Il Tribunale di Trapani ci dà ragione: sospesa la detenzione di Mediterranea
Il Ministro dell’Interno Piantedosi aveva voluto costruire una pesante
speculazione politica sul nostro caso, ma questa volta il diritto è più forte
della propaganda.
Il Tribunale di Trapani si è pronunciato in merito al ricorso presentato dal
Comandante e dall’Armatore della nave MEDITERRANEA contro le pesanti sanzioni
– 60 giorni di fermo amministrativo e 10mila euro di multa – comminate dal
Ministero dell’Interno dopo la scelta dello scorso 23 agosto di rifiutare il
lontano porto di Genova e fare invece rotta su quello di Trapani, per poter
sbarcare le 10 persone soccorse al largo della Libia nel drammatico caso del 21
agosto.
L’esito dell’udienza è clamoroso: la giudice Federica Emanuela Lipari ha accolto
il ricorso cautelare e ha deciso la sospensione della detenzione della nave. Il
Tribunale di Trapani, in attesa di pronunciarsi sul merito complessivo della
vicenda, intanto “censura l’illegittimità del provvedimento [del Ministero
dell’Interno] sotto il profilo della quantificazione della sanzione.” E – dando
ragione alle argomentazioni presentate dalle nostre avvocate Cristina Laura
Cecchini e Lucia Gennari – insiste sul fatto che il Viminale ha ignorato tutte
le richieste “sempre motivate in ragione delle circostanze concrete” con cui
dalla nave chiedevamo una “riassegnazione del porto sicuro di sbarco.
Ma ancora più chiaro è il pronunciamento sulla legittimità delle nostre
scelte: MEDITERRANEA ha fatto rotta su Trapani “a tutela delle persone tratte in
salvo” … “tenuto conto delle loro condizioni di vulnerabilità e di fragilità,
sia sul piano fisico che psicologico.” In sostanza la “trasgressione delle
indicazioni delle autorità” è mossa da “esclusivo spirito solidaristico, a
tutela dei soggetti fragili che si trovavano a bordo dell’imbarcazione” e quindi
finalizzata “a salvaguardare gli obiettivi di tutela della vita e della salute
in mare” di cui gli Stati dovrebbero essere portatori sulla base delle diritto
internazionale che regola la materia. Infine il Tribunale afferma che la nave
deve essere liberata al più presto perché altrimenti si pregiudicano gli
“obiettivi umanitari e solidaristici”, ritenuti “particolarmente meritevoli di
tutela poiché finalizzati alla salvaguardia della vita umana”, perseguiti da
MEDITERRANEA.
Il Ministro dell’Interno Piantedosi aveva voluto costruire una pesante
speculazione politica sul nostro caso, voleva una punizione esemplare per
colpire la nostra nave, il soccorso civile e la solidarietà in
mare, rivendicando apertamente un atteggiamento gravemente lesivo dei diritti
fondamentali delle persone salvate. Ma questa volta il diritto è più forte della
propaganda governativa e di ordini e provvedimenti ingiusti e illegittimi. La
vita e la salute delle persone vengono per prime e l’imposizione di un “porto
lontano” si rivela per quello che è: una inutile e illegale crudeltà, oggi
sconfitta. MEDITERRANEA tornerà presto in missione in mare, a fare invece quello
che è giusto fare: soccorrere.
Mediterranea Saving Humans