui a sud di Pachino la stagione è terminata
e una volta arrivati a terra, con non poche difficoltà, con l’unico tender in
quel momento disponibile, la strada per raggiungere il paese risulta come una
lunga fetta di asfalto infinita costeggiata da alberghi e camping chiusi.
Mi sono trovato dunque a dover chiedere aiuto prima con l’autostop per arrivare
a circa 8 km di distanza e poi per la riparazione dal gommista specializzato in
vulcanizzazione a caldo. Le prime persone a cui chiedere aiuto dopo 4 km a piedi
sono una vecchina che sconsolata mi informa che la macchina sotto casa sua non
la guida da anni e tre giovanissimi muratori intimoriti non solo all’idea di
lasciare il cantiere per portarmi a 5 minuti di macchina, ma addirittura al solo
pensiero di dover chiedere al loro capo il permesso di allontanarsi. Percorro
così un altro chilometro e mi fermo in una stazione di servizio. Dopo un po’ di
conversazione chiedo alla proprietaria la sua opinione sulla situazione a Gaza,
sull’assenza del governo, sulla gestione scellerata dei migranti in una terra in
cui la lingua ufficiale sta quasi per diventare l’arabo e a quel punto lei si
presta ad aiutarmi. Mi fa quindi portare dal suo collaboratore dal gommista, al
quale vengo addirittura presentato come un amico! In Sicilia queste relazioni
“calde” sono importanti anche per le piccole cose! La membrana del WC qui al sud
per quel tipo di marca è praticamente introvabile e il lavoro che si appresta a
fare il gommista con la vulcanizzazione a caldo è più simile all’arte che
all’artigianato.
L’operazione è quasi impossibile e disperata, ma viene comunque compiuta con la
massima maestria; non poteva sfuggirmi l’occasione di intervistare l’artefice di
questa impresa, grazie alla quale sei persone per una decina di giorni potranno
contare su due bagni invece che uno solo. Il prezzo chiesto per l’intervento è
del tutto simbolico. L’ammirazione e la riconoscenza verso la nostra missione
inoltre sono le stesse della signora del bar, ma anche del signore che pur
dovendo parlare di affari proprio col gommista sceglie di accompagnarmi seduta
stante per gli 8 chilometri di ritorno alla rada, dove mi aspetta il tender.
“Confesso di essere un uomo di destra – mi dice subito dopo aver capito chi sono
– ma di quella destra illuminata che allo stato attuale, da alcuni anni, non
riesce a trovare nessun tipo di rappresentanza in Parlamento”. Dai migranti fino
alla posizione verso Israele insomma è in disaccordo totale con la destra di
governo, un disaccordo accompagnato dalla consapevolezza di un’umanità perduta,
di una serie di strumentalizzazioni politiche delle questioni sociali che non
risparmiano né la sinistra né tantomeno la destra. Questa è l’umanità niente
affatto residuale, ma sicuramente più che maggioritaria in Italia e forse in
tutto il resto del mondo, che presto o tardi si farà sentire quando la
situazione sarà insostenibile anche nel nostro Occidente sedicente
“civilizzato.”
Stefano Bertoldi