L’Istituto Comprensivo Antonio Gramsci di Roma si mobilita per la pace
L’Istituto Comprensivo Antonio Gramsci di Roma, che comprende una Scuola Media,
quattro Plessi di Scuola Elementare e due Scuole dell’Infanzia ha approvato oggi
un documento proposto dalla Commissione Intercultura sulla promozione della pace
e dei valori costituzionali, che si ricollega al minuto di silenzio per
denunciare il genocidio in atto a Gaza, proposta già approvata in altre scuole
sul territorio nazionale.
Partendo dall’immane tragedia di Gaza il nostro documento chiama al tempo stesso
a un raccoglimento e a un impegno nella didattica contro tutte le guerre in atto
e a difesa dei diritti delle bambine e dei bambini, vittime innocenti della
lucida e cinica “follia” dei vari signori della guerra che governano il mondo.
Al tempo stesso si è approvata la proposta di gemellaggio e scambio epistolare
con le scuole di Odessa, in Ucraina e se possibile, con scuole palestinesi o di
altri teatri di guerra, come ad esempio la dimenticata Somalia.
Questi gemellaggi di pace sono facilitati dal fatto che la nostra scuola è
frequentata da bambine e bambini ucraini e palestinesi oltre che da altri che,
italiani di fatto, ma quasi sempre non di diritto, provengono da oltre 40
differenti nazioni dei diversi continenti.
Nella settimana successiva al 21 settembre, Giornata Internazionale della Pace,
si propone inoltre a ogni plesso di realizzare, ad esempio con un grande
lenzuolo azzurro, un mare pieno di barchette realizzate dai bambini che
trasportano parole di pace.
Di seguito il documento approvato all’unanimità dal Collegio Docenti:
Il CdD dell’IC Antonio Gramsci di Roma riunitosi l’11 settembre 2025
premesso che
– la tutela dei diritti umani è il principio cardine della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani come della nostra Costituzione; è anche il cardine
di numerosi trattatati internazionali ratificati dall’Italia, tra i quali si
ricorda la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza;
– l’art. 11 della Costituzione italiana sancisce il ripudio della guerra “come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali”;
– la scuola italiana ha tra i suoi obiettivi fondamentali l’educazione alla
pace, alla convivenza civile, alla solidarietà e al rispetto reciproco;
considerato che
– nella gravissima situazione della Striscia di Gaza dove, come affermato anche
dall’inchiesta ONU dello scorso marzo, la popolazione palestinese è vittima di
genocidio, essendo state messe in atto operazioni di guerra finalizzate alla sua
distruzione;
– oltre 50 mila bambine e bambini sono stati uccisi o seriamente feriti, mentre
gli altri sono denutriti e spesso sono rimasti senza famiglia, cure mediche e
possibilità di proseguire gli studi;
– l’intervento militare a Gaza ha considerato tra gli obiettivi strategici anche
le scuole, che sono state quasi tutte distrutte;
– i rettori delle Università di Gaza hanno lanciato un appello nel mese di
agosto chiedendo che in tutte le scuole il primo giorno di ripresa delle
attività dopo la pausa estiva venga osservato un minuto di silenzio per le
alunne e gli alunni palestinesi e per i loro insegnanti che sono morti, per
quelli che feriti e privati di tutto non potranno comunque andare a scuola, per
quelli che in situazioni inimmaginabili continuano a spendersi affinché non sia
annientata l’istruzione;
– la rete delle “Scuole per la pace” ha raccolto questo invito diffondendo
l’appello e promuovendo la campagna “Un minuto di silenzio per Gaza”;
– la nostra scuola sta costruendo la sua identità sull’educazione alla pace,
alla solidarietà e al rispetto;
– consapevoli che anche in altri Paesi del mondo molte bambine e bambini sono
privati dei diritti fondamentali;
delibera
che il giorno 15 settembre 2025, primo giorno del nuovo anno scolastico, in
tutti i plessi ci sia un minuto di silenzio che coinvolga non solo tutti gli
alunni e le alunne, ma anche tutti i lavoratori e le lavoratrici della scuola in
solidarietà ai bambini di Gaza, ma anche a tutti i bambini vittime delle guerre
e privati del diritto all’istruzione.
Mauro Carlo Zanella