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Militarizzazione e oppressione: voci dal Convegno di Verona del 23 novembre
Il 23 novembre l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Verona ha organizzato l’evento pubblico “Dalla Global Sumud Flotilla alla “tregua”. Quale futuro per la Palestina?”, svoltosi al Centro Tommasoli, stipato per l’occasione oltre ogni immaginazione, a tal punto che si è reso necessario allestire un impianto acustico anche all’esterno. L’iniziativa ha visto la partecipazione di Roberta Leoni (presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università), Donia Raafat (scienziata politica e attivista palestinese), Antonio Mazzeo (giornalista e scrittore impegnato nei temi della pace e del disarmo), Moni Ovadia (attore, artista, co-sceneggiatore, musicista), Triestino Mariniello (docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool e parte del team della Corte penale internazionale per le vittime di Gaza), Greta Thunberg e Simone Zambrin (attivisti della Global Sumud Flotilla). Dopo il saluto di Miria Pericolosi, attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Verona, Patrizia Buffa, moderatrice dell’incontro, ha aperto i lavori illustrando il significato del convegno e riportando alla memoria della platea quanto accaduto nei mesi scorsi: la nascita di un gigantesco movimento per la Palestina, imponente equipaggio di terra che ha accompagnato l’equipaggio di mare, segno tangibile dell’emersione di una coscienza planetaria. La mobilitazione non è stata motivata solo dall’empatia verso la Palestina, ma si è espressa in una vera e propria rivolta contro il potere delle oligarchie finanziarie e militari che hanno supportato e supportano il genocidio. In tutto il pianeta si è palesata la volontà di andare in direzione opposta a quella voluta dalle classi dirigenti. Purtroppo, la cosiddetta tregua ha avuto un’unica finalità: arginare questo movimento planetario. Ora più che mai, conclude Buffa, è il momento di perseverare nella resistenza all’oppressione, nella pratica del Sumud. Roberta Leoni ha messo in luce la militarizzazione totale della società israeliana che mobilita e disciplina l’intera popolazione mediante la leva obbligatoria lunga, instillando in tal modo nelle coscienze un senso d’insicurezza permanente. Un’organizzazione statuale e sociale che si regge su tali presupposti non può che condurre a forme di sorveglianza di massa, apartheid, pulizia etnica e pratiche genocidarie. Per quanto riguarda l’Italia, Leoni aggiunge come le capillari e continue iniziative di militarizzazione avviate dai governi degli ultimi lustri per valorizzare la cosiddetta “cultura della difesa” nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università, sembrano replicare in modo inquietante il modello guerrafondaio e securitario proprio dello Stato sionista. Donia Raafat sostiene che la cosiddetta tregua imposta da Trump non è per nulla una cessazione delle ostilità, bensì il passaggio da una fase di genocidio aperto e massiccio del popolo palestinese a una forma di genocidio incrementale. Ciò che vediamo ora non è un processo di trasformazione o di giustizia, è semplicemente il consolidamento delle stesse dinamiche che da decenni negano l’autodeterminazione del popolo palestinese. Pertanto, non bisogna fermarsi: le mobilitazioni e la rabbia popolare devono farsi sentire con una forza ancora maggiore, anche perché l’oppressione del popolo palestinese è l’emblema di tutte le forme di oppressione. Lottare per una Palestina libera significa lottare per un mondo più giusto. Antonio Mazzeo è intervenuto ricordando e analizzando le varie complicità del nostro governo e del nostro sistema economico col genocidio in atto. Come ha dimostrato nel suo ultimo report Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i territori palestinesi occupati, il genocidio in corso è un crimine collettivo che, come ricorda Mazzeo, coinvolge tutti i settori dell’economia italiana, da quello militare a quello finanziario, passando per quello energetico. Moni Ovadia si è invece soffermato sulla fondamentale distinzione tra ebraismo e sionismo, ricordando come ci siano in tutto il mondo moltissimi ebrei antisionisti e definendo il sionismo un’ideologia criminale e genocidaria. L’artista ha poi stigmatizzato il tentativo d’imbavagliare ogni forma di critica a Israele mediante strumenti repressivi come il DDL Gasparri che pretenderebbe di definire che cosa sia l’ebraicità e di equiparare antisionismo e antisemitismo. Secondo Moni Ovadia i veri antisemiti sono coloro che ritengono di poter definire a priori l’identità ebraica. Simone Zambrin ha spiegato il significato eminentemente politico dell’azione della Global Sumud Flotilla che non va confusa con una semplice missione di tipo umanitario proprio perché mirava a riaffermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Greta Thunberg ha analizzato il rapporto tra genocidio ed ecocidio, evidenziando come ciò che accade in Palestina sia il risultato di un sistema che ha come unico fine il profitto di pochi a danno dei molti. La deumanizzazione del popolo palestinese affonda le radici in questa logica di oppressione che va tutta a vantaggio di un’élite privilegiata che accumula sempre maggiori profitti sulla pelle di tutti. Triestino Mariniello ha confermato come quello in corso a Gaza sia un vero e proprio genocidio, sostenendo come, dai tempi dello sterminio attuato in Ruanda, non esistano altri casi così ampiamente documentati e per i quali vi sia una tale abbondanza di prove. Una delle vie giuridiche indicate dal professore della John Moores University per uscire dall’inerzia potrebbe consistere in un’iniziativa da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU che sconfessi il piano Trump e l’operato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, aprendo la via ad azioni contro Israele. Il convegno organizzato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha dunque rilanciato la necessità di una mobilitazione permanente contro il genocidio, contro la militarizzazione delle coscienze e contro la censura che del genocidio sono potenti catalizzatori. Qui alcuni scatti della serata del 23 novembre a Verona. Giorgio Lonardi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Verona, 23 novembre: Convegno “Dalla Flotilla alla tregua. Quale futuro per la Palestina?”
DOMENICA, 23 NOVEMBRE, ORE 17:00 SALA CONFERENZE CENTRO TOMMASOLI, VIA L. PERINI, 7, VERONA L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università organizza a Verona un evento pubblico sulla drammatica situazione della Palestina dal titolo: Dalla Global Sumud Flotilla alla “tregua”. Quale futuro per la Palestina? L’iniziativa avrà luogo domenica 23 novembre, alle ore 17:00, presso la Sala Conferenze Centro Tommasoli, via L. Perini 7. L’incontro vuol essere un’occasione di confronto sulla grave situazione della Palestina e sulla drammatica congiuntura storica nella quale il diritto internazionale e quello umanitario si stanno rivelando gravemente insufficienti di fronte alle palesi violazioni perpetrate contro la popolazione palestinese. È fondamentale continuare a parlare della Palestina: non possiamo permettere che le sue sofferenze siano dimenticate. Durante l’incontro interverranno: Miria Pericolosi (Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università – Verona) Roberta Leoni (Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università) Donia Raafat (scienziata politica e attivista per i diritti umani) Antonio Mazzeo (giornalista e scrittore impegnato nei temi della pace e del disarmo, dell’ambiente e della lotta alle criminalità mafiose) Simone Zambrin (attivista della Global Sumud Flotilla) Triestino Mariniello (docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool, già nel team legale delle vittime di Gaza di fronte alla Corte penale internazionale) Greta Thunberg (attivista della Global Sumud Flotilla) Moni Ovadia (attore, regista, co-sceneggiatore, musicista) Modera Patrizia Buffa. L’evento è libero e aperto a tutte le persone interessate.
Catania, 10 novembre, presentazione inchiesta e dossier sul riarmo accademico di Altrəconomia
LUNEDÌ, 10 NOVEMBRE ALLE ORE 17:30 CATANIA, MONASTERO DEI BENEDETTINI, UNIVERSITÀ DI CATANIA Pubblichiamo la sintesi che l’Osservatorio DIGA di Catania (formato da docenti universitari, che hanno raccolto circa 500 firme per bloccare le relazioni accademiche con Israele) ha prodotto relativamente ad un dossier ben articolato sul coinvolgimento dell’Università di Catania con la filiera bellica. Proprio l’Osservatorio DIGA, insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, sarà protagonista di un incontro il 10 novembre a Catania. Mentre a Gaza continuano le violenze, altri morti e aiuti umanitari bloccati arbitrariamente, le nostre attività di protesta e la richiesta di azioni concrete non si sono fermate. A metà del mese di ottobre abbiamo completato il dossier sulle relazioni tra UNICT, enti e università israeliane e l’industria bellica, contenente una mappatura dei rapporti e delle conseguenze nei territori colpiti direttamente dalla guerra e che evidenzia i  rischi concreti  della stessa libertà di ricerca. Il report è stato consegnato al rettore Enrico Foti e alla commissione d’Ateneo già incaricata di verificare l’esistenza di connessione diretta o indiretta tra Unict e attività belliche come previsto dall’ art.28 c.4 dello Statuto d’Ateneo. Di seguito una sintesi. RAPPORTO DIGA (DISUGUAGLIANZE, INFORMAZIONE, GUERRA, AMBIENTE) SULLE RELAZIONI TRA UNICT, ENTI E UNIVERSITÀ ISRAELIANE E L’INDUSTRIA BELLICA Contesto e motivazione Negli ultimi anni si è acuita la pressione internazionale sulle istituzioni israeliane per il loro ruolo nei territori palestinesi occupati: dal pronunciamento della Corte di Giustizia Internazionale (19 luglio 2024) sulla illiceità del sistema di occupazione, al riconoscimento da parte dell’International Association of Genocide Scholars (31 agosto 2025) della sussistenza di elementi di genocidio a Gaza, fino alle conclusioni della Commissione d’inchiesta ONU (16 settembre 2025). In tale quadro, la Campagna palestinese per il Boicottaggio Accademico (PACBI) e il movimento BDS hanno rinnovato l’appello a sospendere relazioni istituzionali con università e enti accademici ritenuti complici delle politiche di occupazione e repressione. Il dossier DIGA analizza le relazioni tra l’Università di Catania (UNICT), università ed enti israeliani e l’industria bellica (in particolare Leonardo S.p.A.), verificandone la coerenza con la missione pubblica dell’ateneo e con l’art. 28 c.4 dello Statuto. Ambito e principali relazioni esaminate Tra gennaio 2021 e giugno 2025 UNICT ha stipulato almeno otto accordi/partenariati con istituzioni israeliane (coinvolgendo 6 dipartimenti: DEI, DICAR, DSFS, DMI, BIOLMG e la Scuola di Medicina). Molti sono progetti Horizon o equivalenti; alcuni esempi rilevanti: • Progetti H2020/Horizon: RESTCOAST (BIOMLG + INPA), SOB4ES (BIOMLG + ARO), progetti DICAR con The Hebrew University, progetti DEI con BenGurion University, e iniziative di AI/semiconduttori (NeAIxt, HiConnects). • Accordi di mobilità/coop.: Scuola di Medicina + Hebrew University (2021–2026). Parallelamente, UNICT intrattiene rapporti con Leonardo S.p.A.: progetti di ricerca applicata, borse di dottorato, tirocini, “Exploit my Patent”, talent programmes e partnership su AI e semiconduttori (es. FAIR, GENESIS). Risultanze critiche principali Rapporti con università e enti israeliani 1. Evidenze critiche sulla Hebrew University: documentazione storica e recente (espropri territoriali, espansione del campus a Monte Scopus su aree oltre la Green Line, collaborazioni con l’apparato militare, repressione del dissenso accademico) pone questioni di incompatibilità politica e morale con la missione dell’ateneo. Recenti sospensioni/istanze da altri atenei rafforzano il fondamento delle preoccupazioni. 2. Progetti ambientali e agricoli (RESTCOAST, SOB4ES): la cooperazione con INPA (Autorità israeliana parchi e natura) e ARO solleva problemi peculiari. INPA è descritta come agente di “sionismo verde” che usa strumenti di conservazione per finalità di controlloterritoriale e di esproprio; ARO è organo governativo con legami a pratiche agricole e territoriali che coinvolgono territori occupati. L’attività congiunta rischia di risultare complice di processi di ecocidio e di esclusione delle comunità locali. Rapporti con Leonardo spa 3. 4. Dualuse e trasferimento tecnologico: progetti su AI, cybersecurity e semiconduttori, oltre a partnership con aziende della difesa (attraverso Leonardo), implicano rischi concreti di riutilizzo militare e di sorveglianza delle competenze e dei risultati scientifici prodotti. Opacità contrattuale e insufficienza di garanzie etiche: numerose convenzioni prevedono NDAs, clausole di esclusività IP e formulazioni generiche di finalità, ostacolando verifiche pubbliche e duediligence etiche. Mancano clausole automatiche di sospensione o divieti di destinazione a usi militari. Valutazione giuridicoetica Lo Statuto UNICT (art. 28 c.4), i codici internazionali sull’integrità della ricerca (ALLEA, UNESCO) e il principio di precauzione forniscono una base normativa ed etica per intervenire. L’obiettivo non è la censura di singoli accademici, ma la sospensione e la revisione di relazioni istituzionali che legittimino o favoriscano pratiche contrarie ai diritti umani e alla sostenibilità ambientale, come nel caso del genocidio a Gaza. Proposta cautelare e raccomandazioni operative DIGA propone una linea d’azione urgente, proporzionata e trasparente: Misure immediate (entro 7 giorni) • Sospensione cautelare: blocco immediato e temporaneo (periodo iniziale proposto: 90 giorni) di ogni nuovo avvio e, per componenti sensibili, delle relazioni istituzionali formali con i soggetti più critici (in particolare: Hebrew University of Jerusalem; Israel Nature and Parks Authority – INPA; Agricultural Research Organization – ARO; altri enti/aziende identificati). La sospensione riguarda i rapporti istituzionali, non l’attività individuale non vincolata da accordi formali. • Nomina Commissione indipendente: istituzione entro 7 giorni di una Commissione mista (docenti, rappresentanti studenteschi, esperti esterni in diritto internazionale/diritti umani/etica) con mandato scritto e termine massimo (es. 60 giorni) per acquisire documenti, valutare destinazioni d’uso e proporre raccomandazioni puntuali (mantenimento, rinegoziazione, cessazione). Misure a breve/medio termine (entro 3 mesi) • Pubblicazione: registro pubblico dei rapporti (ultimi 5 anni) e pubblicazione di estratti contrattuali non sensibili. • Clausole etiche obbligatorie: inserimento di valutazioni d’impatto, limitazioni di destinazione d’uso, obbligo di open publication e clausole risolutive in tutti i nuovi accordi. • Garanzie per studenti e personale: piani di tutela per completamento dei percorsi e opzioni alternative di ricerca.Misure strutturali (6–12 mesi) • Aggiornamento regolamentare per tradurre art. 28 c.4 in procedure operative chiare (criteri di incompatibilità, tempi, organo decisionale). • Programmi permanenti di formazione su “dual use”, etica della ricerca e impatti socioambientali. Conclusione Alla luce delle evidenze raccolte, la sospensione cautelare e l’istruttoria pubblica e indipendente sono misure proporzionate e necessarie per tutelare la coerenza statutaria dell’Ateneo e prevenire responsabilità etiche e reputazionali. L’adozione rapida di trasparenza, clausole etiche vincolanti e procedure partecipate costituisce la via per conciliare libertà accademica individuale e responsabilità istituzionale pubblica. In questa direzione, un approccio critico e coerente con la missione pubblica dell’università rappresenta la condizione necessaria per evitare che la formazione e la ricerca diventino strumenti di legittimazione del complesso militare-industriale e del genocidio in Palestina, preservando così il ruolo dell’istituzione come spazio di conoscenza libera, giustizia e responsabile. Clicca in basso per scaricare il rapporto completo. rapportocompletoDownload
Registrazione video del Convegno 4 novembre “La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione”
PUBBLICHIAMO DI SEGUITO LA REGISTRAZIONE VIDEO DEL CONVEGNO ANDATO IN ONDA QUESTA MATTINA, 4 NOVEMBRE 2025, SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE, DOPO CHE IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO HA ANNULLATO IL PRECEDETE EROGATO COME CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL PERSONALE SCOLASTICO DAL CESTES (ENTE ACCREDITATO PRESSO LO STESSO MIM). Il Convegno è stato seguito da un numero costante di circa 500 utenti, ma già al momento siamo in grado di affermare che si sono registrate circa 3000 utenze diverse che si sono avvicendate durante le 4 ore di interventi di una estrema lucidità teorica e pratica, anche in relazione alle iniziative da intraprendere nelle prossime giornate, cominciando dall’affollare le piazze questo pomeriggio (qui l’elenco delle 38 piazze in cui manifestare).
Convegno 4 novembre: “La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione”
Come anticipato, dopo che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il corso di formazione e aggiornamento che il CESTES-PROTEO (ente di formazione accreditato presso il MIM) insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva organizzato per il 4 novembre 2025 con il titolo “4 novembre, la scuola non si arruola”, abbiamo deciso, come atto di dissenso e di disobbedienza, di confermare ugualmente la data dell’evento con un nuovo Convegno che, però, non potrà godere dell’accreditamento presso il MIM, per cui non è possibile chiedere un esonero per formazione per il personale scolastico. Di seguito il programma e tutte le indicazioni per seguire il Convegno dal titolo: “LA SCUOLA NON VA ALLA GUERRA. L’EDUCAZIONE ALLA PACE RISPONDE ALLA REPRESSIONE”. PROGRAMMA CONVEGNO ONLINE 4 NOVEMBRE 9.00 -13.00 Modera Serena Tusini Roberta Leoni, Militarizzazione e repressione nella scuola Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Marco Meotto, Sguardi coloniali. Il genocidio nella didattica della storia Docente e ricercatore Antonio Mazzeo, Genocidio crimine collettivo. Verso l’israelizzazione della società italiana? Insegnante e giornalista Mjriam Abu Samra, Critica decoloniale dell’accademia neoliberale: La Conoscenza non marcia Ricercatrice e attivista italopalestinese Caterina Donattini, La scuola per la Palestina: il racconto degli ultimi mesi di lotta BDS Italia Don Andrea Bigalli,  La libertà delle coscienze e il significato della disobbedienza Facoltà Teologica dell’Italia Centrale Tommaso Marcon, La militarizzazione della formazione, tra scuola gabbia e Valditara Studente OSA Leonardo Cusmai, L’Università ai tempi della crisi tra militarizzazione, repressione e riforme Studente universitario – Cambiare Rotta Conclusioni: Roberta Leoni,  Il 4 novembre non è la nostra festa! LINK DEL CONVEGNO CLICCA QUI PER LE PIAZZE DEL 4 NOVEMBRE CLICCA QUI INVITIAMO TUTTI E TUTTE, PERSONALE DELLA SCUOLA E DELL’UNIVERSITÀ, STUDENTI E STUDENTESSE, GENITORI E GENITRICI A SEGUIRE IL CONVEGNO. RICORDIAMO A TUTTI I E A TUTTE LE DOCENTI CHE IL CORSO DI FORMAZIONE NON È COPERTO DALL’ESONERO.
4 novembre 2025: Convegno nazionale – formazione online “La Scuola non si arruola”
IL 4 NOVEMBRE NON È LA NOSTRA FESTA! CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLA CULTURA, CONTRO IL RIARMO E LE POLITICHE DI GUERRA, PER SOSTENERE LA PALESTINA. COSTRUIAMO L’ALTERNATIVA. CONVEGNO NAZIONALE ONLINE ISCRIVERSI SU PIATTAFORMA SOFIA (ID CORSO 101607) O TRAMITE LINK: HTTPS://FORM.JOTFORM.COM/USB_SCUOLA/CONVEGNO-4-NOVEMBRE Con la legge n. 27 del 1 marzo 2024 è stata istituita, il 4 novembre, la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, data in cui i/le docenti delle scuole di ogni ordine e grado vengono invitati/e ad accompagnare i propri studenti e studentesse a celebrazioni che esaltano i valori della patria e del sacrificio, con particolare riferimento al primo conflitto mondiale. «Si intende ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi molto giovani, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi», recita la legge. Si tratta invece, a nostro avviso, di un salto di qualità della ideologia militarista che porta dentro le scuole di ogni ordine e grado una forte ventata di nazionalismo, attraverso la retorica del compimento dell’unità nazionale, e di militarismo, con ampio ricorso alla retorica del sacrificio. La storia ci ricorda invece che la Prima Guerra Mondiale fu, per il nostro Paese, oltre che un atto di aggressione, una vera e propria carneficina. Simili celebrazioni – la prima guerra Mondiale venne preceduta da aggressioni coloniali dell’Italia monarchica e liberale che cercava di entrare nel novero delle grandi potenze – rappresentano dunque un ulteriore passo avanti rispetto al processo di normalizzazione della guerra, in un contesto Europeo e mondiale che, con i progetti di riarmo e l’investimento di ingentissime risorse nella difesa e nella sicurezza, avrà presto ripercussioni dirette sulle spese sociali, sul welfare, sull’istruzione, sulla sanità. Questo anno poi è purtroppo tragicamente automatico parlare del genocidio in Palestina, espressione più evidente di quel riordinamento economico-politico-militare mondiale che non può prescindere dalla guerra e dal colonialismo. Un Genocidio in diretta e in corso, che il mondo della scuola non vuole appoggiare ma vuole anzi in ogni modo contrastare. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università consideriamo il 4 novembre non una giornata di festa e da celebrare, ma piuttosto una giornata di lutto. Una narrazione falsa che tace sulla violenza e le distruzioni della guerra, che marginalizza la cultura della pace e l’educazione improntata sulla risoluzione pacifica dei conflitti. Ci opponiamo con forza e determinazione al militarismo e alla guerra e a gran voce diciamo “Il 4 novembre non è la nostra festa!”, invitando così i/le docenti a disertare le iniziative ad esso legate, a denunciarle e a partecipare al convegno che abbiamo organizzato per il mattino e alle mobilitazioni previste per il pomeriggio in tutta Italia. PER QUESTI MOTIVI, INSIEME AL CESTES, L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ HA ORGANIZZATO PER IL 4 NOVEMBRE 2025 UN CONVEGNO NAZIONALE ONLINE VALIDO COME CORSO DI AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE CON IL SEGUENTE PROGRAMMA: 8.15-8.30 ACCOGLIENZA IN PIATTAFORMA Roberta Leoni, docente e presidente Osservatorio contro la militarizzazione
delle scuole e delle università Cultura della difesa e militarizzazione dell’istruzione Luciano Vasapollo, direttore CESTES, Università La Sapienza Roma Una politica culturale del sociale per il mondo multipolare della pace Antonio Mazzeo, docente e giornalista Rearm Europe e militarizzazione
del sapere Marco Meotto, docente e ricercatore Sguardi coloniali. Il genocidio
nella didattica della storia: dall’inizio del Novecento
alla Palestina odierna Mjriam Abu Samra, ricercatrice e attivista italo-palestinese Critica decoloniale dell’accademia neoliberale: la conoscenza
non marcia Raffaele Spiga, BDS Italia Boicottare il pensiero unico militare Tommaso Marcon, studente, OSA La militarizzazione della formazione, tra scuola gabbia e Valditara Leonardo Cusmai, studente universitario Cambiare Rotta L’università ai tempi della crisi
tra militarizzazione, repressione
e riforme Roberta Leoni Conclusioni Modera: Lorenzo Giustolisi, CESTES MODALITÀ DI ISCRIZIONE: È POSSIBILE ISCRIVERSI SU PIATTAFORMA SOFIA (ID CORSO 101607) O TRAMITE LINK: HTTPS://FORM.JOTFORM.COM/USB_SCUOLA/CONVEGNO-4-NOVEMBRE MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE: IL LINK CON CUI CONNETTERSI VERRÀ INVIATO VIA MAIL. Il CESTES è ente accreditato al MIM, per il corso si può fruire di un permesso giornaliero
 per formazione ai sensi del’ art. 36 del CCNL 2019/21 Per info:
 scrivere a info@formazione-cestes.it
 o telefonare a Silvia Bisagna 349/7221900 FUORI I MILITARI, IL MILITARISMO E LA GUERRA DALLA SCUOLA! COSA POSSIAMO FARE SE IL 4 NOVEMBRE SIAMO INDIVIDUATI COME ACCOMPAGNATORI/TRICI A INIZIATIVE PER LA GIORNATA DELLE FORZE ARMATE? 1) Iscriverci al convegno organizzato dall’Osservatorio per la mattina del 4 novembre (consulta il sito dell’Osservatorio per prendere visione del programma e scaricare il modulo di domanda da produrre alla scuola); la formazione è un diritto: come docenti abbiamo 5 giorni all’anno di permesso retribuito per la formazione e se il preside dovesse fare problemi nella concessione del permesso, si può scrivere all’Osservatorio (osservatorionomili@gmail.com) e avrete il supporto, anche normativo, necessario; 2) Presentare una dichiarazione di indisponibilità o una rimostranza (in allegato o da scaricare dal sito dell’Osservatorio); si tratta di un documento in cui si ribadisce la propria obiezione di coscienza relativamente alla presenza dei militari in ambiente scolastico; il preside potrebbe o individuare un/a sostituto/a oppure procedere con ordine di servizio oppure tacere; nel secondo e terzo caso consigliamo di procedere con la procedura prevista per la rimostranza che comunque può essere presentata anche indipendentemente dalla dichiarazione di indisponibilità. Ricordiamo che, in ogni caso, se l’attività prevista per il 4 novembre si tenesse fuori dalla scuola, non sussiste alcun obbligo per il docente di accompagnare la classe (le uscite didattiche sono svolte sempre su base volontaria); Presentare un atto di rimostranza, un atto perfettamente legale e previsto dalla normativa in base al quale un dirigente della pubblica amministrazione non può impartire ordini con vizi legislativi. Se vi viene chiesto di accompagnare una classe a una qualche forma di parata militare senza che questa attività sia stata deliberata dal Collegio Docenti e/o dal Consiglio di Classe, potete opporvi. Di fronte a una circolare che vi individua come accompagnatori/trici dovete richiedere (per scritto) un ordine di servizio; quando arriva l’ordine di servizio potete utilizzare il modello di atto di rimostranza scaricabile dal sito dell’Osservatorio (meglio protocollare il tutto nella segreteria della scuola). Di fronte a una rimostranza, il preside ha due strade: a) Non risponde; a questo punto la rimostranza si intende accolta e non sussiste più l’obbligo previsto dalla circolare o dall’ordine di servizio su cui la rimostranza stessa è stata prodotta; b) Il preside reitera l’ordine di servizio; a questo punto il lavoratore ha due scelte: o ottempera oppure decide di resistere con la consapevolezza che può incorrere in provvedimenti disciplinari (sui quali l’Osservatorio dà la massima disponibilità a dare l’eventuale copertura legale). A4-LA-SCUOLA-NON-SI-ARRUOLADownload
Siracusa, 30 ottobre: Convegno Osservatorio “La Scuola, la Palestina, le Guerre: educhiamo alla Pace”
CONVEGNO NAZIONALE DI AGGIORNAMENTO/FORMAZIONE IN PRESENZA E ON LINE LA SCUOLA, LA PALESTINA, LE GUERRE: EDUCHIAMO ALLA PACE Facebook Giovedì 30 ottobre 2025 dalle ore 8,30 alle ore 13,30 e poi per il laboratori dalle 14,30 alle 16,30 si svolgerà nell’Aula Magna MADE via Cairoli, 20 a Siracusa un convegno organizzato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università in collaborazione con il Coordinamento siracusano per la Palestina e l’ente di formazione CESP (Centro Studi per la Scuola Pubblica). Il Convegno prevede l’esonero dal servizio per tutto il personale Docente e Ata (art. 36 CCNL 2019/2021), al termine del quale sarà rilasciato regolare Attestato di Partecipazione. Progarmma: Ore 8,45 Introduce e coordina: Eleonora Pannuzzo (docente, Comitato Siracusano per la Palestina) Intervengono Antonino De Cristofaro (docente, E.N. Cobas Scuola) Palestina, dal cessate il fuoco alla pace Laura Marchetti (docente di Antropologia e Pedagogia, Università di Reggio Calabria) Antropologia della guerra Antonio Mazzeo (docente, Peace researcher) Fra venti di guerra e diritto al disarmo Lorenzo Perrona (docente, Cesp Sicilia) Decolonizzare il pensiero per educare alla pace Ore 12,00/13,30 Dibattito Ore 14,30/16,30 Laboratori PER ISCRIVERSI: HTTPS://FORMS.GLE/ES1GJNBDNND5J5ZK8 Il Corso si svolgerà sia in presenza che on line (solo per chi non abita nella provincia di Siracusa) In entrambi i casi occorre iscriversi e attendere la conferma. Il CESP, Centro Studi per la Scuola Pubblica, è Ente accreditato/qualificato per la formazione del personale della scuola (Dir. MIUR n. 170/2016). In allegato la locandina e il modulo per la richiesta dell’esonero. SROttobre25Download
Bologna, 7 ottobre, iniziativa Università con Osservatorio contro la militarizzazione
All’Università di Bologna è in corso un’occupazione studentesca a Fisica. Gli studenti e le studentesse chiedono di interrompere gli accordi del Dipartimento con i partner israeliani. Unibo risponde denunciando gli studenti per interruzione del servizio pubblico in seguito all’occupazione pacifica che intendono protrarre fino al 10 ottobre, data della seduta del Consiglio di Dipartimento nella quale è presente un apposito punto da discutere nell’Ordine del Giorno. Per approfondire il tema stasera si terrà un’assemblea con vari interventi introduttivi tenuti da docenti, personale TA e studenti.
Videomessaggio di Stefano Bertoldi a bordo di Zefiro della Global Sumud Flotilla colpita da droni
PUBBLICHIAMO IL VIDEOMESSAGGIO DI STEFANO BERTOLDI, DOCENTE E ATTIVISTA DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, A BORDO DELLA ZEFIRO, LA BARCA DELLA GLOBAL SUMUD FLOTILLA COLPIDA DA DRONI NELLA NOTTE TRA IL 23 E IL 24 SETTEMBRE 2025. Il docente, giornalista e attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Stefano Bertoldi, a bordo di una delle imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla fa un resoconto quotidiano della missione umanitaria. In poche parole il racconto della navigazione che porterà il gruppo di imbarcazioni con attiviste ed attivisti di diversa nazionalità verso Gaza, con loro un carico di aiuti, messaggi di pace e speranza per il popolo palestinese martoriato da lunghi e devastanti bombardamenti.
Molfetta, 26 settembre: Osservatorio contro la militarizzazione alla Festa di Liberazione
Il mare, segno di unione, luogo di apertura, il nostro orizzonte di Pace: a questa prospettiva dedichiamo la ventiseiesima edizione della Festa di Liberazione 2025 a Molfetta (BA). Abbiamo deciso di parlare non solo alla città, ma all’umanità stessa che ci accomuna anche oltre ciò che siamo, perché solo così potremo ricostruire Molfetta dalle fondamenta. Ecco il programma di venerdì 26 settembre: Ore 18:30 Laboratorio di lettura animata dell’albo illustrato “Il muro” di Macrì e Zanotti a cura de “La Giraffa a pois”; Ore 19:30 dibattito “I governi fanno la guerra, i popoli lottano per la pace e diritti” Interverranno: * Tony Lapiccirella Global Sumud Flottilla/Freedom Flottilla Italia * ⁠Antonio Mazzeo Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università * Vito Micunco Comitato per la Pace terra di Bari * Antonio Sasso – responsabile provinciale lavoro PRC * Contributo dello sportello medico popolare * Modera: Beppe Zanna – PRC Molfetta Ore 20:30 Cena Palestinese Ore 21:30 i concerti – IANNIS E GIORGIO il duo – KAMOKUNA Ci vediamo in Piazza Paradiso, il 26 e 27 settembre con: – Musica – Giochi in piazza – Mostre – Associazioni e comitati cittadini – Dibattiti – Cibo palestinese – Sagra della parmigiana Vi aspettiamo! Tutte le info sulla pagina Facebook.