Tag - Martino Mazzonis

STATI UNITI: ACCORDO AL SENATO CHIUDE LO SHUTDOWN PIÚ LUNGO DI SEMPRE. L’INTERVISTA A MARTINO MAZZONIS
Raggiunto un accordo tra democratici e conservatori al Senato USA per mettere fine allo shutdown e finanziare il governo federale fino al 30 gennaio. I democratici hanno ottenuto la riassunzione dei dipendenti federali licenziati durante questo periodo e gli impiegati in congedo forzato riceveranno una retribuzione retroattiva. Il disegno di legge di spesa a breve termine impedisce all’Ufficio di Gestione e Bilancio di attuare ulteriori licenziamenti di massa fino fine gennaio 2026. Lo shutdown era iniziato alla mezzanotte del 1° ottobre 2025. In base al sistema federale statunitense, ogni anno il Congresso deve approvare dodici leggi di stanziamento per finanziare le varie agenzie federali oppure, se non lo fa in tempo, una risoluzione ponte per mantenere i finanziamenti al livello precedente. Se nessuna di queste misure viene adottata entro la mezzanotte della scadenza, il governo federale USA entra in uno stato di “shutdown”, ossia molte attività non essenziali del governo vengono sospese o limitate, migliaia di dipendenti federali vengono licenziati temporaneamente o continuano a lavorare senza paga. Nel caso specifico del 2025, la causa principale è stata il mancato accordo fra i partiti su un pacchetto di finanziamento che includesse — fra le altre cose — l’estensione di sussidi fissati dall’Affordable Care Act (ACA) per l’assicurazione sanitaria. Abbiamo cercato di capire le origini dello shutdown, come mai si allunga sempre di più, quali sono le conseguenze e i disagi che ha comportato con Martino Mazzonis, giornalista e americanista. Ascolta o scarica
ARGENTINA: MILEI VINCE A SORPRESA LE ELEZIONI DI MIDTERM, “IN ASSENZA DI UN PROGETTO ALTERNATIVO DELLA SINISTRA”
La Libertà Avanza, vince le elezioni di metà mandato in Argentina con il 40,84% e conquista terreno nella provincia di Buenos Aires, tradizionale bastione dei peronisti progressisti, che solo un mese fa avevano messo ko la formazione dei conservatori. Il partito ultraliberista di Javier Milei avrà 101 deputati invece di 37 e 20 senatori invece di 6. Record negativo di affluenza, che si è attestata al 67,85%, la più bassa da quando è tornata la democrazia nel 1983. Smentite le previsioni che parlavano di testa a testa tra La Libertà Avanza e l’opposizione di Sinistra Fuerza Patria. A inizio settembre, alle elezioni del consiglio provinciale di Buenos Aires, venne eletto il peronista Alex Kicillof, che aveva superato di 13 punti il partito di Milei. Una vittoria che lasciava pensare ad una nuova sconfitta per Milei a queste elezioni di metà mandato, che invece lo hanno visto trionfare. Un voto che rafforzerebbe le relazioni con gli Stati Uniti di Donald Trump che si apprestano a varare un nuovo pacchetto di prestiti a Buenos Aires, in cambio di concessioni per favorire le esportazioni di materie prime quali minerali e idrocarburi. L’analisi del voto in Argentina con il giornalista Martino Mazzonis. Ascolta o scarica
USA: SCONTRO TRA GIUDICI FEDERALI E PRESIDENZA, L’ULTIMA PAROLA SPETTERÁ ALLA CORTE SUPREMA. L’INTERVISTA A MARTINO MAZZONIS
Giornata no per Donald Trump: dopo la bocciatura dei dazi dei giorni scorsi, oggi con due voti a favore e uno contrario, una corte d’appello federale della capitale statunitense ha reintegrato Rebecca Slaughter, commissaria della Federal Trade Commission (FTC) nominata da Biden e licenziata dal Tycoon, La Corte ha giudicato illegale il suo licenziamento, ma la Casa Bianca ha già dichiarato che presenterà ricorso alla Corte Suprema. Tuttavia, nell’ordinanza della Corte d’appello, si legge che “è improbabile che il governo vinca in appello perché qualsiasi sentenza a suo favore da parte di questa Corte dovrebbe sfidare i precedenti vincolanti, pertinenti e ripetutamente preservati della Corte Suprema” E non solo. Una Corte d’appello federale ha inoltre stabilito che l’uso del contestato Alien Enemies Act – il decreto voluto da Trump per deportare più rapidamente presunti membri di gang venezuelane – è illegale e ne ha bloccato l’uso in diversi stati del sud degli Stati Uniti. Secondo il giudice, Trump non può utilizzare una legge di guerra del 1798, invocata per la prima volta a marzo, per portare avanti il proprio piano di espulsioni in Texas, Louisiana e Mississippi. Infine l’ambasciatore americano Matthew Whitaker presso la NATO, ha bocciato la contabilità creativa degli stati dell’Unione Europea e anche l’Italia: il ponte sullo stretto di Messina non potrà essere pagato con i fondi NATO, ha detto l’ambasciatore. Su questi temi abbiamo intervistato il giornalista e americanista Martino Mazzonis. Ascolta o scarica