I reati in calo contraddicono il Decreto Sicurezza
I reati in calo del 9% contraddicono il ricorso agli inasprimenti di pena e alla
creazione di nuove tipologie di crimine.
Il dossier sulla sicurezza che il Ministro dell’Interno anche quest’anno ha
presentato a ferragosto ci offre un quadro per nulla allarmante: meno reati,
meno arresti e meno criticità per l’ordine pubblico nei primi sette mesi
dell’anno. Dati che smentiscono quell’artata narrazione che parla di un aumento
esponenziale del crimine e che ha giustificato sostanzialmente il recente
decreto sicurezza, il continuo ricorso agli inasprimenti di pena e alla
creazione di nuovi reati.
Infatti, nei primi sette mesi di quest’anno i reati sono calati del 9% in
confronto allo stesso periodo del 2024: i furti sono calati del 7,7%, le rapine
del 6,7% e le violenze sessuali del 17,3%. Restano invece sostanzialmente
stabili gli omicidi, da 178 a 184, mentre le persone denunciate scendono a
461.495 (-8%), di cui 91.975 in stato di arresto.
Aumentano, seppur di poco, gli omicidi commessi da partner o ex partner, che
passano da 33 a 38 (+15,1%), mentre aumentano e di molto gli ammonimenti del
questore: +70,6%, con punte dell’84,6% per stalking. Attualmente risultano
attivi oltre 12mila braccialetti elettronici, di cui quasi 6mila antistalking.
Diminuiscono le operazioni antidroga, che registrano un meno 8,9%, anche se le
quantità sequestrate ammontano a 29,2 tonnellate, con un aumento del 12%. Gli
arresti per estremismo aumentano del 53,8% e i casi che coinvolgono minorenni
sono addirittura raddoppiati. Sul fronte informatico, invece, gli attacchi alle
infrastrutture critiche diminuiscono del 21,7%, anche se risultano in aumento i
casi legati all’antiterrorismo e alle frodi online.
Anche le manifestazioni di piazza diminuiscono dell’11,1% (sono state 7.294) e a
diminuire in modo significativo sono soprattutto quelle promosse dalle
organizzazioni sindacali. Gli stessi feriti tra le forze di polizia sono
diminuiti del 35,4%.
Anche se le migrazioni sembrano del tutto scomparse dai mezzi d’informazione,
dal 1° gennaio al 14 agosto 2025 sono arrivati nel nostro Paese 38.568 migranti,
con un aumento del 2,1%. Le richieste d’asilo però risultano in calo del 22%,
mentre c’è un aumento esponenziale dei dinieghi: +58%.
Si tratta di dati che stridono alquanto con il cosiddetto “Decreto Sicurezza”,
convertito di recente in legge, che ha introdotto numerose nuove tipologie di
reato e aumentato le pene per altri reati. Un provvedimento che per dare
“rassicurazione” alle tante inquietudini sociali punta sulla solita carta della
paura con il rischio che a farne le spese siano le persone più deboli.
É fuor di dubbio che la paura della violenza che attraversa la società sia
alimentata da tante inquietudini ed emozioni. Ma la legittima domanda di
sicurezza potrà trovare una valida risposta soltanto riconoscendo, come
lucidamente affermato dal Presidente della Repubblica in un discorso di fine
d’anno, che “sicurezza è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle
opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati
dopo una vita di lavoro”: https://www.quirinale.it/elementi/19822.
Qui il dossier del Viminale del 15 agosto 2025:
https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2025-08/dossier_viminale_ferragosto_2025.pdf.
Giovanni Caprio