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RWM: le possibili soluzioni e le prospettive
Pubblichiamo l’intero articolo uscito ieri, 26 novembre 2025. Articolo 21 apre oggi la quarta finestra settimanale sulla RWM, la fabbrica di bombe del Sulcis-Igesiente che ha presentato un progetto di ampliamento contro cui si oppongono molte associazioni. Qui vengono proposte le possibili soluzioni di riconversione produttiva per garantire il lavoro alternativo sulla base delle leggi esistenti. Restano ormai pochissimi giorni al termine perentorio fissato dal TAR, entro il quale la Regione Sardegna è chiamata a pronunciarsi sulla controversa richiesta di VIA per l’ampliamento di RWM. Il Comitato Riconversione RWM per la Pace e il Lavoro sostenibile, che al suo interno comprende numerose associazioni da anni impegnate, ha più volte messo in risalto le inadempienze da parte della multinazionale tedesca indicando implicitamente un percorso alternativo. Nei nostri scritti abbiamo ribadito con forza l’importanza di un futuro di pace che rinunci ad una economia di guerra la quale genera ripercussioni negative sull’ambiente e sulla salute. Per noi si tratta di priorità che impongono un’attenzione al lavoro e alla prospettiva di una nuova economia nel Sulcis che possa finalmente porre fine alle errate scelte strategiche derivanti da cattive politiche portate avanti da decenni. La normativa vigente autorizza la costituzione di società miste, a prevalente partecipazione pubblica, alle quali è affidato il compito di fornire servizi di interesse generale per la comunità.  In Sardegna vi sono già diverse società la cui partecipazione al capitale sociale è interamente in capo a soci pubblici. Nell’oggetto sociale si può leggere che le attività possono riguardare la manutenzione delle strade provinciali, manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici e scuole secondarie che insistono nel territorio provinciale, delle aree verdi, dei corsi d’acqua, piccole bonifiche ambientali, segnaletica stradale e via dicendo. È importante ricordare l’intervento previsto nella finanziaria regionale dove è autorizzato, per l’esercizio 2025, la spesa complessiva di euro 12 milioni finalizzati all’attuazione di un programma di interventi di manutenzione ordinaria della rete stradale di livello provinciale, finalizzata al mantenimento degli standard di sicurezza a favore delle città metropolitane e delle Province. Un occasione importante di lavoro che potrebbe essere colta. È necessario, dunque, che il sistema Regione si faccia carico, con urgenza, di reperire e adottare strumenti normativi specifici che, in precedenti contesti, hanno già fornito riscontri positivi. Il nuovo soggetto giuridico dovrebbe focalizzarsi sui settori trainanti nel Sulcis (finanziati anche dal Just Transition Fund – lo strumento finanziario dell’U.E per politica di coesione ). Settori vitali per la prospettiva occupazionale e di sviluppo per l’intero territorio sulcitano, quali: bonifiche e risanamento ambientale in particolare dei siti minerari dismessi, manutenzione impianti e infrastrutture per energia verde, manutenzione idraulica e gestione del territorio. In sintesi la diversificazione produttiva, abbandonando la monocultura industriale a favore di un mix che valorizzi l’energia pulita, l’ambiente e il patrimonio storico-culturale. La vera sfida della Regione consiste nel trasformare un’emergenza industriale in un’opportunità sostenibile per il Sulcis. A tal fine, è indispensabile il coinvolgimento di tutte le parti sociali e politiche dell’isola. Responsabile pace di Sinistra Futura Articolo 21
Stop Rwm: “Valutazione d’impatto ambientale” negativa subito per l’ampliamento dello Stabilimento Rwm
Pubblichiamo il comunicato diffuso ieri, 14 novembre 2025,  dal “Cagliari Social Forum” e dal “Comitato sardo di solidarietà con la Palestina”. GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE A PARTIRE DALLE ORE 9.30 PRESIDIO DAVANTI ALLA SOVRINTENDENZA AI BENI AMBIENTALI IN VIA CESARE BATTISTI, 2 E dalle ore 11.00 davanti alla GIUNTA REGIONALE IN VIALE TRENTO Dichiaravano di non produrre esplosivi, ma non era vero, così la società RWM ha potuto ampliare il suo stabilimento senza la necessaria Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Sappiamo che gli esplosivi e gli ordigni militari prodotti da RWM vengono impiegati nelle peggiori guerre che insanguinano il pianeta, ma i funzionari dei comuni, della Provincia e della Regione Sardegna hanno voluto credere alle false dichiarazioni dell’azienda, sino a quando, a novembre 2021, una sentenza del Consiglio di Stato ha ristabilito la verità: lo stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias produce esplosivi, è a elevato rischio di incidente, e il suo ampliamento doveva essere sottoposto a VIA obbligatoria preliminare. La sentenza del C.d.S. ha annullato le licenze edilizie, quindi i lavori di ampliamento, con i relativi scavi, sbancamenti e costruzioni, che risultano quindi essere abusivi. Anziché demolire le opere abusive e ripristinare lo stato dei luoghi, la RWM ha deciso però, nel 2022, di chiedere una Valutazione di Impatto Ambientale a lavori compiuti (una VIA ex post), interpretandola come una sorta di sanatoria. La VIA ex post è durata tre anni, nel corso dei quali la RWM ha continuato ad apportare ulteriori modifiche al suo stabilimento, vanificando di fatto il procedimento. L’istruttoria per la VIA ex-post dell’ampliamento RWM è ormai conclusa, manca solo il parere finale della Giunta Regionale, che si dovrà comunque esprimere entro la metà del prssimo mese di dicembre, secondo quanto stabilito da una recente sentenza del TAR della Sardegna. A causa delle gravi carenze istruttorie, dovute alle informazioni parziali e lacunose fornite dall’azienda, e dei gravi impatti ambientali comunque emersi, la Valutazione finale per l’Impatto Ambientale dovuto all’ampliamento RWM non potrà che essere NEGATIVO. Fra le tante motivazioni ne ricordiamo alcune. Buona parte degli ampliamenti è stata realizzata in aree a rischio idrogeologico molto elevato, dove, per ragioni di sicurezza, vige il divieto assoluto di edificazione. * Sono stati violati numerosi vincoli paesaggistici che tutelano l’area, senza che fosse mai nemmeno acquisito il parere obbligatorio e vincolante della Soprintendenza di Cagliari in merito all’ampliamento nel suo complesso. * Non è mai stato presentato un progetto unitario e organico del piano di ampliamento, né un elenco completo di tutti gli impatti dovuti alle numerosissime opere realizzate, in termini di scavi, sbancamenti, distruzione della vegetazione, impermeabilizzazione dei suoli, … In queste condizioni la procedura di VIA non può che avere un esito NEGATIVO. In caso contrario si tratterebbe solo dell’ennesimo favore a chi fa profitti fabbricando e vendendo ordigni di morte, oltre che un cedimento alle indebite pressioni governative esercitate in questi mesi. 1. Può una Regione che detiene il primato di servitù militari a livello nazionale concedere una VIA positiva ad una fabbrica di morte che produce armi da esportarle in tutti i teatri di guerra? 2. Cosa succederebbe se il torrente sulle cui rive si affaccia lo stabilimento RWM esondasse ed uscisse dagli argini? 3. Perché credere a un’azienda che dichiara di voler salvare il Sulcis dalla crisi, propagandando a ogni piè sospinto numeri iperbolici per le maestranze alle sue dipendenze, ma che poi risulta avere appena 102 dipendenti assunti? Un’azienda che ricorre sistematicamente al lavoro precario e interinale, pronta a sbarazzarsene appena cala la richiesta di ordigni? Il giorno 20 di novembre non andremo per scontrarci con la Presidente Todde ma per sapere quali sono le intenzioni della Giunta in proposito. Noi continueremo A VIGILARE. L’invito alla partecipazione è rivolto a tutte le associazioni, partiti, sindacati e singoli cittadini che non si vogliono piegare alla logica del ricatto occupazionale e alla logica colonialista che continua a sfruttarci in nome del profitto Cagliari Social Forum COMITATO SARDO DI SOLIDARIETÀ CON LA PALESTINA Redazione Sardigna
RWM: fabbrica di bombe come modello di sviluppo europeo?
Il lungo elenco di irregolarità ha consentito alla fabbrica di bombe RWM di ingrandirsi senza ostacoli sul territorio del Sud Sardegna. Ora una dettagliata lettera scritta da tredici associazioni pacifiste e ambientaliste, da un partito e da un’organizzazione sindacale, prima firmataria Italia Nostra, elenca tutti gli abusi non sanabili commessi; la mancata presentazione alla Soprintendenza Archeologica, Paesaggistica e Beni Ambientali di progetti per opere ricadenti in area a vincolo paesaggistico; addirittura la costruzione di impianti industriali (magazzini, strutture produttive, locali tecnici, piazzali) in una zona a rischio idraulico Ri4 perché realizzati all’interno della fascia di 150 metri dal letto del Rio Figu. Quindi con gravi rischi di esondazione e conseguente coinvolgimento di strutture ad alta pericolosità. La scheda tecnica, presentata ufficialmente alla presidente della Regione Alessandra Todde, diviene uno strumento fondamentale per quella Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che dovrà essere data entro i termini fissati dal TAR perché la fabbrica, già in espansione, possa essere autorizzata ad un vasto ampliamento. Mentre la Regione prende tempo, il governo dimostra ancora una volta di essere insofferente sul rispetto di regole fondamentali per la sicurezza dei cittadini. La prima sollecitazione a fare in fretta è giunta all’assessore all’industria Cani. Molto più esplicito il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda che è anche presidente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera. Ecco cosa ha dichiarato: “La gestione da parte della Giunta Regionale della Sardegna dell’ampliamento dello stabilimento RWM è guidata dall’ideologia e rischia di condannare l’isola ad una reputazione di ostilità verso l’industria e lo sviluppo (…). Le nostre navi commerciali come le difendiamo dalla pirateria e dagli attacchi nel Mar Rosso? (…). Così facendo stanno condannando l’isola ad una decrescita infelice”. Singolare affermazione fatta contestualmente alle affermazioni del ministro Urso sul fallimento dell’ipotesi polo-zinco a Portovesme e nei giorni di allarme sindacale con contestuale silenzio tombale del governo sull’Eurallumina. Nessun impegno, passiva accettazione della totale deindustrializzazione. Il non detto, quindi, è che l’unico sviluppo industriale sarà quello della produzione di armi ed esplosivo in omaggio alla Rheinmetall l’azienda proprietaria della RWM che, secondo quanto qualche giorno fa ha scritto Huffington Post, è diventata la nuova potenza militare d’Europa. Potenza militare con ambizioni imperialiste: colonizzazione delle aree più sofferenti di tutta Europa. Tra queste, ovviamente, il Sulcis. Ma il governo della Sardegna può davvero accettare passivamente questa logica di militarizzazione di tutto il continente esplosa negli ultimi tre anni e mezzo? Logica giustificata con cosiddette esigenze di difesa, così come ha tentato di dire anche il deputato Deidda. Eppure sono le stesse cifre diffuse dalla RWM Italia a smentire questa versione dei fatti. Il bilancio al 31 dicembre 2024 dimostrava che mentre il portafoglio degli ordini dichiarava un totale del 15.5% per l’Italia – contro l’80.4% per l’estero –, molto più netto è stato il divario dei ricavi: dall’Italia solo l’1.8% contro il 24.8% dall’Unione Europea e il 64.3% dai Paesi extraeuropei. Economia di guerra? Sì, dunque. E tutto questo sarebbe in linea con il sacro articolo 11 della Costituzione? La vocazione alla pace dell’Italia e della Sardegna deve dunque passare per fermare l’ossessione europea del riarmo destinando a questo settore cifre iperboliche contro tutti gli altri bisogni della società, in particolare a danno delle componenti più sofferenti e fragili. In Sardegna il no a questa nuova forma di colonizzazione, subdola, fatta in nome dei posti di lavoro trovati nell’attuale deserto occupazionale, deve passare sia attraverso la ricerca di una solida riconversione industriale della fabbrica delle bombe, sia attraverso la scrittura di un nuovo statuto che non solo promuova l’autogoverno ma che respinga qualunque tentativo di colonizzazione dell’isola, men che meno quella che affida agli oggetti portatori di morte non di pace un possibile futuro economico. La battaglia riguarda in prospettiva anche tante altre zone italiane in difficoltà. Se passa la linea del ‘comunque si deve fare’, l’operazione si diffonderà rapidamente a macchia d’olio. p.s. Articolo 21 liberi di… continuerà a seguire, con appuntamento settimanale il giovedì, gli sviluppi della vicenda RWM. Ottavio Olita, 12 novembre Articolo 21
Per la Palestina chiudiamo la fabbrica della morte di Domusnovas
Per la Palestina chiudiamo la fabbrica della morte di Domusnovas Venerdì 7 novembre ore 18.00 – Cagliari, via Roma sotto la Regione In Palestina continua il genocidio. Nonostante la tregua Israele bombarda Gaza, il Libano e minaccia di annettere la Cisgiordania. Centinaia di persone continuano a morire perché il mondo, non solo non punisce i criminali, ma supporta apertamente il terrorismo di Israele. La settimana scorsa il TAR ha accolto il ricorso dell’RWM contro la Regione Sardegna, stabilendo un ultimatum: 60 giorni di tempo per pronunciarsi sull’ampliamento abusivo della fabbrica della morte. Una sentenza vergognosa, l’ennesimo schiaffo alla Sardegna da parte di uno Stato italiano che vuole la nostra terra sacrificata sull’altare della guerra e dello sfruttamento. L’RWM, azienda tedesca con stabilimento a Domusnovas, produce ordigni e bombe esportate anche verso Paesi coinvolti in conflitti sanguinosi, come l’Arabia Saudita. Come se non bastasse L’8 ottobre l’azienda tedesca ha annunciato l’ampliamento della produzione di droni killer realizzati in collaborazione con l’Israeliana UVision Air Ltd., partner diretto dell’esercito israeliano nei bombardamenti sulla popolazione palestinese. La connessione è chiara: ciò che viene costruito nella nostra terra contribuisce alla distruzione di altre terre, di altre vite. La Sardegna non può e non deve essere complice del massacro del popolo palestinese. Non possiamo stare fermi, non possiamo più stare in silenzio. Con la Palestina nel cuore, con tutta la sofferenza dei popoli oppressi dobbiamo dire basta, dobbiamo urlare la nostra rabbia e pretendere che la Regione faccia la scelta giusta. Due mesi di mobilitazione ci hanno mostrato quanta forza può avere un popolo unito, che ha spinto la nostra classe dirigente a pronunciarsi sul genocidio in corso e a sventolare sui palazzi del potere la bandiera palestinese. Todde, fai la scelta giusta sull’RWM! Su instagram la Todde si era espressa così rispetto alla Global Sumud Flotilla: «Come Presidente della Regione Sardegna voglio fare a tutti i naviganti un augurio di buon vento e far sentire la vicinanza di una terra che vuole essere, con sempre più determinazione, una terra di pace e solidarietà». E ancora, presentando il progetto “Sardinia Peace Island – building peace, growing futures” ha ribadito che “La pace non è un sogno, è una scelta. E noi, come Regione, scegliamo di essere parte attiva di questa scelta”. Presidente, Giunta e tutta la maggioranza, questo è un appello rivolto a voi, ora è il momento di agire. Dimostrate che le vostre non erano soltanto parole vuote, che siete veramente determinati e determinate a fare della Sardegna una terra di pace e solidarietà. Noi saremo ancora una volta in piazza il 7 novembre, appuntamento ore 18:00 sotto la sede del Consiglio Regionale in via Roma. Siete invitate e invitati a marciare con noi, in modo che possiate dimostrare la concretezza delle parole. Noi saremo lì a pretendere una vostra risposta, quella giusta, che blocchi definitivamente l’espansione della fabbrica della morte. Comitato sardo di solidarietà con la Palestina Associazione amicizia Sardegna Palestina Redazione Sardigna
No ad una sanatoria sugli abusi della RWM
Si è svolto il 16 settembre a Cagliari, davanti al palazzo della Regione in viale Trento, un sit-in di protesta, per scongiurare la possibilità che l’amministrazione regionale sarda decida di sanare gli abusi ambientali causati dall’ampliamento illegittimo dello stabilimento RWM del Sulcis. La RWM Italia, industria di armamenti bellici con sede legale a Ghedi in provincia di Brescia, da circa quattro anni ha svolto ingenti lavori di ampliamento nello stabilimento di Domusnovas-Iglesias, in Sardegna. Questo per aumentare la propria produzione di bombe d’aereo, d’artiglieria pesante e di droni killer, questi ultimi su licenza e sotto controllo di una società israeliana. L’aumento delle richieste, dovuto alle numerose guerre in corso, l’ha spinta ad iniziare subito i lavori ed a portarli rapidamente a termine, pur non avendo avuto tutte le autorizzazioni necessarie, prima fra tutte la VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale). In seguito alle proteste e ai ricorsi alla giustizia amministrativa, da parte di numerose associazioni ambientaliste, pacifiste e disarmiste, il Consiglio di Stato ha bocciato gli ampliamenti come non legali, vietandone quindi l’uso produttivo. La contromossa dell’azienda di armamenti è stata quella di presentare alla Regione Sardegna una richiesta di valutazione ambientale ex post, con l’intento di sanare gli abusi edilizi ed ambientali perpetrati. A tre anni di distanza dalla richiesta della RWM, il servizio Valutazione Impatti ambientali della Regione sarda ha terminato l’istruttoria relativa ed esiste il rischio concreto che venga concessa una valutazione positiva, pur con possibili prescrizioni. L’ultima parola spetterebbe comunque alla Presidente della Regione, Alessandra Todde. Alla quale la rete di associazioni e sindacati ha indirizzato una lettera aperta, affinché non avvalli una sanatoria assai dubbia dal punto di vista legale e molto imbarazzante dal punto di vista politico, per non parlare del senso etico, che semplicemente rabbrividisce. La lettera chiede anche un confronto diretto con la premier regionale, per capire meglio la distanza, o la vicinanza delle posizioni. In assenza della Todde, una delegazione dei manifestanti è stata comunque ricevuta dal capo-gabinetto ed ha potuto illustrare i motivi della propria posizione, dimostrando dati tecnici alla mano, che i danni provocati al territorio non possono portare ad una valutazione d’impatto ambientale favorevole per l’azienda. E’ stato chiesto anche un prossimo e urgente incontro con la Presidente Todde, per cercare di affrontare la difficile situazione attraverso il confronto. Settori importanti del governo italiano, tra cui il ministero della difesa, stanno intensificando la pressione verso la Regione Sardegna, affinché dia l’avvallo all’ampliamento della fabbrica di morte. L’industria bellica, in tempo di guerre crescenti, deve poter stare dietro alle richieste. Forse aveva fiutato il vento e proprio per questo aveva così tanta fretta di aprire nuove unità produttive, anche a costo di infischiarsene delle regole che dovrebbero valere per tutti. Sicuramente, senza l’impegno dei comitati, dei movimenti, dei sindacati di base durante quest’ultimo decennio, questa industria che sforna prodotti di distruzione e morte avrebbe di sicuro fatto il bello e il cattivo tempo ed avrebbe da tempo aumentato ancor più il suo fatturato, già in ampia salita. Ora si attendono le prossime mosse politiche. A livello regionale, certo, ma anche con la possibilità di ingerenze governative nazionali. I movimenti che lottano per la chiusura della fabbrica o per la sua riconversione a scopi civili, sanno che ci sarà ancora tanto da fare. Carlo Bellisai
Ambiente, salute, sicurezza della popolazione in cambio di bombe e profitti?
Una delle tante manifestazioni organizzate dalla Campagna Stop RWM (Foto pagina Facebook Campagna Stop RWM) Pubblichiamo il comunicato della Campagna Stop RWM sul presidio di Martedì, 16 Settembre 2025, a Cagliari. AMBIENTE, SALUTE, SICUREZZA DELLA POPOLAZIONE IN CAMBIO DI BOMBE & PROFITTI ? NO GRAZIE La guerra, con le sue pretese oscene, bussa anche alla porta della Giunta Regionale e della sua Presidente: la fabbrica delle bombe, la RWM Italia Spa vorrebbe sanare i nuovi reparti costruiti abusivamente e chiede al governo regionale una Valutazione d’Impatto Ambientale positiva per poter mettere in produzione i nuovi reparti costruiti abusivamente nel suo stabilimento di Domusnovas – Iglesias. La fabbrica è di proprietà della Rheinmetall, una multinazionale degli armamenti con sede in Germania, e rifornisce con i suoi ordigni micidiali i principali teatri di guerra: bombe per aereo per l’Arabia Saudita e la Turchia, proiettili di artiglieria destinati all’Ukraina, droni killer della serie Hero, fabbricati su licenza della multinazionale israeliana Uvision … Per aumentare la produzione di ordigni ha raddoppiato abusivamente i suoi impianti, il Consiglio di Stato nel 2021 ha annullato i permessi edilizi, ma la società non si è rassegnata a demolire gli abusi compiuti e ripristinare lo stato dei luoghi. Da più di tre anni RWM chiede con insistenza una Valutazione di Impatto Ambientale a cose fatte (una VIA ex-post) per gli impianti che ha realizzato abusivamente a Domusnovas-Iglesias. Una pretesa assurda visto che la stessa procedura di VIA ex-post in corso ha evidenziato come gli abusi sono stati compiuti in aree tutelate da molteplici vincoli e a forte rischio idrogeologico… Oggi nessuno può dire “Non sapevamo” Un eventuale valutazione positiva per l’impatto ambientale dell’ampliamento RWM è del tutto incomprensibile alla luce dell’enorme impatto degli interventi, sarebbe un semplice cedimento alle pressioni dei produttori di armi e alle folli politiche di riarmo. Richiamiamo quindi la Giunta Regionale e la sua Presidente a una decisione coerente con le sue posizioni contrarie al riarmo e per il mantenimento della pace e con le normative che tutelano l’ambiente, la salute e della sicurezza della popolazione: Non pieghiamoci alle esigenze della guerra e del profitto di chi fabbrica armi. Nessuna autorizzazione a chi lucra sulla guerra e la prepara, devastando l’ambiente. Nessuna autorizzazione ambientale positiva per la fabbrica delle bombe RWM. PRESIDIO: Martedì, 16 Settembre 2025, ore 10:00 fronte alla sede della Giunta Regionale in viale Trento 69 – Cagliari Cagliari, 11 settembre 2025 – Campagna STOP RWM     Redazione Sardigna