Cancellare Gaza, annettere la Cisgiordania, incendiare il Medio Oriente
Gaza
Cancellare Gaza città e deportarne la popolazione. È l’ordine di Netanyahu
all’esercito. In modo sistematico vengono bombardate le case con missili
lanciati dai caccia, con bombe dell’artiglieria e attacchi con droni. Poi
agiscono i robot esplosivi e i bulldozer.
Ordini di evacuazione e bombardamenti non hanno ottenuto il loro risultato
atteso dai criminali generali. “Non ce ne andremo. È la nostra città”, dice un
bambino di 11 anni in un video. Una resistenza passiva e disarmata che affronta
a mani nude la pioggia di fuoco israeliano. Più della metà delle vittime di ieri
sono cadute a Gaza città. I resoconti giornalistici riferiscono di 72 uccisi in
24 ore.
Il rapporto giornaliero del ministro della sanità riferisce di 38 uccisi nel sud
della Striscia, fino a mezzogiorno di ieri. Non ci sono collegamenti telematici
con gli ospedali del centro e del nord di Gaza. La statistica è parziale.
Migliaia di palestinesi vagano nella notte da Gaza città verso sud, senza meta e
senza ripari. Affamati, feriti e senza assistenza.
Cisgiordania
1000 arresti in un giorno a Tulkarem. Le immagini che arrivano sui social sono
terribili. La città è stata trasformata in un campo di concentramento
all’aperto. Lunghe file di civili con le mani alzate attorniati da soldati
super-armati. Vengono ammanettati e ammassati in una piazza, per essere
interrogati.
Rastrellamenti anche a Sha’afat. Ingenti truppe hanno invaso il campo profughi a
nord di Gerusalemme est occupata. Hanno sparato pallottole di guerra contro i
giovani che contrastavano la loro avanzata con il lancio di pietre. Due
minorenni palestinesi sono stati feriti gravemente al collo e lasciati
sull’asfalto per ore. Versano in gravi condizioni.
Qatar
Si sono svolti ieri a Doha i funerali di stato delle 6 vittime dell’attacco
terroristico israeliano contro la sede delle trattative indirette
Hamas-Netanyahu. Alla cerimonia ha partecipato Al-Hayya, il negoziatore politico
palestinese che era oggetto dei missili di Tel Aviv. “Israele è un paese
canaglia che intende incendiare il M.O. Con l’attacco su Doha ha evidenziato la
mostruosità del sionismo espansionista”, ha scritto la testata on line Shorouk.
Assemblea ONU
Un voto sulla Palestina che ha segnato l’isolamento dei guerrafondai di Israele
e Usa. La risoluzione di appoggio alla formula dei due stati ha ottenuto 142
voti a favore, 10 contrari e 22 astenuti. Tel Aviv e Washington si sono trovate
in compagnia di Tonga, Micronesia e Palau… a dire no allo stato palestinese.
Francia, Gran Bretagna e altri 10 paesi hanno annunciato il prossimo
riconoscimento dello Stato di Palestina. Uno schiaffo diplomatico sonoro al
militarismo ed espansionismo israeliano, che dovrà essere seguito da azioni
concrete di boicottaggio delle armi agli aggressori genocidari.
Global Sumud Flotilla
Al via da giovedì la missione italiana con la Global Sumud Flotilla, la flotta
civile in missione umanitaria verso Gaza per rompere il blocco di Israele e
consegnare aiuti alla popolazione civile della Striscia sotto assedio.
“Dall’Italia sono 18 le barche che partono per Gaza, sulle quali ci saranno
150/160 persone. Dalla Grecia partiranno sei imbarcazione con una settantina di
persone. In questo momento ci sono anche delle barche più grandi. In tutto,
dalla Tunisia, da Barcellona, dalla Grecia e da altri Paesi saremo circa 600
persone”, ha detto Maria Elena Delia, la portavoce della Flotilla italiana.
Salpa da Siracusa anche la nave di Emergency, la Life Support. La nave di
ricerca e soccorso dell’Ong fondata da Gino Strada sarà l’ultima a partire delle
barche italiane dirette a Gaza, avrà il ruolo di osservatrice e offrirà supporto
medico e logistico alle imbarcazioni che dovessero averne necessità.
Emergency insieme alla flotta italiana si incontrerà poi con la delegazione
internazionale. La Life Support offrirà assistenza sanitaria ai partecipanti,
garantirà assistenza per riparare attrezzature tecniche danneggiate e
contribuirà al rifornimento di acqua e viveri alle barche della flotta.
“Emergency ha deciso di aderire a questa iniziativa promossa dalla società
civile perché ha visto direttamente le condizioni della popolazione nella
Striscia – dichiara Anabel Montes Mier, capomissione della Life Support di
Emergency -. Lo staff, che lavora nella Striscia in due centri sanitari nel
governatorato di Khan Younis riporta una situazione gravissima, mai vista prima.
Di fronte al silenzio e all’inazione dei governi, l’ampia partecipazione dei
cittadini alle manifestazioni a sostegno di questa cordata umanitaria è segno di
una volontà di pace e giustizia che condividiamo e vogliamo sostenere”.
Intanto presidi quotidiani permanenti si moltiplicano in tutte le città italiane
a sostegno della Palestina e della Sumud Flotilla.
ANBAMED