Gerusalemme capitale di Israele e altre menzogne dei manuali scolastici
Tra pochi giorni le e gli studenti e le studentesse di tutta Italia torneranno
sui banchi, mentre le/i docenti sono pronte/i a riprendere il loro posto in
aula, ma mai come in questo momento è necessaria non solo una riflessione
critica sui manuali (in particolare di storia) proposti nelle scuole, ma
soprattutto un lavoro di costante monitoraggio sui contenuti spesso ambigui,
quando non palesemente scorretti, circa la situazione in quell’area di mondo che
in troppi continuano a definire Medio Oriente.
Si potrebbe cominciare da qui, come suggerisce, sulla scorta di Edward Said,
Michele Lucivero (in un articolo pubblicato su www.pressenza.it), a
decolonizzare il linguaggio della manualistica o, quantomeno, a rendersi conto
di quanto imbevuto di pensiero spesso inconsapevolmente colonialista sia il
linguaggio mainstream.
Sarebbe questo un primo passo doveroso, ma certamente insufficiente oggi, nel
momento in cui, come lo stesso Lucivero sottolinea (in un articolo pubblicato su
www.jacobinitalia.it), proprio il manuale più soddisfacente dal punto di vista
di una narrazione storica non “marcatamente colonialista” è stato (non a caso!)
oggetto di segnalazione da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Trame del tempo, il manuale di storia edito da Laterza di cui sono autori
Ciccopiedi, Colombi, Greppi e Meotto, è stato infatti accusato di aver stabilito
una indebita continuità storica tra fascismo e governo Meloni. Il caso non è che
l’ultimo di una serie di interventi di carattere censorio che da parte di
Governo e Ministero dell’Istruzione stanno sempre più frequentemente attentando
alla libertà di ricerca e di insegnamento.
Sulla base di questa lunga ma necessaria premessa è quindi importante leggere
l’articolo uscito su “il Manifesto” del 29 agosto 2025
(https://ilmanifesto.it/loccupazione-israeliana-nei-libri-scolastici-italiani),
in cui l’autrice Eliana Riva ricostruisce il lavoro della rete Docenti per Gaza,
che grazie a uno scrupoloso monitoraggio dei manuali italiani ha messo il
evidenza il fatto che «nelle nostre scuole Gerusalemme viene sempre indicata
come capitale di Israele e che i territori palestinesi occupati sono a volte
inseriti all’interno dello stato ebraico». La rete ha dato mandato all’avvocato
Dario Rossi di chiedere rettifica alle case editrici, che spesso indicano la
questione semplicemente come “controversa” o descrivono territori illegalmente
occupati come “oggetto di contesa”. Il punto di vista prevalentemente adottato
dalla manualistica è quello israeliano, implicitamente avallandone le gravissime
violazioni del diritto internazionale e contribuendo, sotto traccia, a
diffondere una versione non solo unilaterale, ma francamente criminale della
questione palestinese, spesso con la scusa di “rendere comprensibile una materia
complessa”.
Le risposte delle case editrici hanno solo parzialmente soddisfatto le richieste
di rettifica, a conferma di quanto sia necessario oggi più che mai un paziente
ma capillare lavoro culturale che deve partire proprio dalla denuncia di quelli
che solo a un occhio ingenuo possono apparire semplici errori o imprecisioni. Il
diritto internazionale è chiaro a riguardo: Gerusalemme non è la capitale di
Israele e gran parte della Palestina è illegalmente occupata da Israele.
Fino a che non si chiariranno in modo inequivocabile almeno queste premesse,
sarà necessario condurre un lavoro culturale e di formazione che infatti sempre
più docenti sentono necessario: l’iniziativa della Scuola per la Pace di Torino
e Piemonte “Nello specchio di Gaza” (clicca qui per il progetto) rappresenta a
tale proposito un importante tassello per contribuire alla crescita di una
cultura antirazzista e colonialista. Anche questo è politica, anche questo è
militanza, anche questo è accompagnare la navigazione della Global Sumud
Flotilla e affiancarne, da terra, da dietro la cattedra, facendo cultura, la
missione.
A questo proposito segnaliamo che la campagna continua e che Docenti per Gaza
raccoglie
segnalazioni: https://www.instagram.com/docenti.per.gaza/p/DFNSJxNOX7h/?img_index=4
Irene Carnazza, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università, Torino