Tag - 4 NOVEMBRE 1918

Riarmo europeo e 4 novembre in Italia
Riceviamo e pubblichiamo dall’Osservatorio NOMS Il Consiglio dell’Unione Europea ha avviato un programma di investimenti militari, il Security Action for Europe (SAFE), che permetterà agli Stati di accedere a un fondo di 150 miliardi di euro per piani di spesa, investimenti nella difesa e nella sicurezza, acquisto di armi e munizioni. E, senza entrare nel dettaglio, è bene ricordare che dal marzo scorso, quando venne approvato il Riarmo Europeo, ad oggi sono state aggiunte varie parti di quel composito puzzle che potremmo definire il processo di riarmo europeo, di militarizzazione del corpo sociale, di riconversione a fini di guerra di settori dell’economia in crisi. Il cosiddetto Riarmo Europeo, risultato di un lungo processo di riordinamento economico-politico militare mondiale e quindi anche europeo, avrà presto ripercussioni dirette sulle spese sociali, sul welfare, sull’istruzione, sulla sanità e sul potere di acquisto dei salari perché, quando andremo a rivendicare aumenti contrattuali, le priorità potrebbero essere ben altre. Parliamo di almeno 800 miliardi di euro da passare alle industrie di armamenti come incremento di profitti che la crisi di capitale non consente di raggiungere in altri settori produttivi con i mercati ormai saturati o in crescente difficoltà. Il 24/25 giugno il Summit ha deliberato l’aumento del budget militare per ogni Paese, da portare al 3% o al 5%, e tutto ciò dissanguerà ulteriormente salari e spesa pubblica (sanità, pensioni, scuola, trasporti, ecc.). L’egemonia USA in crisi economica, politica e sociale tende ora a farsi pagare l’enorme debito estero di 23 mila miliardi di dollari dai Paesi europei, i quali non traggono alcun insegnamento dalla guerra in Ucraina, responsabile della recessione delle economie del vecchio continente. Il riarmo prosegue a ritmi serrati e in questa fase iniziale (dal marzo scorso in poi) sono stati messi a punto i primi progetti comunitari per offrire impulso alla ricerca e produzione di sistemi di arma. Presto ci diranno che alcune aziende fuori mercato, per scongiurare la chiusura e i licenziamenti, dovranno riconvertirsi alla produzione bellica, come sta già avvenendo in Germania, militarizzando di fatto le aziende e sottoponendo le maestranze a controlli asfissianti. Sotto i nostri occhi sta crescendo l’assuefazione alla idea della guerra, ce la presentano come necessaria per difendere l’occupazione, per far riprendere la crescita economica, per difenderci da ipotetici nemici, ovviamente creati ad arte per giustificare il Riarmo. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, nella sua assemblea annuale, ha discusso a lungo della necessità di rilanciare una mobilitazione contro la guerra e contro il Riarmo per non essere complici, per non cedere scuole, università e settori sociali alla propaganda di guerra, alla mera giustificazione dei processi in atto. Per costruire una mobilitazione diffusa bisogna andare direttamente nelle scuole e nel mondo della conoscenza, per questo chiediamo a tutte le associazioni aderenti all’osservatorio e a quelle realtà associative, comitati territoriali locali e nazionali, studenti e coloro che in questi anni hanno collaborato con l’Osservatorio e si sono opposti alla guerra e in particolare al genocidio in atto a Gaza, di partecipare ad un’assemblea online il 27 agosto alle ore 18 al link https://meet.jit.si/osservatorionomili per costruire insieme uno sciopero in occasione della Giornata del lutto, il 4 novembre. Redazione Italia