Appello a Mattarella di cinque studenti e studentesse di Gaza
Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Italiana Prof. Sergio
Mattarella
Palazzo del Quirinale, Roma
Signor Presidente,
siamo cinque studenti di Gaza, ma sappiamo di parlare per altri e altre nelle
stesse nostre condizioni.
Siamo studenti e studentesse della Striscia di Gaza ammessi alle università
italiane e Le scriviamo con la speranza che la nostra voce possa raggiungerLa e
trovare ascolto presso la più alta carica della Repubblica, garante della
Costituzione e dei diritti fondamentali.
Abbiamo ricevuto con orgoglio la notizia di essere stati accolti dalle
università italiane: per noi non è stato soltanto un traguardo accademico, ma
anche un segno di vita e di futuro in mezzo a distruzione e privazioni. Entrare
a far parte della comunità universitaria italiana significa per noi accedere a
un diritto che la Costituzione italiana riconosce con chiarezza, all’articolo
34: “La scuola è aperta a tutti”.. “anche se privi di mezzi, tutti hanno diritto
di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
Eppure oggi questo diritto ci viene negato. I ritardi nel rilascio dei visti e
l’assenza di un canale sicuro per lasciare Gaza ci impediscono di raggiungere
l’Italia e di iniziare il percorso di studi per il quale siamo stati
selezionati. Così restiamo ostaggi delle frontiere e privati del diritto allo
studio e di una possibilità di un futuro.
Per noi continuare a studiare e acquisire competenze significa anche rafforzare
la nostra comunità e la nostra stessa esistenza. Significa coltivare la speranza
di poter tornare un giorno nella nostra terra e di essere pronti a ricostruirla,
con le conoscenze e le capacità che avremo maturato grazie alle università
italiane.
Signor Presidente, chiediamo che il genocidio venga fermato, chiediamo il
rispetto dei diritti che la Costituzione italiana, la Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione Europea e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo
riconoscono a ogni persona, senza discriminazioni.
Per le università italiane siamo già studenti. In questo senso, siamo già parte
della comunità di questo Paese. È per questo che ci rivolgiamo a Lei: per
chiederLe di aiutarci a tutelare il nostro diritto allo studio, la nostra
dignità, la nostra vita e il nostro futuro.
Con rispetto e fiducia,
Zaina, Aesha, Majd, Shahd, Mohamed e tutti e tutte coloro che come noi restano
ancora dei “sopravvissuti”
Redazione Italia