Fuori la guerra dal porto franco e internazionale di trieste – Appello per il corteo del 15 settembreIl 15 settembre del 1947 entra in vigore il Trattato di Pace di Parigi e con
esso si costituisce il Territorio Libero di Trieste quale zona neutrale e
demilitarizzata, dotata di un porto franco internazionale aperto – secondo il
diritto internazionale – a tutti gli stati del mondo. Questo statuto giuridico
avrebbe dovuto garantire che Trieste non fosse più merce di scambio e luogo di
scontro tra Stati e potenze.
Ma il traguardo rappresentato dall’istituzione giuridica del Territorio Libero
di Trieste venne soffocato ancor prima di nascere compiutamente. La NATO non
poteva permettere che Trieste, data la sua posizione strategica, restasse al di
fuori della propria sfera d’influenza. In geopolitica, si sa, la carta, i
trattati e il diritto contano ben poco: sono i rapporti di forza – e
all’occorenza le armi – a tracciare i reali confini.
In questa infuocata fase storica, la sistematica violazione del Trattato di Pace
di Parigi per quanto riguarda Trieste si accinge a raggiungere l’apice e a
manifestare le sue massime conseguenze.
Le folli politiche di riarmo ed espansione della NATO e dell’UE non possono che
voler dire una cosa: la guerra si avvicina, e sarà il popolo a pagarne il
prezzo.
I venti di guerra soffiano sempre più forti ed il porto franco ed internazionale
di Trieste, situato in un’ambita posizione strategica, è in prima linea in
questa nuova fase di scontro geopolitico.
Trieste è infatti negli appetiti di NATO, UE ed Israele, che vogliono rendere il
nostro scalo adriatico uno snodo logistico-militare inserito tanto nell’IMEC
quanto nella Three Seas Initiative, ovvero programmi geostrategici con finalità
militari.
L’IMEC (o “Via del Cotone”), rotta che nel suo complesso partirebbe dall’India
per arrivare proprio a Trieste, collegherebbe in ambito mediterraneo il nostro
porto con quello israeliano di Haifa, mentre la Three Seas Intiative (o
“Trimarium”) integrerebbe Trieste in un blocco geopolitico/militare nell’Europa
centro-orientale in vista di uno scontro militare con la Russia. Due piani
complementari per trasformare Trieste in una fortezza della NATO.
E a noi cosa resta?
Un territorio sempre più mal amministrato, laddove la crescita della
militarizzazione è accompagnata dal collasso industriale e dalle difficoltà
economiche. Ci resta il nostro porto, che invece di essere un fiorente punto
d’incontro e di scambio, a vantaggio di tutti, diviene uno strumento utile alla
proiezione di guerre e/o interessi imperialistici, sacrificato dallo Stato
italiano (succube della NATO) che condanna così il porto e l’intero territorio
alla definitiva violazione del Trattato di Pace di Parigi.
Ma questo non sarà il nostro futuro, e noi a tutto questo diciamo no!
Il 15 settembre alle 17:00 in Piazza Sant’Antonio, in occasione del 78esimo
anniversario dell’entrata in vigore dello statuto giuridico del TLT, scenderemo
in corteo per esigere la piena applicazione del Trattato di Pace di Parigi e
rivendicare il nostro diritto di vivere in un Territorio Libero, neutrale e
smilitarizzato.
Per un futuro di pace, collaborazione e giustizia!
FERMIAMO I PIANI DELLA NATO, DELL’UE E DI ISRAELE – FERMIAMO L’IMEC!
Comitato 15 settembre: Fronte della Primavera Triestina, Coordinamento No Green
Pass e Oltre, Insieme Liberi, Alister, Partito Comunista, Costituzione In
Azione, Tavola per la Pace FVG, Multipopolare – OttolinaTV e Socialismo Italico
– SOCIT.
Redazione Friuli Venezia Giulia