Italia, Valdesi e metodisti: Sì allo Stato di Palestina, no all’apartheid, no ai suprematismi
(gc/ve) Un appello al governo italiano per riconoscere lo Stato di Palestina,
interrompere la fornitura di armi e ogni sostegno alla politica genocidaria del
governo israeliano di Netanyahu, ma anche la condanna di ogni forma di ideologia
suprematista, delle violenze di Hamas e delle politiche israeliane che hanno
portato all’apartheid e alla devastazione di Gaza, nonché il rifiuto
del cosiddetto “sionismo cristiano” e di ogni uso distorto dei testi biblici per
giustificare l’occupazione e la violenza: è quanto il Sinodo delle chiese
metodiste e valdesi, che si conclude oggi a Torre Pellice, in Piemonte, ha
votato in questi giorni nel corso dei lavori assembleari. Si tratta di due atti
che ribadiscono l’impegno delle chiese per la pace e la giustizia in Medio
Oriente.
Riconoscendo il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, il
Sinodo ha chiesto con urgenza “la cessazione del fuoco, la fine dell’occupazione
e la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e dei palestinesi detenuti
senza processo nelle carceri israeliane. Esprime vicinanza alle comunità
cristiane di Palestina e sostiene i costruttori di pace e i dissidenti che
scelgono la via della nonviolenza. Tutto ciò, in linea con le posizioni espresse
anche dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e della Comunione mondiale di
chiese riformate (CMCR)”, si legge nel comunicato stampa dell’agenzia
stampa nev-notizie evangeliche. Una decisione che nasce anche dal percorso di
amicizia ebraico-cristiana e islamo-cristiana: il dialogo, il rispetto e la
ricerca di ponti sono parte dell’identità della piccola minoranza protestante
italiana.
“Ci sono voci ebraiche critiche e coraggiose con cui possiamo avviare dialoghi
profondi – ha dichiarato la teologa Letizia Tomassone nel corso di
una conferenza stampa svoltasi ieri presso la “Casa Valdese” di Torre Pellice
-. Il nostro atto riconosce inoltre la responsabilità storica dell’antigiudaismo
cristiano: partiamo da una confessione di peccato, che ci pone davanti al mondo
ebraico con umiltà e capacità di ascolto. Al tempo stesso non possiamo tacere di
fronte all’orrore di ciò che accade a Gaza”.
Per ulteriori approfondimenti rimandiamo al sito dell’agenzia nev-notizie
evangeliche.
Redazione Italia