Sgombero a Milano del Leoncavallo
A seguito dello sgombero a Milano del Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito,
nel tardo pomeriggio alle 18.00 si terrà un presidio-assemblea in via Watteau.
L’operazione poliziesca è iniziata sin dalla mattina alle 7.00: “Si approfitta
di agosto – si legge su Effimera nel commentare la notizia – come nel più
classico dei copioni”. La nota ricostruisce brevemente l’origine dell’esperienza
leoncavallina, dove si ricorda che la sede iniziale e storica, in cui prese
avvio cinquantanni addietro – era l’anno 1975 – il Centro Sociale autogestito,
fu il Casoretto, un “quartiere periferico milanese non ancora gentrificato, con
il quale seppe creare relazioni, organizzando servizi dal basso (cucina
popolare, spettacoli, teatro, attività per i bambini)”. Per quanto ci riguarda
conveniamo con l’affermazione contenuta nella nota diramata dall’associazione
culturale: “Senza il Leoncavallo, certamente, Milano sarà più povera. Proprio in
questa maledetta estate che ha messo in luce la parte peggiore della città, un
profilo che espelle, rapina, verticalizza e, ovviamente, reprime”. Rivolgendosi
direttamente alla città chiudono il loro intervento flash ricordando l’appello
– pubblicato anche su pressenza – in cui la si invitava la cittadinanza
meneghina a riprendere il filo rosso della sua storia. Di seguito riportiamo
alcune dichiarazioni di intellettuali e politici rilasciate a caldo [accì]
> « CI DISPIACE #MILANO, AVEVAMO PUBBLICATO UN APPELLO PER METTERTI IN GUARDIA,
> MA SEI RIMASTA SORDA, IL TUO CUORE È CAMBIATO?
>
> “NON BUTTIAMO VIA QUELLO CHE CHI TI GUARDA SOLO CON GLI OCCHI DELL’INTERESSE
> VORREBBE CANCELLARE.
>
> PERCHÉ LÌ NASCE BELLEZZA. LÌ NASCONO I DIRITTI UMANI E SOCIALI.
>
> LÌ NASCE QUEL CHE SEI.
>
> UNA CITTÀ MEDAGLIA D’ORO ALLA RESISTENZA.
>
> UNA CITTÀ ACCOGLIENTE.
>
> UNA CITTÀ CHE SA ACCETTARE LE DIFFERENZE, ANCHE SCOMODE.
>
> IL LEONCAVALLO, I CENTRI SOCIALI, GLI SPAZI INFORMALI DOVE LE GENERAZIONI SI
> INCONTRANO E SI FORMANO SONO I LUOGHI DEL GENIO, SONO RISORSE, SONO UN PEZZO
> DI FUTURO.
>
> E TU, MILANO, NE HAI ANCORA BISOGNO»
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Cristina Morini
Nell’estate in cui Milano ha messo in luce quanto è cambiata sotto pressione di
sistemi di dominio finanziario che lottizzano il territorio ed espellono le
persone, nell’estate dell’ingiustizia sociale metropolitana eretta a modello,
nell’estate del brutto, del non sostenibile, del corrotto, non poteva mancare lo
sgombero del più storico spazio sociale autogestito, il Leoncavallo. Si completa
il quadro: la Milano popolare e solidale deve sparire per lasciare spazio a
questa città sconosciuta, spigolosa, clone di tante altre tutte egualmente
classiste e controllate, mordi e fuggi, mangia e bevi, e soprattutto non
pensare.
Giso Amendola
Fa una certa impressione (e in ogni caso ci ricorda quanto le nostre realtà e le
nostre storie contino e facciano paura più di quanto noi crediamo) vedere
l’enfasi con cui la notizia dello sgombero in atto del Leoncavallo passa come
prima notizia nei tg. È evidente che per le destre di governo l’autoritarismo
non è un accessorio, un dispositivo da utilizzare in mancanza di meglio, un
omaggio all’identita storica, un contentino all’elettorato più identitario: è
invece un elemento costitutivo, un terreno di azione e di sfida consapevolmente
scelto, uno strumento privilegiato di riordino di spazi e rapporti sociali. Su
quel terreno, le lotte antiautoritarie e “antifa” nel senso più largo saranno un
fronte fondamentale – dalle scuole agli spazi urbani.
Andrea Fumagalli
Lo sgombero del C.S. Leoncavallo conferma ancora di più il declino di Milano.
Negli anni ’90, Milano era la capitale underground d’Europa, più di Berlino e
Amsterdam, grazie proprio a quelle attività politiche, culturali, musicali e
artistiche avviate dalla rete dei centri sociali milanesi. Il dibattito politico
e di analisi socio-economica era molto alto e innovativo, coinvolgendo
personalità come Fortini, Balestrini, Moroni, Bologna, Marazzi, una parte di
quell’Italian Thought che si è poi diffuso in Europa e negli Usa. Poi è
subentrata la finanziarizzazione del territorio e la mercificazione della città.
Sempre meno spazio per le persone e la vita, sempre più spazio alla
gentrification e all’economia degli eventi, che hanno reso invivibile questa
città, sino agli scandali odierni. Da città viva, dinamica, aperta e inclusiva,
oggi Milano avrà pure i grattacieli ma è diventata chiusa, grigia, escludente,
semimorta. Che 100 Leoncavallo fioriscano ancora!
Nicola Fratoianni
nulla è più carente nelle nostre città degli spazi sociali, culturali e
democratici e lo sgombero del Leoncavallo rappresenta quello di chi non tollera
la politica come organizzazione dal basso delle persone.
Ilaria Salis
Il Leoncavallo sta venendo sgomberato. Nessun rispetto per 50 anni di storiadei
movimenti, contro-cultura, aggregazione giovanile, politica dal basso. Avanza la
Milano della speculazione edilizia e della gentrificazione, la città della
rendita e delle ‘week’: una Milano senz’anima, esclusiva ed escludente, contro i
poveri, contro chi vive del proprio lavoro, contro i giovani. Una Milano che
appare più ricca e patinata, ma che in realtà è molto più povera e brutta. Spero
che il Leoncavallo possa presto riprendersi lo spazio che merita. E che mille
nuovi spazi sociali vengano conquistati e restituiti alle comunità che
nonostante tutto resistono, in una città sempre più ostile e meno accogliente,
una città espropriata ai suoi abitanti. Una città da rovesciare! Giù le mani
dagli spazi sociali! Giù le mani dalla città! Milano è di chi la vive, non di
chi ci specula.
Redazione Italia