Vito di Battista / Saga abruzzese
La storia è una saga familiare ambientata a San Vito Chietino, un piccolo paese
abruzzese a trecento gradini dal mare e luogo di nascita dell’autore. Vito Di
Battista riesce sapientemente a riempire la narrazione di dettagli, lasciando
emergere anche il non detto, offrendo così al lettore diverse chiavi di lettura.
Il romanzo si apre nel 1938, in pieno ventennio fascista, e attraversa il 1943,
alla fine della Seconda guerra mondiale, fino ad arrivare al 1970. La vicenda
della famiglia protagonista si intreccia con le conseguenze della dittatura
sulla società locale, la crudeltà del conflitto e la trasformazione degli
abitanti: la piccola provincia diventa una lente d’ingrandimento per osservare i
mutamenti dell’intera nazione. Bontà e meschinità, povertà e ricchezza, abusi e
vittime si alternano senza soluzione di continuità, lo stile dell’autore è
lineare e scorrevole, e proprio questa apparente semplicità rivela una rara
qualità narrativa.
I protagonisti principali sono tre, ma la voce di altri personaggi si fa
ugualmente sentire: Olimpo, uomo buono e appassionato di scrittura, rifiuta di
seguire le orme paterne. La dittatura influenza profondamente le sue scelte
personali: il clima politico lo costringe, più volte, ad affrontare paure e
compromessi che mettono alla prova la sua integrità e il suo desiderio di
libertà. Anita, la moglie di Olimpo, vive con un braccio amputato a causa di un
incidente in giovane età; conosce il marito sul posto di lavoro e la loro
relazione si costruisce su una comprensione reciproca e un affetto sconfinato.
Emma, rimasta incinta da nubile, viene ripudiata dalla famiglia e dalla società:
il suo percorso di riscatto rappresenta un cambiamento nella mentalità della
comunità locale: da “svergognata” cacciata di casa, trova inaspettatamente una
nuova possibilità di vita e di accettazione.
Sul fondo si staglia il mare, i trabocchi dei pescatori, l’occupazione nazista,
la liberazione della Puglia. Dopo il matrimonio, Olimpo e Anita hanno due figli.
Emma, costretta a vivere in una stalla, viene coinvolta da Olimpo per aiutare
Anita con le faccende domestiche e la crescita dei figli. Nonostante la
riluttanza iniziale, Anita accetta la presenza di Emma, sottolineando la
difficile convivenza tra dovere e sentimento. Alla fine, Emma trova una casa e
un nuovo riscatto, mostrando come il romanzo esplori il tema della redenzione
sociale e la trasformazione della mentalità collettiva.
Il dialetto locale e i dettagli ambientali arricchiscono la lettura, immergendo
il lettore in una dimensione senza tempo, che restituisce la musicalità del
parlato abruzzese e la forza evocativa del paesaggio. L’autore non imbocca mai
strade scontate o consolatorie, ma offre un’analisi precisa di un periodo
storico e sociale che ha profondamente cambiato la società. La saga familiare si
distingue così per la capacità di raccontare la storia collettiva attraverso le
vicende intime dei suoi personaggi, mostrando come grandi eventi, come la
dittatura e la guerra, plasmino le scelte e il destino di chi vive ai margini
della storia ufficiale.
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