MIM, ovvero ‘Ministero dell’istruzione e del Merito’, anzi no: ‘della Mitarizzazione’
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di
Pisa propone di ‘ribattezzare’ così il Ministero denominato pria MIUR, cioè
“dell’Università e della Ricerca”, e con il Decreto-Legge n° 173 dell’11
novembre 2022 “dell’Istruzione e del Merito”.
Il Ministero dell’Istruzione e del “Merito” ha recentemente agito, per la prima
volta nella storia d’Italia in questi termini, un dispositivo censorio e
repressivo contro un ente accreditato CESTES / Centro Studi Trasformazioni
Economico-Sociali (afferente al sindacato di base USB): la “sospensione” con
minaccia di revoca dell’accreditamento di un corso di formazione per docenti per
“non conformità” alle linee guida ministeriali.
Il corso in questione, organizzato in collaborazione con l’Osservatorio contro
la militarizzazione delle scuole e delle università, era incentrato sulla
didattica della pace, l’analisi della militarizzazione in corso nella scuola
italiana e gli strumenti per riconoscerla consapevolmente, passando per il
pensiero decolonizzato in vari ambiti disciplinari.
Ai docenti quindi viene imposto indirettamente di conformarsi al pensiero che
oggi va per la maggiore, a sinistra come e soprattutto a destra, secondo cui
vuole la pace deve prepararsi alla guerra.
Mentre il MIM con un atto di censura senza precedenti vieta il convegno
nazionale sul 4 novembre che l’Osservatorio aveva organizzato insieme al CESTES,
di fatto demolendo il diritto alla formazione del personale scolastico, leggiamo
sul sito del Ministero della Cultura dell’apertura gratuita nella data in
questione di diversi musei nella nostra città [Pisa].
L’evento viene presentato come la “grande occasione per visitare gratuitamente
il patrimonio dei musei statali” pisani, quali il Museo Nazionale di Palazzo
Reale, Le navi antiche di Pisa e la Certosa Monumentale di Calci [4 Novembre
2025 – Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate presso i Musei
nazionali di Pisa].
Con un incredibile gioco di prestigio il 4 novembre diventa così da una parte
uno strumento potente e chiaro di repressione del dissenso e di restrizione
degli spazi di libertà di pensiero e di formazione, dall’altro un mezzo di
propaganda delle forze armate proprio sul terreno culturale.
Da una lato quindi un messaggio di “generosità” elargita dall’alto in realtà
funzionale alla celebrazione di una data che per noi è tutt’altro che una festa,
dall’altro la mano dura contro chi da anni si oppone alla cultura della guerra e
delle armi nelle scuole. La presunta “non conformità” del corso di formazione è
in buona sostanza puramente strumentale, poiché le ragioni reali di quanto
successo risiedono nella necessità da parte del Governo di tacitare con tutti i
mezzi le voci, fortunatamente sempre più numerose, che si oppongono alla
militarizzazione di scuola e università.
Dal canto nostro pertanto rilanciamo le iniziative organizzate [in tutta Italia
e] nella nostra città e invitiamo docenti, famiglie, studenti e studentesse ad
affiancarci in questa opera di resistenza quotidiana e a disertare tutte le
iniziative connesse con la celebrazione della giornata del 4 novembre.
Ricordiamo infine che il convegno organizzato dall’Osservatorio, pur non essendo
coperto dalla possibilità di usufruire dei permessi per la formazione, sarà
ugualmente in piedi, perché noi il convegno lo facciamo lo stesso.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Pisa
Redazione Toscana