UNIFI e il training militare al centro universitario sportivo di Firenze
Circa un mese fa avevamo pubblicato con sollievo la notizia relativa ai 5
Dipartimenti dell’Università di Firenze che dicevano NO agli accordi con gli
atenei israeliani in seguito ai crimini di guerra del loro governo nel genocidio
in corso a Gaza.
Per tale ragione ci coglie un po’ spiazzati e disorientati la segnalazione
arrivata in questi giorni da una delle nostre aderenti, la quale ci ha informati
che sul sito web del CUS di Firenze, il Centro Universitario Sportivo
dell’Università di Firenze si sta promuovendo, fra i vari corsi, anche il
Military Training. https://www.cus.firenze.it/.
Ci chiediamo quale sia nel contesto dello sport dedicato agli studenti
universitari l’utilità e lo scopo di una simile iniziativa, che nulla ha a che
spartire col mondo accademico e coi suoi principi.
A nostro avviso, si tratta solo dell’ennesimo segnale di quel processo di
militarizzazione dell’istruzione che denunciamo da anni e che entra sempre di
più anche nelle attività collaterali che riguardano gli atenei statali.
Eppure, in questi anni UNIFI ha approvato delle mozioni importanti all’interno
del Senato Accademico sul tema della guerra:
* a dicembre 2023 una mozione per la pace con alcuni contenuti apprezzabili,
affermando la necessità di una “cessazione immediata dei bombardamenti e
degli scontri nella Striscia di Gaza e delle violenze in Cisgiordania”;
https://www.unifi.it/it/news/mozione-la-pace
* a maggio 2024 il Senato Accademico di UNIFI chiede «l’immediata interruzione
delle operazioni militari nei territori palestinesi», recependo alcune
istanze presentate dai rappresentanti degli studenti e «riconosce la
necessità dell’Università di dare seguito ai valori costituzionali e
statutari, rendendosi attivo e concreto agente di pace e lavorando in tale
direzione». Come punto della revisione del codice etico dell’Ateneo passa
l’istanza dell’istituzione di una commissione etica che valuti gli accordi
che vengono stipulati con enti esterni (con un accento sulle università
israeliane). Di fatto la commissione dovrà assicurare che tali accordi
rispettino i principi posti dagli studenti, ovvero che non ci siano
violazioni dei diritti umani»;
https://corrierefiorentino.corriere.it/notizie/cronaca/24_maggio_22/l-universita-di-firenze-si-schiera-stop-alla-guerra-in-palestina-ma-niente-boicottaggio-degli-atenei-israeliani-32c4f9c9-abf4-4631-8bcb-1b39e5f9fxlk.shtml
* a giugno 2025 l’Università si impegna a rafforzare i luoghi di confronto
sulla pace giusta, la libertà accademica e la cooperazione internazionale. Il
messaggio finale è chiaro: “La pace è una responsabilità pubblica. Spetta
anche alle università esercitarla”. L’Ateneo fiorentino chiama a raccolta
tutte le università italiane ed europee: “Facciamo rete. Condividiamo
strumenti, progetti e visione. Costruiamo insieme un orizzonte di pace”.
https://www.unifi.it/it/news/approvato-allunanimita-appello-la-pace
E cosa fa in tutta questa prospettiva l’Università di Firenze attraverso il CUS?
Un corso di TRAINING MILITARE! C’è qualcosa che non torna…
Probabilmente all’interno di UNIFI convivono due anime e persistono alcune forze
che cercano di riportare il focus sul processo di militarizzazione, lasciando
come parole morte ciò che è stato affermato dagli Organi accademici.
Ebbene, come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università chiediamo alla Rettrice Prof.ssa Alessandra Petrucci, alla governance
dell’Università di Firenze, ma anche a chi rappresenta l’Ateneo all’interno del
CUS (la Prof.ssa Maria Paola Monaco ed il Prof. Nicola Poli nel Consiglio
Direttivo ed il Comitato per lo Sport Universitario) di considerare il percorso
avviato dagli Organi Accademici per fare in modo che il CUS faccia un passo
indietro sul Training Militare e lo escluda fra le possibilità della sua offerta
sportiva, soprattutto perché non rappresenta un vero e proprio sport e non ha
nulla a che fare con le attività sportive adatte per studenti e studentesse
universitari/e.
Si tratta di un’importante occasione di riflessione interna per tradurre in
pratica ciò che è stato deciso in Senato Accademico e porre rimedio ad alcune
contraddizioni in Ateneo ed a quegli elementi di militarizzazione ancora
presenti nel contesto accademico. A tale proposito, ne menzioniamo anche altri
di una certa rilevanza:
* il Master in Leadership e Analisi Strategica offerto dall’Università di
Firenze (UNIFI) in collaborazione con l’Aeronautica Militare, un percorso
formativo con competenze “dual use”, cioè utili sia in ambito civile che
militare: questo master, include lauree magistrali e corsi specifici, è
rivolto a tutti gli studenti e non solo ai militari e forma figure
professionali con competenze strategiche e manageriali;
https://www.unifimagazine.it/unesperienza-formazione-congiunta/
* il Corso di Laurea triennale in Scienze giuridiche della Sicurezza, erogato
in convenzione con la Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri;
https://www.scienzegiuridichedellasicurezza.unifi.it
* il legame fra il Dipartimento di Architettura e l’ISMA – Istituto di Scienze
Militari Aeronautiche;
> Architettura Unifi e Scienze militari Aeronautiche, insieme per la
> valorizzazione del territorio
* la collaborazione dei corsi di Laurea in Farmacia di UNIFI con lo
stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze;
Fai clic per accedere a stab_chimico_farmaceutico_militare_230223.pdf
Probabilmente, l’iniziativa del Military Training del Centro Universitario
Sportivo è nata sull’onda della già forte presenza militare nelle collaborazioni
con l’Ateneo di Firenze e sarà presumibilmente portata avanti da chi in
università punta a rafforzare tali legami. Il training militare in Ateneo ha in
definitiva un duplice obiettivo:
1. normalizzare la presenza di ciò che è “militare” all’interno del contesto
dell’istruzione universitaria;
2. fornire un canale aggiuntivo per la selezione ed il reclutamento, che
consideri anche le prestazioni fisiche oltre alle capacità intellettive
degli studenti. Infatti, da sempre la selezione militare include prove
fisiche (“braccio”), seguite da valutazioni attitudinali e psicofisiologiche
(“mente”). E quale luogo migliore di un’Università?!
Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università