Norvegia: centinaia di persone bloccano la più grande raffineria di petrolio del paese
Da questa mattina, centinaia di persone hanno risposto alla chiamata di
Extinction Rebellion e del Green Youth Movement e stanno bloccando la principale
raffineria di petrolio della Norvegia, raffineria di Mongstad a Bergen del
colosso del fossile Equinor. Tre ingressi sono stati bloccati via terra e uno
via mare da gruppi di persone in kayak. L’iniziativa fa parte della Nordic
Climate Justice Coalition, un’alleanza di movimenti climatici nata per
smascherare il mito dei Paesi nordici come leader “verdi e progressisti”, che
dal 16 al 23 agosto ha lanciato una mobilitazione in Norvegia per protestare
contro l’industria petrolifera del Paese.
«Siamo arrivati da tutta Europa perché il collasso climatico non conosce
confini. Ho attraversato l’Europa per essere qui» racconta Lotta, artista e
attivista italiana di Extinction Rebellion che si trova sul posto. «Vengo
dall’Emilia Romagna, una terra devastata da ripetute alluvioni che hanno
distrutto tutto. Sono qui perché è il momento che i principali paesi produttori
e estrattori di petrolio e gas – la Norvegia come l’Italia – si assumano le
proprie responsabilità e avviino immediatamente un piano per l’uscita dal
fossile». Il periodo non è casuale: le proteste si svolgono a poche settimane
dalle elezioni parlamentari dell’8 settembre, un appuntamento cruciale per
definire la futura politica climatica del Paese. «Siamo qui perché, in vista
delle prossime elezioni, la Norvegia non ha nessun piano di uscita dal fossile»
aggiunge Simone, un altro attivista arrestato per aver bloccato in kayak una
delle navi petrolifere di Equinor. Nonostante la Norvegia sia infatti il
principale produttore europeo di petrolio e gas, nel dibattito elettorale che
precede le elezioni di settembre non è stato presentato alcun piano di
progressiva dismissione delle fonti fossili. «Siamo nel paese che più produce
petrolio in Europa e Equinor è una delle aziende responsabili della crisi
climatica che stiamo vivendo e che sta causando centinaia di migliaia di morti
in tutto il mondo. È il momento di uscire dal fossile, adesso».
Alle azioni di oggi si sono unite anche Greta Thumberg e Aurora, popstar
internazionale. «Siamo qui perché è chiarissimo che il petrolio non ha futuro. I
combustibili fossili portano solo morte e distruzione, ed è per questo che
dobbiamo fare pressione su produttori moralmente corrotti come la Norvegia, che
ha il sangue sulle mani» ha dichiarato Greta Thunberg. Sulla stessa linea anche
Aurora ha spiegato così la sua partecipazione al blocco: «Sono qui perché,
quando nessuno si assume la responsabilità, devono farlo le persone. Allora
tocca a noi. Il petrolio distrugge il mare e l’aria e spinge i popoli alla
guerra. È invasivo e inquinante – un modo antiquato di vivere. Continuiamo a
parlarne come se avesse a che fare con il futuro, ma non è così: il petrolio
appartiene al passato».
Dopo il blocco di oggi della raffineria di Mongstad, Extinction Rebellion ha
annunciato che si proseguirà con una serie di azioni durante tutta la settimana,
anche a Oslo.
Fonti
– Equinor, https://www.equinor.com/energy/mongstad
– Equinor, https://www.equinor.com/
– Nordic Climate Justice Coalition, https://www.nordicclimatejustice.net/
– Reuters,
https://www.reuters.com/business/energy/norway-oil-industry-investment-set-peak-2025-survey-finds-2025-08-14/
Extinction Rebellion