SPAZI SOCIALI: DOPO LO SGOMBERO DEL LEONCAVALLO A MILANO, LA LEGA MINACCIA (ANCORA) IL CSA MAGAZZINO 47 DI BRESCIA
(Piccoli) Salvini di provincia crescono, da Milano a Brescia.
Lo sgombero dello Spazio pubblico autogestito Leoncavallo di giovedì 21 agosto
nel capoluogo lombardo, avvenuto in pieno agosto con lo schieramento di
centinaia di agenti, è stato accolto da… grida di giubilo della destra, lombarda
e nazionale, con in testa Fratelli d’Italia e l’attuale ministro delle
Infrastrutture, nonché segretario leghista, Matteo Salvini. In attesa, sabato 6
settembre, del corteo nazionale lanciato dal Leoncavallo proprio a Milano, a
Brescia c’è chi ha pensato di tornare alla carica contro il Centro sociale
autogestito Magazzino 47, storico spazio sociale bresciano, occupato il 15
novembre del 1993 e ancora oggi in via Industriale, 10.
Il caso più eclatante è stato quello di Marco Togni, attuale sindaco leghista di
Montichiari, terzo Comune più popoloso della provincia bresciana, dopo il
capoluogo e Desenzano del Garda. Con un post sui social dal suo profilo
personale, Togni ha scritto “E dopo il Leoncavallo ora è il momento del
Magazzino 47”. Il sindaco Togni (che, da qualche mese, siede pure in Provincia,
con le deleghe ad Ambiente, Parchi, Risorse Naturali, Attività Estrattive,
Aeroporto e Piano d’Area) ha però pensato bene di chiudere, dopo poco tempo, i
commenti al post, viste le numerose risposte e repliche arrivate alla sua
sparata.
Numerosi interventi hanno infatti ricordato al sindaco di Montichiari (una delle
zone con il più alto tasso di cave, discariche e problematiche ambientali di
tutto il Bresciano) i molti problemi di cui si dovrebbe occupare, sia come primo
cittadino, sia come responsabile provinciale dell’Ambiente. Altri, hanno
sottolineato come, in realtà, dal 2017 il Magazzino 47 sia stato acquistato
dall’associazione 15 novembre 1993, costituita collettivamente da compagne e
compagni del movimento bresciano.
Tutte cose che gli esponenti leghisti in realtà sanno bene, visto che proprio lo
sgombero del Csa Magazzino 47 (e il tentativo di vietare la Festa di Radio Onda
d’Urto) furono uno dei temi al centro dell’attività amministrativa della destra
locale, quando riuscì – tra 2008 e 2013 – a vincere le elezioni amministrative,
entrando a Palazzo Loggia: “Lo sfratto del Magazzino 47 è una delle nostre
priorità, stiamo aspettando l’esecuzione effettiva per estirpare definitivamente
un cancro che alla città ha dato solo problemi”, fu solo una delle tante
esternazioni degli esponenti apicali della destra bresciana, in particolare del
vicesindaco dell’epoca, Fabio Rolfi, intervenuto in un comizio al fianco del fu
europarlamentare (e fu leghista)… Mauro Borghezio.
Quello invece che viene meno sottolineato, in queste ore, è invece lo
straordinario percorso che ha portato, ancora oggi, all’esistenza del Magazzino
47 e della Festa di Radio Onda d’Urto. Un percorso non calato o “concesso”
dall’alto, ma spinto da una mobilitazione dal basso che, ormai diversi anni fa,
coinvolse decine di migliaia di persone.
Tante furono, per esempio, le firme raccolte durante la Festa di Radio Onda
d’Urto per garantire la permanenza (cosa poi avvenuta regolarmente) della nostra
iniziativa di autofinanziamento nell’attuale area di via Serenissima.
Sempre tra 2011 e 2012, il Magazzino 47 lanciò inoltre la campagna “Io voglio
spazio. Difendo Magazzino 47”, concretizzatasi in decine di iniziative che
quegli anni di lotta, come l’occupazione dell’Aler o le “Taz” temporanee di due
edifici in pieno centro storico durante il periodo natalizio, a dimostrazione
del fatto che il Magazzino 47 sarebbe “rinato” ovunque, in caso del suo
sgombero.
“Questo intenso periodo di lotta – scriveva Radio Onda d’Urto nel 2017, ad
acquisto collettivo effettuato – da parte della grande comunità attorno al
centro sociale, costrinse la giunta ad aprire un tavolo di trattativa: proposero
infatti agli attivisti e alle attiviste l’acquisizione dello stabile di via
Industriale 10, riconoscendo i lavori svolti dagli occupanti e le migliorie
apportate. Da qui, una serie di assemblee, riflessioni politiche collettive,
confronti e analisi di lettura della fase che si viveva, portarono alla
decisione collettiva di acquisire lo stabile”.
L’intervista di Radio Onda d’Urto a Gabriele Bernardi, compagno del Csa
Magazzino 47 di Brescia Ascolta o scarica