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Napoli, insediato l’Osservatorio “Città Sicura” per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro
A PALAZZO SAN GIACOMO IL PRIMO INCONTRO DELL’ORGANISMO CONSULTIVO CHE RIUNISCE ENTI, ISTITUZIONI E SINDACATI. Si è svolta questa mattina, nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, la seduta di insediamento dell’Osservatorio comunale per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro “Napoli Città Sicura”, alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi. All’incontro hanno partecipato il consigliere delegato dal sindaco per presiedere l’Osservatorio, l’assessore al lavoro e ai giovani, la presidente del Consiglio comunale, il presidente della Commissione consiliare lavoro e giovani, il garante comunale per i diritti delle persone con disabilità e i referenti di oltre venti tra istituzioni, ordini professionali, sindacati e organizzazioni territoriali. L’Osservatorio, ricostituito dopo alcuni anni, si propone di offrire risposte concrete all’emergenza degli incidenti sul lavoro. La necessità di un luogo permanente di confronto e proposta è testimoniata dai dati dei primi nove mesi del 2025: nonostante gli infortuni sul lavoro siano in calo in Italia, si segnalano dati in controtendenza come l’aumento delle malattie professionali e degli incidenti in itinere (il tragitto casa-lavoro-casa), senza dimenticare i fatti gravissimi come il decesso di tre operai edili nell’incidente del Rione Arenella del 25 luglio scorso. La Campania si trova così spesso in “zona rossa”, che rappresenta la fascia più pericolosa nel confronto con le altre regioni italiane. Secondo l’Amministrazione comunale, “questo organismo consultivo rappresenta uno strumento utile per promuovere il dialogo e il coinvolgimento tra istituzioni, parti sociali e mondo tecnico-professionale, e per puntare sempre di più sulla formazione continua delle maestranze al fine di rafforzare la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro”. Il Comune sottolinea inoltre che “il tema della sicurezza è prioritario. L’Osservatorio rappresenta un’occasione di confronto e di stimolo molto utile rispetto a un cambiamento normativo e all’organizzazione del mondo del lavoro, che oggi risulta molto frammentato. Questo strumento assume quindi un valore importante per aiutarci a fare meglio e a realizzare, con un’azione quotidiana e l’impegno delle migliori competenze, piccoli passi che condurranno a grandi risultati”. L’istituzione dell’Osservatorio “Napoli Città Sicura” segna così un impegno concreto dell’amministrazione Manfredi nel promuovere la tutela della salute, la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori, temi centrali per una città che vuole crescere nel rispetto della dignità del lavoro. HTTP:// FONTE: COMUNE DI NAPOLI – UFFICIO STAMPA Redazione Napoli
Gli italiani hanno sempre meno fiducia nei partiti politici
Le uniche istituzioni che ottengono costantemente livelli di fiducia più che sufficienti da parte dei cittadini sono i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e il Presidente della Repubblica. Per il resto, la fiducia nelle istituzioni della democrazia è sotto la sufficienza. A certificarlo è l’ISTAT con il report sulla “Fiducia nelle istituzioni del Paese – Anno 2024”. La graduatoria dei livelli di fiducia vede infatti al primo posto i vigili del fuoco con il 67,5% di persone di 14 anni e più che assegnano punteggi tra 8 e 10 e il 20,3% che dà un punteggio tra 6 e 7. Un giudizio sotto la sufficienza viene espresso dal 9,4% dei cittadini, di cui appena l’1,7% attribuisce un punteggio pari a zero. Anche le forze dell’ordine godono di discreti livelli di fiducia, con la più elevata percentuale di persone di 14 anni e più che accordano punteggi compresi tra 6 e 7 (32,8%) e un’elevata quota di cittadini che esprime livelli di fiducia tra 8 e 10 (40,1%). Il calo dell’ultimo anno ha riguardato proprio la quota dei più fiduciosi (i punteggi tra 8 e 10 erano pari al 42,6% nel 2023). All’ultimo posto della graduatoria si collocano i partiti politici, nonostante la ripresa degli ultimi anni (fino al 23,2% nel 2023): oltre una persona di 14 anni e più su cinque è completamente sfiduciata, ossia assegna un voto pari a zero, almeno una su due invece assegna un voto da 1 a 5. A godere, invece, di più fiducia è la figura istituzionale del Presidente della Repubblica, che riceve nel 45,2% dei casi punteggi tra 8 e 10, nel 23% dei casi la sufficienza piena (voti tra 6 e 7) e appena nel 7,6% dei casi completa sfiducia (punteggio pari a 0) da parte dei cittadini, confermandosi terza istituzione per livelli di fiducia accordati dalle persone di 14 anni e più. Il sistema giudiziario si attesta, invece, più o meno a metà della graduatoria per la fiducia accordata dai cittadini, con il 44% di persone di 14 anni e più che esprimono livelli di fiducia pari o superiori a 6 (di cui il 15,3% compreso tra 8 e 10) e il 41,4% circa che assegna punteggi compresi tra 1 e 5. Si posizionano poi a pari merito sia il Parlamento Italiano che il Parlamento Europeo: rispettivamente il 40,8% e il 40,2% di cittadini assegnano livelli di fiducia superiori o pari a 6 mentre il 13% di essi è completamente sfiduciato (punteggio pari a 0). Sono le istituzioni locali a riscuotere maggiore fiducia, probabilmente a causa della vicinanza al cittadino. A riscuotere più consensi in termini di fiducia sono le amministrazioni comunali rispetto a quelle regionali, con una quota di punteggi compresi tra 6 e 10 pari al 50,0% per le prime (di cui nel 18,5% dei casi con punteggi tra 8 e 10) e al 40,9% per le seconde (13,3% con punteggi tra 8 e 10). Più diminuisce la vicinanza territoriale tra cittadini e istituzione di governo, più si riduce il livello di fiducia: verso il governo nazionale la percentuale di cittadini che danno un voto almeno sufficiente è pari al 37,3% (i voti compresi tra 8 e 10 sono il 13% circa). La fiducia nelle istituzioni locali è, in particolare, più elevata nel Nord del Paese, ove la percentuale di persone che attribuiscono alla propria amministrazione comunale punteggi tra 6 e 10 è pari al 53,2% al Nord. Al Sud si ferma al 43,5%. I livelli di fiducia nel governo comunale sono inoltre più elevati nei Comuni di piccole dimensioni (il 56,3% di punteggi tra 6 e 10 si registrano in Comuni fino a 10mila abitanti rispetto al 38% ottenuto nei Comuni metropolitani) e in alcune realtà regionali (come in Veneto e nel Trentino Alto-Adige, dove quasi il 57% dei cittadini dà un voto di fiducia compreso tra 6 e 10). Stessa situazione si riscontra per il governo regionale, con differenze di circa 10 punti percentuali tra Nord e Sud nella quota di cittadini di 14 anni e più che assegnano voti di fiducia compresi tra 6 e 10 (rispettivamente il 45,6% contro il 35,9%). I punteggi più alti si registrano in Veneto, con il 57% dei cittadini che attribuisce un voto di fiducia tra 6 e 10, i più bassi in Molise, Sardegna e Sicilia, dove i punteggi compresi tra 6 e 10 variano tra il 28% e il 31%. Infine, i livelli di fiducia dei cittadini verso il governo nazionale sono simili nelle diverse aree del Paese. Minori differenze territoriali si riscontrano anche nei livelli di fiducia verso il Parlamento Italiano, che variano dal 39,5% del Nord al 42,7% del Centro. Nel caso del Parlamento Europeo i livelli di fiducia, simili a quelli espressi nei confronti di quello italiano con circa quattro cittadini su 10 che esprimono un voto da 6 a 10, risultano piuttosto omogenei sul territorio. L’unica istituzione verso la quale i livelli di fiducia sono relativamente più elevati nel Mezzogiorno è il sistema giudiziario, dove i punteggi almeno sufficienti riguardano il 46,7% dei cittadini rispetto al 41,5% di quelli del Nord e al 45,4% del Centro. Qui il Report dell’ISTAT: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/10/Stat-Today_Fiducia-nelle-istituzioni-del-Paese_Anno-2024-.pdf Giovanni Caprio
Genocidio palestinese: il solco fra società e governi
Il forte e crescente sostegno popolare nei confronti dei palestinesi, vittime del genocidio in atto, attraversa le città e i villaggi di gran parte del mondo. Al contempo cresce lo sdegno ed il distanziamento internazionale verso lo Stato d’Israele ed il suo governo razzista, assieme al boicottaggio economico, attraverso la campagna e la piattaforma BDS, che fornisce strumenti pratici per evitare di acquistare prodotti da ditte israeliane connesse o conniventi con lo Stato. Questa grande mobilitazione dal basso non trova però specchio, se non in minima parte, nell’impegno reale da parte delle istituzioni su ciò che sta accadendo a Gaza. Certo, ci sono stati numerosi municipi e regioni che hanno deliberato contro il genocidio e per il riconoscimento dello stato palestinese, hanno appeso la bandiera palestinese alle loro finestre, alcune università hanno interrotto collaborazioni con quelle israeliane, numerosissimi paesi stanno riconoscendo il diritto ad uno stato palestinese indipendente. Passi importanti, ma non di sostanza, di un’importanza tuttalpiù simbolica. Mentre si consuma il massacro genocida a Gaza, si evidenzia sempre di più il distacco fra società e governi, soprattutto in molti paesi europei, dove alla tracimante protesta popolare fa da contraltare l’immobilismo delle istituzioni pubbliche. Quel che accade attorno alla Global Sumud Flotilla è la cartina di tornasole di questo solco che si va approfondendo. Basti pensare che si il governo italiano ha inviato due navi militari nella zona di mare in cui sta viaggiando la flotta civile disarmata, ma ha badato a dichiarare che non hanno fini di scorta, ma esclusivamente di salvataggio in mare di eventuali feriti e naufraghi.  I governi europei appaiono sempre meno rappresentativi della reale posizione dei loro popoli. Comunque andranno poi le cose, la Flotilla ha già vinto la prima tappa: quella dell’uscire dall’anonimato e diventare un’entità civile internazionale degna di notizia e d’interesse politico. Sta coprendo, con la giusta audacia, lo spazio lasciato vuoto dai partiti, dando risalto alla forza disarmata della società che fa, agisce, senza aspettare l’inerzia degli Stati, o quella dell’ONU, paralizzato dalle grandi potenze.   La Sardegna sembra essere in prima fila nella mobilitazione a favore dei palestinesi e in sostegno alla Flotilla. Allo sciopero generale indetto con questi obiettivi il 22 settembre dall’Unione Sindacale di Base si è registrata una partecipazione senza precedenti, ma tutto il mese di settembre ha visto cortei per Gaza affollatissimi e chiassosi, letteralmente straripanti, in particolare a Cagliari, ma anche a Sassari e Nuoro, oltre che in numerosi comuni medio-piccoli. I sardi si sentono vicini ai palestinesi, non solo a causa di una nutrita presenza nell’isola di rifugiati palestinesi, ma anche per un’atavica solidarietà verso gli altri popoli vittime del colonialismo e dell’oppressione. Perché la Sardegna del colonialismo ha esperienza millenaria e, ancor oggi lo subisce come territorio stracolmo di basi militari, con continue esercitazioni, con poche industrie ma molto inquinanti, con le speculazioni turistiche e poi eoliche e fotovoltaiche, con il peso ambientale del gasdotto Therna, senza scordare quell’avamposto di morte fra Domusnovas e Iglesias, targato RWM. Giusto per dare un’idea. Quale popolo potrebbe comprendere meglio quello palestinese, dalla sponda nord del Mediterraneo, se non quello sardo? Vedremo come lo scollamento tra società civile e istituzioni dello Stato verrà gestita nel prossimo futuro dagli attori in causa. Ma l’urgenza su quanto accade ogni giorno in Palestina, ma anche in Sudan e in Ucraina, pone la politica di riarmo dell’Unione Europea in un cono d’ombra, fuori dal quale la sola luce a risplendere è quella delle azioni dal basso. Carlo Bellisai
La delegazione italiana del Global Movement to Gaza richiama la portavoce Delia in Italia per condurre in persona il dialogo con le istituzioni
In risposta alle istanze sollevate dal governo e dal Presidente della Repubblica, la delegazione italiana del Global Movement to Gaza ha ritenuto opportuno richiedere la presenza in Italia della portavoce Maria Elena Delia, al fine di condurre un dialogo diretto con le istituzioni per garantire l’incolumità dei membri italiani dell’equipaggio e il raggiungimento degli obiettivi della missione nel rispetto del diritto internazionale. Redazione Italia
Taranto, laboratorio di speculazione e rinvii infiniti – di Franco Oriolo
A Taranto nulla accade per caso. La vicenda della continuità produttiva di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) è l’ennesima truffa orchestrata con cinismo: dietro le parole di “transizione” e “rilancio” si nasconde sempre lo stesso gioco sporco, che cambia interlocutori ma non sostanza. Le promesse di risanamento e lavoro sono vuote menzogne, consumate e gettate [...]
Dossier Milano # 4 | Più conflitti, meno conflitti di interesse – di Lucia Tozzi
“Le mie mani sono pulite” ha detto il sindaco Sala nella seduta del consiglio comunale dove ha sacrificato il suo capro – l’assessore all’urbanistica Tancredi, coinvolto nelle indagini della procura milanese su alcuni (parecchi) progetti di trasformazione urbana. E con questa affermazione ha confermato la sua linea politica sullo sviluppo: privatizzazione feroce dei servizi [...]