La cieca avversione delle destre nei confronti della Riduzione del danno
Ancora una volta il centrodestra si scaglia contro l’amministrazione comunale di
Bologna. Era già successo con “Bologna Città 30”, ma col tempo i buoni risultati
di questa esperienza hanno ampiamente dato ragione alla città guidata dal
sindaco Lepore
(https://www.comune.bologna.it/novita/notizie/citta30-dati-sei-mesi-2025). Ora è
la volta del nuovo servizio di Riduzione del danno (Rdd) a tutela della salute
delle persone che usano droghe, in particolare la distribuzione di 300 pipe
gratis per l’uso di crack, ad entrare nel mirino delle polemiche, con tanto di
annunci di denunce (FdI si è già rivolta ai carabinieri e pensa di coinvolgere
la Corte dei conti, la Lega andrà dai pm e lancia una petizione online).
Basterebbero le parole del Sindaco di Bologna per liquidare su due piedi
l’ennesima campagna delle destre contro la Riduzione del danno: “Siamo
orgogliosi del nostro progetto che punta a tutelare la salute dei cittadini e la
sicurezza dei cittadini. Abbiamo già recuperato circa un centinaio di persone
dalla strada che non sarebbero state avvicinabili in nessun altro modo.
L’assessora Matilde Madrid sta facendo un grande lavoro insieme all’Ausl, agli
operatori sociali e all’Università di Bologna”. Aggiungendo che “Questa
sperimentazione si sta facendo anche a Palermo, Torino, Reggio Emilia, Parma e
molte altre città europee. Palermo, amministrata dal centrodestra, fa come noi
la distribuzione di pipe sterili proprio per agganciare queste persone. E anche
altre città, come Ancona, Olbia o Treviso, hanno adottato misure analoghe”. Ma,
come è noto, le destre provvisoriamente al comando del Paese nei confronti della
Riduzione del danno nutrono da sempre una cieca avversione:
https://volerelaluna.it/societa/2024/07/17/stupefacenti-il-governo-boicotta-la-riduzione-del-danno/.
Per fortuna, ci sono tanti enti pubblici nel nostro Paese, Comuni, Regioni, Asl
ed anche enti del privato sociale che distribuiscono tali pipette almeno da un
paio di anni, con l’obiettivo di promuovere un uso a minor rischio, prevenire
trasmissione di malattie e altri danni correlati. Stiamo parlando, infatti, di
interventi di Riduzione del danno che sono stati inclusi nei LEA nazionali,
diventando così servizi dovuti a tutti i cittadini che usano droghe sul
territorio nazionale. Un diritto di salute coerente con l’art. 32 della nostra
Costituzione, riconosciuto perché è riconosciuta l’efficacia nel garantire
salute alle persone che fanno uso di sostanze. Non è una opinione, ma una legge
dello Stato ad affermarlo. D’altra parte, la stessa Strategia europea sulle
droghe riconosce enorme validità alla rdd e le raccomandazioni dell’ONU sui
diritti umani hanno individuato nella mancanza di servizi di rdd una chiara
violazione del diritto alla salute. Ha ragione Mario Perduca quando si
congratula a nome dell’Associazione Luca Coscioni con l’assessora bolognese
Madrid e l’amministrazione per aver finalmente dimostrato cosa significhi
applicare, cioè rispettare, quanto di livello essenziale di assistenza c’è nelle
politiche di riduzione del danno. Politiche che, pure riconosciute da 8 anni
come Lea, rarissimamente vengono messe in atto nella loro complessità. “Va dato
atto a Bologna, ha sottolineato Perduca, di aver predisposto una serie di
servizi alle persone che fanno uso di sostanze illecite per aiutarle nelle
difficoltà reali e potenziali che tale uso può comportare. Non si tratta quindi
di condonare o istigare l’uso si tratta di affrontare laicamente una realtà
facendo tesoro di quando da decenni viene chiamato riduzione del danno e che
l’Italia continua non solo a non applicare ma anche a disconoscere in sede di
Nazioni unite. Auspichiamo che quanto prima anche altre città facciano sì che
Bologna non sia l’eccezione ma la conferma di una regola”.
Il Forum Droghe e Fuoriluogo nell’esprimere piena solidarietà
all’amministrazione comunale di Bologna e agli operatori di strada di Fuori
Binario per i pretestuosi attacchi politici a seguito della scelta di introdurre
la distribuzione gratuita di pipe per il consumo di crack, ha evidenziato che
“si tratta di un intervento di riduzione del danno basato su solide evidenze
scientifiche, riconosciuto come efficace in ambito sanitario e inserito nei
Livelli Essenziali di Assistenza dal 2017. La misura, che segue una prima
sperimentazione avviata nel 2024, ha già dimostrato di ridurre lesioni,
infezioni e altri rischi legati all’uso di strumenti improvvisati, oltre a
favorire il contatto con i servizi socio-sanitari. È dunque un passo avanti
importante nel contrasto agli effetti più gravi del consumo problematico di
crack e nella costruzione di percorsi di cura”
(https://www.fuoriluogo.it/home/speciali/crack/). Anche il CNCA ha espresso la
propria solidarietà al Comune di Bologna. “Ci sentiamo vicini all’équipe di
Fuori Binario di Open Group, che da anni si impegnano con professionalità e
competenza negli interventi di Riduzione del danno, ha dichiarato la Presidente
del CNCA Caterina Pozzi. Si tratta di un lavoro prezioso, che non solo tutela la
salute delle persone più fragili, ma contribuisce anche al benessere dell’intera
comunità. La Riduzione del danno non è una sperimentazione estemporanea, ma un
approccio consolidato in tutta Europa, riconosciuto a livello internazionale, e
che dal 2017 deve essere garantito come parte dei Livelli Essenziali di
Assistenza in tutto il Paese. Si tratta di una strategia basata su evidenze
scientifiche, capace di ridurre malattie e morti per overdose, di favorire
l’accesso ai servizi e di migliorare la qualità della vita nei quartieri. Le
polemiche di questi giorni, concentrate sulla distribuzione di pipe sterili per
fumare crack, rischiano di oscurare il vero significato del lavoro che centinaia
di operatrici ed operatori sociali e sanitari portano avanti quotidianamente.
Oggi le ricerche confermano che fornire strumenti sicuri non spinge all’uso, ma
lo rende meno dannoso, aumenta la consapevolezza dei consumatori e consumatrici
e crea un punto di contatto fondamentale tra le persone e i servizi. È proprio
in questa relazione che si trova la chiave: senza giudizi morali e senza
imposizioni, le persone sono più motivate a prendersi cura di sé, anche nei
gesti quotidiani. I servizi di Riduzione del danno riescono ad avvicinare chi
altrimenti resterebbe invisibile, costruendo legami che rompono l’isolamento”. I
lunghi decenni di proibizionismo che abbiamo alle spalle hanno ampiamente
dimostrato i limiti di un approccio che pretende di imporre l’astinenza come
unico obiettivo, perseguendo strategie punitive che hanno prodotto più vittime
che soluzioni. Come ha efficacemente evidenziato Lorenzo Camoletto, referente
nazionale per i servizi di Riduzione del danno e limitazione dei rischi del
CNCA: “Ogni euro investito in Riduzione del danno ne fa risparmiare almeno 2,23
euro, come dimostrano i dati della ricerca condotta dal CNCA nel 2024, con
vantaggi evidenti sia per la salute individuale che per quella pubblica”.
“La Riduzione del Danno, si legge in un documento della Rete Elide, la Rete
degli Enti locali per una politica innovativa sulle droghe, è anche una
strategia che da decenni si pratica nelle nostre città, nei contesti urbani, nel
centro come in periferia, laddove non ci si può permettere il dibattito
stereotipato sui consumi e le droghe, ma dove, assai concretamente, é necessario
esserci con pratiche salva vita, con relazione d’aiuto, con la prevenzione ad
HIV e HCV, con l’analisi delle sostanze, con l’orientamento verso consapevolezze
e competenze che tutelino quanto più possibile, nel contesto dato, la vita e la
salute delle persone”. Eppure, la Conferenza nazionale sulle droghe del prossimo
novembre si avvia a cancellare la Rdd dalle politiche nazionali.
Qui alcuni servizi di Rdd offerti da 10 organizzazioni appartenenti alla rete
CNCA:
https://www.cnca.it/wp-content/uploads/2024/05/Documento-31-maggio-riduzione-del-danno.pdf.
Giovanni Caprio