Noi non lavoriamo per la guerra!
Il 1° settembre è la Giornata Internazionale di azione dei sindacati per la
Pace, indetta dalla Federazione Sindacale Mondiale (FSM/WFTU). Mai come in
questo momento è necessario che in tutto il mondo i lavoratori e le lavoratrici
facciano sentire forte la propria voce dichiarando: NOI NON LAVORIAMO PER LA
GUERRA!
È questo lo slogan scelto quest’anno dalla Federazione Sindacale Mondiale per
questa giornata, è uno slogan che l’USB, da tempo ha lanciato e praticato con i
blocchi del trasporto di armi dai nostri porti e aeroporti e sostenendo il
diritto all’obiezione di coscienza per i lavoratori che operano in settori che
in qualsiasi modo possono aiutare la guerra a mietere vittime.
Anche il Porto di Trieste è interessato al trasporto di armi e di materiale
bellico verso i teatri di guerra, fatti che abbiamo più volte denunciato in
quanto lesivi della Costituzione e della funzione civile dello scalo giuliano,
dovendo, per contro, registrare ripetutamente sia da parte della classe
dirigente locale, che a livello governativo, la volontà di militarizzare i porti
dell’alto Adriatico, quali piattaforme logistiche a disposizione della NATO e
terminal per la direttrice portuale tra il porto israeliano di Haifa a porti di
Trieste e Monfalcone.
La Giornata internazionale serve a ricordare i milioni di vittime dei conflitti
di ieri e di oggi, in un’epoca in cui l’economia di guerra è all’ordine del
giorno, le spese militari stanno aumentando vertiginosamente, mentre fascismo,
razzismo e xenofobia rialzano la testa.
È evidente che la spesa per l’economia di guerra e le implicazioni della guerra
economica hanno un impatto negativo sul tenore di vita degli strati popolari,
già gravati dalle conseguenze delle difficoltà economiche, come l’aumento dei
prezzi, l’inflazione galoppante e gli effetti duraturi delle misure di austerity
di lunga data, mentre la gente comune paga con la vita le guerre condotte per
aumentare la redditività delle multinazionali.
I lavoratori di tutto il mondo non vogliono la guerra, chiedono una vita
migliore, un’assistenza sanitaria adeguata, un’istruzione di qualità. Salari,
pensioni dignitose e prestazioni sociali adeguate, e non siano “investite” nelle
guerre e nello spargimento di sangue per gli interessi dei grandi monopoli.
Pertanto si chiede:
– La fine immediata e incondizionata di tutte le guerre e gli interventi
imperialisti in tutto il mondo.
– Lo scioglimento della NATO e di tutte le coalizioni militari e la completa
abolizione delle armi nucleari.
– Il cessate il fuoco immediato e la fine delle guerre in Ucraina, in Yemen, in
Sudan e in tutte le altre zone di conflitto nel Medio Oriente allargato e
altrove.
– Condanniamo e denunciamo, inoltre, con tutte le nostre forze il perpetuarsi
dell’indicibile crimine contro il popolo palestinese e chiediamo la fine del
genocidio, delle pratiche di pulizia etnica e dell’uso della fame come tattica
di guerra.
– Intensifichiamo la nostra lotta contro le campagne armate e l’aggressione
israeliana nei confronti del Libano, della Siria e dell’Iran, per porre fine
all’occupazione e agli insediamenti nei territori arabi occupati, per garantire
il diritto al ritorno dei rifugiati e per la creazione di uno Stato palestinese
indipendente entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale.
– Pretendiamo il pieno rispetto della sovranità, dell’indipendenza e del diritto
di ogni popolo di scegliere liberamente il proprio cammino e il proprio futuro.
– Condanniamo le esclusioni, le discriminazioni, gli embarghi e le sanzioni
orchestrate dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dai loro alleati contro una
serie di paesi che hanno un impatto diretto e dannoso sulla vita quotidiana
delle popolazioni.
– Ci opponiamo con tutte le nostre forze alla strategia dell’economia di guerra
e a tutti i governi che la perseguono.
I lavoratori e i popoli di tutto il mondo non hanno nulla da aspettarsi e nulla
da guadagnare dalle rivalità inter-capitalistiche per il controllo geopolitico
ed economico e per la redditività dei monopoli, che hanno causato morte, povertà
e miseria, per questo ci opponiamo all’economia di guerra e ci rifiutiamo di
sostenere il riarmo guerrafondaio in atto.
LA LOTTA PER LA PACE È UN PRINCIPIO IRRINUNCIABILI PER GARANTIRE UN FUTURO
ALL’UMANITÀ.
USB – Unione Sindacale di Base Federazione di Trieste
WTFU – Federazione Sindacale Mondiale – World Federation of Trade Unions
Redazione Friuli Venezia Giulia